La mia foto
Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

mercoledì 31 dicembre 2008

Cosa leggere durante queste feste ?

Forse con un pò di ritardo vi consiglio di spendere qualche ora in compagnia di un agile volumetto dal titolo:" e Dio fece il presepe ", di E. Monasterio, la cui lettura servirà senz'altro a nutrire di nuova linfa vitale il vostro cuore forse un pò inaridito e disamorato, stimolandovi ad un rinnovato interesse per un futuro migliore.
Definirei l'appassionante contenuto del libro: "la madre di tutte le favole", come si usa dire oggi.
Ben sapendo che ciò che vi è narrato è un vero fatto storico e non un semplice parto della creativa fantasia dell'autore.
Però va letto con l'atteggiamento proprio di un bambino, quando ascolta una favola, cioè con meraviglia e stupore, attitudini che la sua mente ancora priva di sovrastrutture, come invece è la nostra, gli consente.
Accettate il consiglio e buona lettura, poi fatevi sentire per darmi il vostro parere a cui tengo molto.
Certo di non avervi bidonato, ne vale veramente la pena, ancora auguri per il Nuovo Anno, il vostro Baffo.
Ve ne offrò un piccolo ma significativo accenno: "Il Natale non è un anniversario, nè un ricordo. Non è neanche un sentimento. E' il giorno in cui Dio fa un presepe in ogni anima."

domenica 28 dicembre 2008

Una lavagnetta magnetica x comunicare !


E' stata una necessità pratica, quella che mi ha portato ad appendere una piccola lavagnetta magnetica in un angolo discreto della nostra cucina-pranzo. E ciò per poter ognuno della famiglia scriverci sopra cose necessarie, perchè mancanti, rendendo così più facile redigere la nota della spesa settimanale. La sorpresa è stata che fra un prodotto e l'altro, fra un alimento e l'altro, sono comparse, talvolta anonime, talvolta firmate, varie scritte ( slogans, frasi, pensieri, citazioni, consigli, saluti, auguri, considerazioni personali ) o applicate foto e vignette, il tutto lasciato alla libera lettura e alla riflessione dei vari componenti la famiglia. E' veramente sorprendente l'aver scoperto questa nuova maniera spontanea ed originale di comunicare in assenza dell'interlocutore, che si è andata ad aggiungere a quella già esistente e abituale nella nostra famiglia quando ci troviamo fisicamente e contemporaneamente insieme. Non ci crederete ma questa lavagna arricchisce ogni giorno di più con le sue scritte le nostre relazioni familiari.
Fate anche voi l'esperimento, rimarrete sorpresi di quante cose ognuno di noi ha da comunicare agli altri. Provateci, costa pochi euro: una piccola lavagna magnetica, un chiodo per appenderla, qualche calamita, e un pennarello per scriverci sopra. Diventerete creativi e vi divertirete tanto !

venerdì 26 dicembre 2008

Il carattere : comportamento o temperamento ?

Il carattere di una persona è il suo comportamento acquisito come conseguenza della più o meno buona formazione ricevuta durante la sua crescita , e quindi connotato rispettivamente da pregi o da difetti. Più spesso però il carattere viene qualificato negativamente portandoci a dire: "sono fatto così", "questo è il mio modo di essere", "questa è la mia indole e non posso farci niente", come fosse un marchio indelebile, usato spesso come alibi per giustificare i nostri difetti contro i quali non vogliamo lottare. Il carattere non è congenito, se cattivo lo si può modificare in meglio educandolo a beneficio degli altri che devono convivere con noi in maniera serena. Dobbiamo, con l'uso della volontà, essere padroni di noi stessi e non schiavi di quelle passioni negative capaci di alterare il nostro naturale modo di essere, orientato al bene. Diversa cosa è il temperamento di una persona che positivamente si traduce nel dire: "avere catattere", cioè "avere polso", essere cioè un uomo che esprime coerenza e fortezza ed è testimone della verità; apparendo autorevole agi occhi degli altri. Il temperamento è connaturale alla persona, è un suo abito costitutivo, non così i comportamenti caratteriali, che invece si vanno strutturando col passare del tempo positivamente o negativamente.
A tal proposito ben poteva affermare San Josemaria Escrivà:
"Non dire:“Sono fatto così..., sono cose del mio carattere",
sono cose della tua mancanza di carattere: sii uomo —esto vir."

mercoledì 24 dicembre 2008

" Gli auguri di Baffo e di Mamma E.R. "


Sperando che questo nostro sorriso sia per voi tutti una "rassicurante compagnia" per il Santo Natale e per tutto il prossimo Anno Nuovo !

Giuseppe e Rita

lunedì 22 dicembre 2008

San Paolo sulla via di Damasco !



Che questo Natale sia per tutti noi l'occasione di una nuova conversione, di una conversione di tipo paolino (ognuno di noi ha diritto alla sua via verso Damasco), quindi di una conversione non lenta e tiepida ma, con l'aiuto di Dio, immediata e vibrante.
Subito un proposito: una semplice confessione !


giovedì 11 dicembre 2008

Natale: tempo di regali !
















Queste riflessioni che sento il bisogno di mettere per iscritto, sono state provocate in me da una affermazione di Prof 2.0 in un suo post dove ci spinge a donarci per il prossimo Natale non solo cose ma "pezzi della nostra vita". Questa frase mi ha costretto a fare un esame sul mio comportamento in questo periodo festivo , è mi sono reso conto che quando acquisto un regalo per qualcuno, oltre a darmi piacere al pensiero dell'altro nel riceverlo, mi dà anche un piacere più sottile e personale che è quello della gratificazione di me stesso per l'atto di bontà che sto esercitando, prescindendo dalla persona destinataria del dono.
Talvolta, per fortuna non sempre, nel fare i regali natalizi c'è sotto una compensazione alle attenzioni che non abbiamo avuto durante tutto l'anno per gli altri,: è un tacitare incosciamente la nostra coscienza che con una sfumatura di egoismo ci fa sentire appagati e soddisfatti di noi stessi; è un investimento che facciamo per acquistare un giudizio positivo da parte degli altri. Stiamo dando cose anonime e non il nostro cuore, il nostro tempo, la nostra attenzione, la nostra disponibilità, la nostra accoglienza, la nostra pietà, in poche parole il nostro amore. Il piacere che talvolta proviamo a comprare cose perdendo di vista il gesto del donare con amore è ciò che porta al consumismo. Ed è su questo dato emotivo, non dichiaradolo apertamente, che fa leva il mercato; è come se facessimo un regalo a noi stessi.
Però c'è un ambito dove la donazione disinteressata, secondo me, è possibile, ed è quello delle relazioni umane. Cos'è la relazione se non un dono gratuito e reciproco tra due persone.
Nella relazione è possibile non riservarsi niente per se stessi, infatti quando questo non avviene la relazione non è tale, perchè condizionata da ciò che teniamo gelosamente per noi stessi senza volerlo condividere con l'altro , e quindi va in crisi. E' proprio dell'uomo, per le sue limitazioni affettive, che spesso il dare non è sempre disinteressato ma quasi sempre legato al bisogno di ricevere qualcosa in cambio. Comunque c'è un regalo che forse è libero da questa connotazione egoistica , ed è ciò che si dona appuno nella genuina relazione fