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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

domenica 20 luglio 2008

Washington D.C. : " un amico di colore " e " il presidente degli Stati Uniti " !

Fig.1- il Capitol




















Fig.2- cameriere di colore- Fig.3- J.F.Kennedy

( Stati Uniti 2° puntata )
Giunsi a Washington una mattina dei primi di settembre da Miami con un treno espresso (di quelli tipo serpentone argentat0) dopo un viaggio di circa 24 ore, avendo attraversato quasi tutti gli stati del Sud-Est . Presi alloggio al Menger Hotel, un antico edificio storico in mattoni rossi, prospiciente un bellissimo parco. A pranzo (lunch per gli americani) mi sono recato al ristorante dello stesso albergo. Si è subito presentato al tavolo, portando un bicchiere d'acqua fresca con ghiaccio come d'uso da queste parti, un giovane di colore di circa 18 anni dalla faccia simpatica e dagli occhi intelligenti e vivaci. Mi è immediatamente riuscito simpatico. Ho poi capito che era l'aiuto cameriere alle dipendenze di un collega più anziano. Trovandomi da solo al tavolo con nessuno con cui parlare, ho approfittato della presenza del giovane, che stava sempre vicino al mio tavolo in attesa di ordini, instaurando una conversazione che è andata avanti per tutto il pranzo con frequenti interruzioni. Volle sapere notizie sull'Italia e su di me, io appresi che Tony Lane , questo era il suo nome, faceva quel lavoro d'estate per potersi mantenere agli studi, aveva infatti iniziato il college con l'intento di laurearsi in Scienze Sociali e Politiche. Aveva scelto questo indirizzo di studi perchè interessato alla situazione dell'integrazione della gente di colore nella società americana attuale. Bene, decidemmo di rivederci quel pomeriggio alla fine del suo turno, per fare una passeggiata insieme, prendere"a coke", e chiaccherare un pò. Verso le 5 pm ci siamo incontrati all'uscita di servizio dell'albergo e incamminandoci nel parco di fronte , sorseggiando la nostra bevanda, mi ha raccontato che era il più piccolo di 5 fratelli, tre maschi e due femmine. La sua famiglia era di modeste condizioni, ma svolgevano tutti un lavoro, ed in particolare: il padre era conduttore della metropolitana e la maqdre serviva in una caffetteria.Ma la parte più interessante della conversazione che mi colpì fu quella che riguardava il suo rapporto e quello dei "colored" con gli altri cittadini. Ebbene ho scoperto, cosa che non credevo fosse più possibile, che erano altamente discriminati.Vivevano, parlo degli anni '60, una situazione di quasi totale emarginazione, sia nelle scuole dove frequentavano quelle a loro riservate, sia nei luoghi e mezzi pubblici dove occupavano posti loro assegnati, sia nel lavoro dove gli venivano assegnati quelli più umili (lavavetri,spazzini,sguatteri ecc.). Ma la discriminazzione era maggiormente praticata nei rapporti umani: venivano considerati decisamente cittadini di serie "B", da tenere a dovuta distanza e a cui veniva richiesto solo di servire i bianchi (nell'accezione più negativa del termine). Insomma il binomio " padrone-schiavo " era ancora appannaggio di questa nazione specialmente nel centro-sud del paese. Le lotte per i diritti civili degli afro-americani erano ancora di là da concludersi. Martin Luther King Jr era ancora in prigione, e la discriminazione sarebbe durata ancora per anni. Mi stranizzò il fatto che vi fossero molti poliziotti e militari di colore, era forse il massimo cui potessero ambire. Tony mi disse che bisognava avere notevole pazienza e autocontrollo per mandare giù le mortificazioni che i bianchi gli imponevano e per sostenere questa sudditanza psicologica. Rimasi veramente sconvolto da tutto ciò , io ragazzo sedicenne moralmente libero e rispettato nel mio paese nella persona e in tutti i miei diritti umani. Comunque Tony era un ragazzo determinato e caparbio e sicuramente ce l'avrebbe fatta ad emergere anche in mezzo a tutte quelle limitazioni. Ci rivedemmo altre due volte nei pochi giorni che rimasi in città, e ci congedammo con un abbraccio e una vigorosa stretta di mano. Avevamo entrambi un nuovo amico; aveva parlato, l'avevo ascoltato, e soprattutto accettato come persona senza il minimo pregiudizio come per me era naturale che fosse.Questo fu il mio incontro con Tony Lane.
Il giorno seguente volendo visitare Washington dove c'era tanto da vedere, scelsi la soluzione che Tony mi aveva consigliato, un tour organizzato della città e dintorni in pullman per l'intera giornata pasti compresi. Ho visitato tutti i monumenti, luoghi storici, ed attrazzioni turistiche della bellissima capitale degli Stati Uniti. Ma vi racconterò soltanto della visita che facemmo al Campidoglio, sede del Congresso. Quando entrammo nell'aula del Senato era in corso un dibattito , e aveva in quel momento la parola un giovane senatore, che mi colpì per il suo volto simpatico, abbronzato, dalla mascella quadrata e dai capelli color carota. Lo osservai per il breve tempo della visita, ma la sua fisionomia rimase impressa nella mia memoria. Solo due mesi più tardi,esattamente l'8 novembre 1960, ritornato in Italia ho scoperto guardando la TV che ne dava notizia che quel simpatico senatore da me conosciuto a Washington non era altri che il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America: John Fitzgerald Kennedy.
Anni dopo nel 1968 feci questa riflessione, se volete banale: che la vita non fa distinzione fra "bianco e nero", infatti J.F. Kennedy (Dallas 1963) e M.L. King Jr (Memphis 1968) finirono la loro generosa esistenza al servizio degli altri entrambi assassinati.
Ed ecco che la storia a 50 anni di distanza esatti, renderà forse reale il sogno di M.L.K.Jr sulla parità razziale ( "I have a dream" ), dando agli Stati Unuti il prossimo Novembre il suo primo presidente di colore!

2 commenti:

Screwball ha detto...

Sottolineerei alcuni "ossequi" di Baffo all'inglese americano: l'uso di colored e non di coloured, l'uso di AM/PM per le ore e altre piccole cose.
Aggiungo: purtroppo, dietro la facciata, anche oggi vige la segregazione, che per lo più, a parte episodi che avvengono "di fatto" in alcuni stati del sud, come il Texas, le popolazioni di colore degli USA, dopo gli anni settanta rimangono isolate, tranne che se vivono in grandi città e hanno un buon reddito. Mi assumo la responsabilità di dire: perché sono loro a non volersi integrare. Certo, si può dire, a differenza di tutti gli abitanti degli USA (e per una situazione assolutamente opposta ma con gli stessi esiti, gli Indiani d'America) non sono loro a sentirsi americani. E purtroppo, in questa situazione, sono pericolosi per sé e per gli altri (io ho avuto brutte esperienze). Credo che una cosa del genere sia qualcosa che vada detta, al di là del politically correct, perché è un problema serio e non so quando si potrà risolvere. Non è che gli afro-americani non proseguano sulla strada di Tony, solo che molti non riescono ancora a venire fuori da una consolidata autosegregazione. Il problema è serio.

I treni si chiamano Amtrak...

Prof 2.0 ha detto...

Da questa storia si potrebbe tirare fuori un film. Che fine ha fatto Tony? Magari lo trovi su facebook. Hai provato?