La mia foto
Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

giovedì 28 maggio 2009

Quante chiavi hanno aperto il tuo cuore ?

In quest'ultimo anno ho vissuto un'esperienza che mi ha fatto capire qualcosa di cui prima non mi ero reso conto con tanta evidenza, ma che mi ha chiarito il semplice meccanismo che si attiva nel momento in cui nasce una nuova relazione fra te ed un'altra persona. Da circa otto mesi, come tutti ormai ben sapete, sono diventato nonno, nonchè padrino di battesimo di Giulio, il mio primo nipote.
Ho preso la cosa molto seriamente, e provo, con le debite differenze, le stesse emozioni e sensazioni di quando mi sono innamorato di mia moglie. La relazione che si è instaurata con questa piccola creatura, a cui dono ogni giorno che passa un pò di me stesso, imparando a volergli sempre più bene, fino a gioire del suo esistere, mi ha fatto innamorare ancora una volta. Non è certo l'innamoramento che ti coglie nel rapporto con l'altro sesso, ma è comunque una sensazione in cui scopri l'esistenza di un altro "tu", con cui instaurare una relazione, e mettere a sua disposizione tutto te stesso. E come se il piccolo Giulio avesse portato con se, venendo alla luce, una chiave con la quale ha aperto la porta chiusa di una stanza del mio cuore, che io stesso ignoravo, e dalla quale ha tirato fuori una quantità di cose belle che vi erano riposte: affetto, generosità, dedizione, stupore, meraviglia, disponibilità al sacrificio, e tanto altro. Tutte aqueste cose erano come liofilizzate e contenute in un piccolo spazio, e non appena venute a contatto con Giulio hanno preso volume, consistenza e vita, andando ad arricchire il mio cuore, dilatandolo ancora un pò. Ecco allora il meccanismo che ho scoperto: la mia vita è stato un susseguirsi di innamoramenti successivi, ogni volta che sono entrato in sintonia affettiva con un'altra persona, moglie, figli, amici, e ora il nipotino. Ognuna di loro portava con se una chiave in grado di aprire altrettante porte, fino a quel momento chiuse, del mio cuore. Ogni successiva relazione con un'altra persona ha dato vita nei confronti di questa ad un nuovo innamoramento, con una cifra diversa a seconda dell'interlocutore, ma con un denominatore comune, che è stato quello di aumentare la potenzialità e la capacità di amare da parte del mio cuore, che ad ogni nuova relazione si è dilatato sia quantitativamente che qualitativamente. Il sommarsi delle relazioni affettive con ciascuna di queste persone ha trasformato negli anni il monolocale del mio cuore, angusto e buio dell'inizio, in uno spazioso appartamento dalle molte confortevoli stanze piene di luce e di calore. E' entusiasmante il poter constatare oggi a 65 anni che la mia vita è stata caratterizzata da uno stato di innamoramento continuo, scandita oltre che da tantissimi momenti felici anche da alcuni momenti di difficoltà, sempre superati con la forza dell'amore. In un cuore cosi preparato e reso fertile da queste relazioni umane di qualità, è stato facile che si impiantasse e trovasse posto il seme dell'innamoramento, con la "I" maiuscola, nei confronti di Dio. Allora ti rendi conto che Dio non Lo hai trovato per caso, ma è stata la naturale conseguenza degli incontri precedenti che ti hanno legato uno alla volta agli altri, rendendo il tuo cuore capace di amare. Solo un animo umano che ha coltivato questi affetti, può essere il terreno su cui sboccia spontaneamente e con naturalezza l'amore di Dio.
Auguro a tutti che siano tante le chiavi a cui lasceranno aprire le tante porte chiuse del loro cuore ; resteranno meravegliati dei tanti tesori che vi sono custoditi, e che aspettano solo di essere scoperti per poterne fare l'uso che meritano !

martedì 26 maggio 2009

" Seconda stella a destra, questo è il cammino..."




















Raccogliendo come provocazione un recente post di Prof 2.0 dal titolo: "A me questo basta", e avendogli "rubato" anche un'immagine, di cui ho tradotto il testo, non posso fare a meno di raccontarvi le considerazioni personali che mi ha susciato.
Se ti abitui fin da bambino, come è capitato a me, ad osservare il cielo in quelle notti limpide della nostra terra, quando il sole tramontando ti introduce in maniera complice alla densa oscurità dell'immenso firmamento, saturo di mistero e di affascinanti silenzi, magari con un papà complice che te le indichi dandogli anche un nome, impari a conoscere le stelle e a distinguerle, pur nella loro somiglianza, l'una dall'altra. E così le volte successive che vai in cerca di una ben precisa di esse, che hai imparato a conoscere, la ritrovi lì, splendente, ma silenziosa, a testimoniare la sua presenza discreta e non invadente, per un tempo che per noi uomini ha il sapore di infinito.
La stessa cosa succede spesso a noi quando instauriamo una relazione di amicizia con qualcuno, e frequentandoci impariamo, pur nel pudore di una comunicazione intima, a conoscerci fino in fondo, scrivendo, coll'attingere dalle storie che sono il patrimonio del nostro cuore e della nostra mente, un'altra storia che se raccontata è unica ed irrepetibile, come uniche ed irrepetibili sono le storie della vita di ognuno di di noi. L' "io" di ognuno di noi quando si dona ad un "tu" senza riserve, dandosi completamente senza custodire gelosamente per se alcuno spazio, e viene ricambiato da quel "tu" nella stessa maniera, con trasparente sincerità, scevra da ipocrisie e camuffamenti, fondano insieme una relazione che si può a questo punto chiamare con certezza "amicizia", fondano cioè una relazione che arricchisce le due persone , perchè le tira fuori dal loro isolamento esistenziale, innaturale, e le fa crescere e migliorare con l'apporto di questo mutuo scambio di amore e di valori di qualità condivisi , rendendole felici. Quest'amore di predilezione che porta l'io a scegliere , in piena libertà, di donarsi all'altro, è lo stesso percorso che porta, nel caso che il tu sia dell'altro sesso, alla relazione sentimentale e poi a quella coniugale. Ed andando ancora oltre, è lo stesso percorso che l'uomo creatura fa nello scegliere liberamente Dio come il "Tu" della sua relazione, donandogli tutto il suo cuore, in un rapporto che può o condividere col prossimo, come accade nell'apostolato, o rendere esclusivo colla scelta del celibato sia laico che sacerdotale.
Quindi la certezza che hai contemplando il cielo stellato, di ritrovare, lì dove le avevi lasciate, le tue stelle preferite, è la stessa certezza che hai guardandoti dentro, nell'immenso universo della tua intimità, di ritrovare lì dove lo avevi lasciato, colui che avevi scelto come amico, con la "a" minuscola o con la "A" maiuscola, o meglio ancora con entrambe.
Ecco perchè parafrasando l'antico detto "un amico come una stella: è per sempre" !

P.S. Grazie Prof per i tuoi preziosi input che riescono ancora a suscitare riflessioni, e a procurare un ulteriore arricchimento interiore, ad un uomo di 65 anni, che pensava di saperne ormai abbastanza !

sabato 23 maggio 2009

Saggi a confronto !





















La saggezza, dal punto di vista dell'etica, consiste nel riconoscere la differenza tra ciò che è bene e ciò che è male, e nello scegliere di conseguenza l'azione che è volta al bene.

Alcune sere capita che non avendo trovato un buon film da guardare alla TV, vai in cerca di un talk-show, di cui sono ricchi i palinsesti serali, e in cui l'argomento in discussione ti possa in qualche modo interessare. Pigi il tasto del tuo telecomando e si apre lo scenario su un unsieme di persone vocianti che si scontrano su di un argomento futile e di nessuna importanza; dopo un pò ne hai abbastanza, e allora pigi di nuovo, ed ecco un altro gruppo di personaggi che, in un'atmosfera tesa, litigano su di un altro argomento, questa volta però un pò più interessante; ma la confusione che regna nello studio televisivo , dove un sedicente moderatore modera un bel niente, ma invece si adopera subdolamente ad aizzare, i partecipanti al dibattito, allo scontro verbale, e non solo. In conclusione la scena è la copia conforme di quella del talk-show precedente; a questo punto fai un ultimo tentativo su di un'altra emittente, ma ahimè la zuppa è sempre la stessa, ed allora sconfortato ti dai per vinto, spegni la TV, e ti leggi un bel libro o ascolti della buona musica in santa pace, e così hai salvato la serata in extremis.
Allora mi chiedo come sia possibile che ogni sera, in qualsiasi canale TV, di qualsiasi connotazione esso sia, ti trovi davanti un gruppo di persone, che a rotazione sono sempre le stesse, e che sembra che abbiano come unico scopo nella vita quello di mettere in atto uno scontro verbale che diventa fine a se stesso, dal momento che spesso perde di vista l'argomento preso a pretesto del dibattito. Penso allora che debba esserci un'associazione esclusiva, non meglio identificata, e a numero tassativamente chiuso, che definirei COMT (Club degli Ospiti di Mestiere ai Talk-show). Pare che a questi personaggi sia stata data una particolare patente, che li abilita a dibattere su qualunque argomento, sul quale pare sappiano tutto, ma che guarda caso è giusto l'opposto di quell'altro tutto che sa il suo collega e compare al gioco. é un vero gioco delle parti , di stile pirandelliano, dal momento che alla fine è l'incomunicabilità a farla da padrona.
Il malcapitato teleutente, da queste folcloristiche e spesso sconcertanti serate, deve attingere il nutrimento che gli viene offerto su di un determinato argomento, per poterlo, facendolo suo, usare come una delle linee guida della sua vita. Tutti questi ospiti appartengono ad un gruppo molto eterogeneo di persone, quanto al loro ruolo nella società civile: dall'intellettuale in genere, al filosofo, al politico, fino al transessuale, o alla pornostar, con tutto il rispetto per la sua persona ma non certo per il suo infame mestiere, passando per tutta una serie intermedia di variegate professioni. Bene tutti costoro dicono la loro, danno opinioni, sono quindi opinionisti, o megio, direi pseudo-opinionisti, perchè l'etichetta di opinionista verace può essere appannaggio solo di chi ha studiato e si è formato su una ben determinata disciplina e dibatte specificamente su quella: il medico sulla medicina, il filosofo sulla filosofia, lo scrittore sulla letteratura e via dicendo. L'altra etichetta di pseudo-opinionista invece è appannaggio di tutti gli altri, i quali danno le loro illuminate e definitive sentenze in campi di cui non sanno e non possono sapere nulla, come per esempio la star del cinema sulle cellule staminali, lo stilista di grido sul matrimonio dei preti, il calciatore su come si insegna l'educazione sessuale nelle scuole, e quant'altro essendo tali e tanti gli accoppiamenti possibili fra il tipo di professione e il problema affrontato. Poco importa se l'argomento sia la moda , la morale, la religione, lo sport, o la fame nel mondo. Tutti costoro pare siano in grado di dissertare con pieno diritto su qualunque cosa ed essere un'autorità in merito. E' proprio il caso di parlare di appropriazione indebita. Ecco che nasce così in maniera quasi spontanea e naturale la figura del "tuttologo", per cui giusto per fare due esempi emblematici ed illuminanti : ci viene proposto il parere sull'indissolubilità matrimoniale da un filosofo che ha 3 o 4 matrimoni falliti alle spalle, o il parere sulla castità nel sacerdozio da parte della pornostar di cui accennavo prima. E così torno al titolo del post, chedendomi ma dov'è il saggio o chi è il saggio ? E' forse uno di questi personaggi che ha avuto la patente di tuttologo da parte di un ente mediatico non meglio identificato ?
Il saggio dei tempi passati nei suoi pronunciamenti faceva riferimento a valori fondanti ed assoluti, validi per l'uomo di tutti i tempi, che analizzava e proponeva con molta prudenza ed umiltà ai suoi discepoli, il tuttologo invece fa riferimento ad ambiti cui da impropriamente il rango di valori, non più assoluti ma relativi, che allora è più proprio ed onesto definire come disvalori, dispensati al prossimo come verità sacrosante a cui fare riferimento . Colui che fruisce e si nutre delle opinioni di questi ultimi è il povero teleutente spesso portatore di una cultura, come quella odierna, approssimativa e superficiale, appresa da fonti mediatiche per lo più manipolate, che facendo sue queste massime di saggezza ne fa un manuale da seguire per la sua vita quotidiana, e si trincerano dietro un: "ma questo lo affermano Tizio e Caio".
I sette savi della scuola di Atene da Talete a Misone, passando per Pittaco, penso che siano nelle loro tombe a rivoltarsi presi da acute crisi convulsive. "Il saggio" si connota per delle caratteristiche tipiche, alcune delle quali sono: la competenza profonda di ciò che vuole insegnare, il modo di comunicarlo pacato e sobrio, usando la prudenza e l'umiltà, sapendo bene che ciò che si è proposto oggi come valido, potrebbe non esserlo il giorno dopo, e non ci si è sforzati di migliorarsi in un arricchimento personale continuo, per la responsabilità che si ha verso gli altri di ciò che si insegna. "Il tuttologo", il cui esemplare abbiamo ogni giorno la possibilità di vedere ed ascoltare sul piccolo schermo, al contrario non è sempre competente di ciò di cui parla o straparla, comunica in maniera spesso astiosa, dialettica e spesso litigiosa, usa poco o nulla la prudenza reagendo d'istinto e senza riflettere a quelle che ritiene solo provocazioni, e non è affatto umile ritenendosi onniscente ed onnipotente. Il peccato che lo caratterizza è quello tipico dei nostri giorni: "la vanità intellettuale".
Per concludere e sintetizzare il mio pensiero prendo due esempi a caso: da Vittorio Sgarbi e Margherita Hack ascolterei con grande interesse ed attenzione , una lezione di Storia dell'Arte e di Astrofisica rispettivamente, essendo entrambi delle autorità competenti nel loro campo, l'arte e l'astronomia, ma nessuno mi potrà mai obbligare ad accetterli come saggi ed autorevoli maestri della mia vita pratica e morale !

P.S. Perdonatemi se in qualche passaggio di questo mio post ho peccato anch'io di "tuttologia", ma si sa che chi pratica lo zoppo può rischiare anche lui di zoppicare !
Mi scuso con coloro di cui non ho pubblicato l'immagine, è stato per pura sobrietà, erano veramente tanti per metterceli tutti !

venerdì 15 maggio 2009

Nonno Baffo, preferisce le lingue straniere !

"Grandfather", "granpère", "großvater", questi i vocaboli con cui si definisce la parola nonno, ovvero "granpadre", rispettivamente in inglese, francese, tedesco e per aggiungere anche un tocco di esotismo "büyükbaba" in turco , dove büyük significa appunto grande. Come è ben evidente la parola papà è sempre preceduta nei rispettivi idiomi dall'aggettivo grande. In queste come in altre lingue non ci si è preoccupati di ricorrere ad una parola specifica per definire il nonno. Era per così dire naturale attribuire l'aggettivo grande alla parola padre per definire in modo efficace la figura e il ruolo di un nonno. Oggi che come ben sapete sono nonno di Giulio, mi ritrovo a condividere pienamente questa scelta da parte della tradizione linguistica delle nazioni citate e di tante altre. Non volendo inoltre considerare il fatto che sono anche il padrino di battesimo di mio nipote; Giulio mi viene spesso affidato dai genitori, ritenendomi capace non solo di badare ma anche di provvedere alla formazione del loro bambino nel tempo che trascorre con me. Quindi mi prendo carico insieme a loro della della sua crescita sia fisica che soprattutto morale, incarico che mi conferisce una grande responsabilità, che cerco di assolvere al meglio delle mie possibilità.
Io che ho allevato insieme a mamma E.R ben sei figli, penso di aver acquisito una discreta esperienza; ma i tempi sono cambiati considerando che Baffer-One ha 42 anni e Baffer-Six 23, e quindi i contenuti e il modo di trasmetterli a mio nipote devono essere rapportati alla realtà di oggi. I contenuti, cioè i valori e il modo di trasmetterli, cioè il modo di educare, per mantenere la stessa valenza che hanno avuto con i miei figli, hanno però bisogno, per essere accettati e resi appetibili da un bambino di oggi, da parte di chi se ne fa carico, che questa persona sia stata attenta ai cambiamenti della realtà sociale e si sia appropriato via via delle nuove dinamiche che condizionano la vita dell'uomo contemporaneo. Bisogna che questa persona abbia arricchito il suo bagaglio culturale rendendolo competitivo nel confronto colle nuove mode, senza rimanere, come si dice oggi fuori dal mercato. Il rischio che altrimenti si corre è che quei valori , ancora pienamente validi e fondamentali per l'educazione, vengano ritenuti obsoleti, per il solo fatto che non si è stati capaci di adeguarli, senza snaturarli, ai nuovi tempi che viviamo. Il tempo è trascorso ma il nostro essere autorevoli, nel senso di cui dicevo in un post precedente, agli occhi della nuova gioventù deve rimanere sempre un nostro obiettivo prioritario per il loro bene.
Tutto ciò per dire che se fossi stato convinto che con l'aver conseguito sul campo la mia "laurea di genitore" con buoni voti, ritenendomene definitivamente appagato e soddisfatto, avrei senz'altro fallito, se non mi fossi attivato per conseguirne sempre sul campo un'altra , quella di "livello avanzato", cioè quella che si chiama oggi in ambito universitario "laurea magistralis", che mi ha permesso di stare al passo coi tempi. Ed ecco che se prima ero solo padre, ora sono nonno, cioè due volte padre, avendo potenziato le mie capacità per affrontare le nuove sfide educative che mi si presentano oltre che per i miei figli, soprattutto per mio nipote Giulio e per gli altri che il Signore vorrà loro concedere.
Così si spiega la mia preferenza per la dizione di "granpadre", piuttosto che semplicemente di nonno, che mi sembra riduttiva e non colga tutto il potenziale che gli viene conferito dalle lingue parlate nelle altre nazioni !

Una onlus col pallino di un "particolare aiuto" alla famiglia !

Oggi accendendo la radio mentre mi trovavo in auto, mi sono imbattuto, su Radio DJ, in uncollegamento fra il conduttore del programma ed una garbatissima signora , che stava spiegando cosa fosse Dynamo Camp: un'associazione onlus che gestisce un campo vacanze estivo rivolto gratuitamente a bambini e ragazzi dai 7 ai 16 anni affetti da patologie gravi o croniche in terapia o nel periodo di post ospedalizzazione. Era la prima volta che ne sentivo parlare, e dall'entusiasmo appassionato con cui veniva illustrata l'iniziativa, ho avuto subito la sensazione che doveva trattarsi di un progetto serio e di qualità. Sono riuscito a cogliere al volo l'indirizzo del sito, che sono andato subito a visitare di ritorno al mio computer, e mi sono entusiasmato anch'io per ciò che vi ho trovato. Il mio sesto senso mi suggerisce che deve trattarsi di qualcosa di veramente valido. Preferisco non spendere parole con opinioni personali, e lasciare a voi di scoprire da soli questa interessante realizzazione, navigandoci dentro liberamente. Spero che qualche famiglia che si trovi nelle condizioni richieste, possa trovare, se ne avesse bisogno, un aiuto concreto al suo particolare problema.
Eccovi l link per accedere al sito:




P.S. La Dynamo Camp fa parte dell' Association of the Hole in the Wall Camps, fondata da Paul Newman nel 1988: l’impegno di Newman in favore dei bambini affetti da malattie gravi o debilitanti non è mai cessato. La sua infinita passione era che questi bambini potessero avere anche loro un posto dove “rilassarsi e poter fare un po’ di casino” .



giovedì 14 maggio 2009

Un altro dei Baffer'S in libreria !


In questi giorni è possibile trovare in libreria l'ultima produzione storico-letteraria di Baffer-2, dal titolo: "Nobiltà allo specchio". Auguro all'autore, con un non celato pizzico di orgoglio paterno, una favorevole accoglienza al suo nuovo libro.

mercoledì 13 maggio 2009

World Builder : " l'artefice di un mondo virtuale "

In un delicato e piacevole corto, di appena 9 minuti, il 42enne filmmaker Bruce Branit, esperto computer-graphics, che ha ricevuto 4 Emmy Award nominations per la sua collaborazione in Star Trek, ha realizzato, con una tecnologia informatica all'avanguardia, questo breve ed accattivante filmato. Branit, nei panni di un originale innamorato, usando con maestria i suoi strumenti olografici, attraverso una sobria e poetica sceneggiatura a cavallo tra Matrix e Love Story, costruisce un'intera città virtuale, per farne dono alla donna che ama, sperando che questa si risvegli dallo stato di coma in cui si trova.
Ed ecco che ad un tratto, come era prevedibile, il fittizio mondo virtuale, elaborato pur con tanto amore dalla creativa fantasia del nostro protagonista, si dissolve, provocandogli un profondo scoramento. Ma il ritorno al mondo reale gli permette di riappropriarsi del conforto che gli deriva da una rassicurante "speranza".
Questa la mia lettura del film, e la vostra ?

P.S. Essendo il film in alta definizione, consiglio una visione a schermo intero, cosa possibile cliccando direttamente sull'immagine e usando l'icona per ingrandire su You Tube.

venerdì 8 maggio 2009

L' icona della tenerezza !


Non può che commuovermi un Dio che si è fatto bambino inerme, abbandonandosi fiducioso nelle braccia di due creature umane, sicuro di riceverne affetto e protezione. Ognuno di noi dovrebbe chiedersi quante volte ha tradito questa Sua fiducia, con la quale, lasciandoci liberi di accoglierLo o meno, ha accettato il rischio di essere rifiutato !
Notizie dell'icona, unica nel suo genere:
Autore: Scuola di Ochrida (XIV secolo)
Titolo: Sacra Famiglia
Icona Originale: Chiesa di Ochrid (ex Iugoslavia)

Il blog cambia nome !


Come potete ben vedere dalla nuova intestazione, dal nuovo profilo e dalla nuova foto, qualcosa di molto importante ha cambiato la mia vita, dandole più completezza, allegria e ricchezza. Adesso c'è il piccolo Giulio che tendendomi la sua manina mi fa compagnia, mi incoraggia e mi invita a continuare insieme a lui l'affascinante avventura per i sentieri di questo mondo !

mercoledì 6 maggio 2009

Genitori e figli: una relazione autorevole !




Tra l'essere autoritario e l'essere autorevole ci corre una bella differenza, che purtroppo, anche se da quasi tutti condivisa, viene messa in atto solo da pochi. In una relazione fra due persone, quasi sempre o per età , o per ruolo, una delle due deve esercitare l'autorità e l'altra esserne il referente. Ora, chi detiene l'autorità, se la esercita in maniera autoritaria provoca un' istintiva reazione di rifiuto da parte dell'altro, cosa che non accade alla persona che la esercita in maniera autorevole, da cui invece viene tranquillamente accettata. Dove sta la differenza per giustificare reazioni così opposte ? Secondo me due sono i requisiti principali che fanno la differenza nell'esercizio dell'autorità: innanzitutto la qualità o se vogliamo il valore, non materiale s'intende, di ciò che si richiede all'altro, e in secondo luogo l'esemplarità con cui vive lo stesso valore la persona che lo sollecita. Esemplarità che si basa anche sulla coerenza, e dal momento che nessuno è infallibile, dobbiamo anche avere l'umiltà di saper ammettere eventuali sbagli, chiedere scusa, e rettificare l'intenzione. Tutto ciò è chiaramente essenziale nelle relazioni di tipo educativo. L'esercizio dell'autorità inoltre si mette in atto essendo autorevoli ora nell'ambito del fare, ora nell'ambito dell'essere. I due ambiti vengono messi in gioco, prevalendo ora l'uno ora l'altro, in momenti diversi della vita di una persona da educare, e in rapporto al valore a cui educare, potendo essere questo o di tipo materiale o di tipo morale.
Questo è ciò che io personalmente ho tentato di mettere in atto nell'educare i miei figli mettendo in gioco la mia autorità paterna, in un primo momento principalmente nel modo di fare, e in un secondo momento principalmente nel modo di essere. Nel campo del fare come in quello dell'essere sei un'autorità in rapporto ad una cosa o ad un valore se rispettivamente la sai fare o lo vivi bene, ma diventi autorevole se sei capace anche di insegnare questa cosa o questo valore agli altri. Chi avrà imparato da te, riconoscerà la tua autorità e la accetterà come qualcosa di piacevole e sarai divenuto ai suoi occhi un punto di riferimento credibile perchè avrai fatto crescere le sue capacità, e quindi sarai autorevole. Chi invece non trasferisce il proprio sapere o le proprie capacità agli altri ( per esempio genitori ai figli ) si appropria di questi suoi talenti e li usa spesso in maniera autoritaria, poichè dà la colpa agli altri ( per esempio ai figli ) di non essere
capaci di qualcosa, e non si rende conto che la colpa dell'insuccesso dell'altro è invece frutto del suo egoismo che lo ha portato a non far fruttare questi suoi talenti non avendoli messi a servizio con amore a beneficio degli altri. E' così che si diventa colpevoli dell'interruzione della continuità culturale, nel senso più ampio, da genitori a figli, mancanza culturale di cui saranno ritenuti i responsabili e quindi viste come persone autoritarie.
A questo punto sono sicuro che già molti di voi si saranno chiesti se Baffo ,vista l'età, sia andato fuori di testa, avendo associato al post delle immagini completamente fuori luogo, attinenti di più allo scoutismo. Niente paura, per mia e vostra tranquillità, le immagini sono quelle giuste, e si riferiscono agli spunti che mi hanno spinto a queste considerazioni. Sarò più chiaro: mentre facevo da nonno-sitter al piccolo Giulio, cercavo di immaginarmi come avrei trascorso il mio tempo con lui quando fosse diventato un pò più grandicello: la mia memoria, a questo punto, è andata a ritroso nel tempo, ripescando momenti di vita vissuti con i miei figli da piccoli. Mi riferisco ad un arco di tempo in cui avevano fra i 6 e i 10 anni circa. Ognuna delle tre figure fa riferimento ad uno dei miei figli maschi, sinceramente non ricordo quale con precisione, ai quali ho rispettivamente insegnato a pescare, a costuire una fionda, a mettere in piedi una tenda da campeggio, tutte attività, come appunto dicevo, vista l'età, che attengono tutte all'ambito del fare. Delle figlie femmine si è interessata naturalmente mamma E.R. , infatti avreste forse trovato immagini attinenti il ricamo, il lavoro a maglia o l'arte culinaria.
Schematizzo da medico il protocollo da mettere in atto: a) scegliere un'attività in cui siamo discretamente abili , b) incuriosire il figlio di turno, appassionandolo con racconti personali piacevoli circa la suddetta attività, c) spiegare in linea di massima i mezzi necessari da mettere in atto per realizzare "insieme" la stessa, d) e se il figlio mostra interesse , e a quell'età lo si vede dalla luce che brilla nei suoi occhi, passare senza portarla per le lunghe alla fase operativa.
Ad un figlio raccontai come da ragazzo intorno agli 8 anni, abitando d'estate in una casa vicino al mare, mi fossi appassionato alla pesca con la canna dalla riva costituita da scogli. Si mostrò entusiasta, e ci attivammo subito per la nostra battuta di pesca. Scegliemmo una domenica mattina, con sveglia all'alba; come luogo scelsi lo stesso della mia infanzia, ancora accessibile; nei giorni precedenti andammo in cerca di 2 canne da pesca senza mulinello come si usava un tempo,e alla sua domanda ovvia sull'esca da usare, gli spiegai che sul luogo avremmo trovato dei piccoli molluschi adatti all'uopo ('a granciudda). Quella mattina la sua gioia era incontenibile, arrivammo alle 6,30 circa sul luogo, trovammo per mia fortuna ,ancora esistenti, i piccoli animaletti da usare come vittime sacrificali, armammo le canne e gli spiegai i movimenti da fare, e di tenere sempre d'occhio il galleggiante. Non fu una mattinata molto fortunata per via delle condizioni del mare, ma qualche piccola preda la catturammo, e in particolare mi ricordo il primo piccolo argenteo e guizzante pesciolino attaccato alla sua canna che lo battezzo come pescatore. Per farla breve tornammo a casa un pò assonnati, ma entrambi felici di aver condiviso quella particolare esperienza in comune. Penso che in quell'occasione guadagnai un bonus virtuale di mille punti da parte di mio figlio nella speciale classifica dei padri pescatori. Mi piace pensare che qualche anno dopo leggendo "Il vecchio e il mare"di Hemingway, abbia visto in me il vecchio pescatore cubano Santiago con la sua enorme preda attaccata alla barca.
Passiamo adesso alla fionda: villeggiavamo in collina, e informai un altro dei miei figli di quando da piccolo , nella campagna del mio nonno materno andavo a "caccia" di lucertole con una fionda da me costruita. La cosa fece subito presa. Volle sapere tutto sul modo di costuirne una. Andammo in un bosco non lontano dalla casa, gli spiegai che dovevamo trovare un tronchetto di legno a forma di forcella, che felicissimo riuscì a trovare da solo. Lo portai poi in paese, dove dal gommista ci procurammo un pezzo di vecchia camera d'aria, dal calzolaio un un pezzetto di cuoio di circa 5 centimetri, e in merceria un rocchetto di filo e una candela. Era curiosissimo nell'attesa della messa in opera dell'arma di guerra. Con un coltello affilato gli mostrai i punti in cui tagliare il legno, le intacche da praticare per alloggiare le striscioline elastiche nere di camera d'aria, legate poi col filo dopo averlo cerato con la candela per serrarlo meglio, e per ultimo applicai alle due estremità il pezzetto di cuio a cui avevo praticato due fori. I suoi occhi si erano fatti più grandi e stupiti mentre osservava la fionda ormai ultimata venuta fuori dalle mie mani. Passammo poi alla pratica, si decise di buon accordo di graziare le povere verdi lucertole, e organizzammo un tiro a bersaglio a delle lattine di cocacola vuote. Gli insegnai come impugnarla, e dopo non pochi tentativi riuscimmo entrambi a fare il nostro centro. Lui era al settimo cielo, ed io devo confessarlo molto soddisfatto di me stesso. Altro bonus da mille punti nella classifica dei padri cacciatori. Qualche hanno dopo penso che si sarà ricordato di me nelle vesti di un certo biblico Davide e del gigante Golia.
Terzo ed ultimo aneddoto quello della canadese a due posti, che proposi, andando in gita insieme con un altro figlio, non certamente di costruire, ma di montare ben salda sul terreno, per poi passarvi la notte. Divenne esperto di picchetti, sagole, ganci, moschettoni ed altri accessori, e si diede da fare al meglio per aiutarmi nel tirarla su, seguendo con attenzione le mie spiegazioni. La notte fu turbata comunque se ben ricordo da un fastidiosissimo vento. Altri mille punti nel carniere nella classifica dei mpadri scout. Per non far torto a quest'ultimo figlio spero che abbia visto più avanti negli in me un certo Robinson Crusoe.
Ai tremila punti guadagnati in quelle tre occasioni se ne sono poi aggiunti tanti altri negli anni a seguire, guadagnati sia insegnando ai miei figli cose da fare che erano un mio patrimonio di capacità manuali, sia passando poi ad educare in loro le virtù umane che li avrebbero portati ad essere uomini maturi, sforzandomi in quest'ultima fase di essere per loro il miglior esempio di coerenza tra ciò che si predica e ciò che si mette in pratica.
La mia patente di genitore autorevole penso proprio di essermela sudata, qualche volta anche sbagliando, ma sempre disposto a scusarmi e a farmi perdonare, anche così si accumulano altri punti, forse i più preziosi.
Ma ricordatevi di una cosa molto importante: che la patente di guida si rinnova ogni 10 anni con l'apporvi una semplice marca da bollo acquistata da qualsiasi tabaccaio, mentre quella di genitore , di marito o moglie autorevole in famiglia, di docente autorevole a scuola o all'università, quella di dirigente autorevole sul posto di lavoro, o quella di persona autorevole in qualsiasi altra relazione, va rinnovata ogni giorno, coll'apporvi la quotidiana gratitudine che ci saremo guadagnati da parte di figli, moglie, marito, alunno, studente, dipendente o amico che sia.

sabato 2 maggio 2009

Buon compleanno a Baffer-3 alias Prof 2.0 !






Il blog di Baffo non poteva far a meno oggi, giorno del 32° compleanno di Prof 2.0, in rete col suo imperdibile blog, di festeggiarlo formulandogli gli auguri più affettuosi. Ringraziandolo per le belle cose che ci racconta , invito i suoi fans, che volessero associarsi agli auguri, di farlo con un loro commento a questo post.

Augurisssssssiiiiiiiiiiiiiiiiimmmmiiiiiiiiiiiiii ! Baffo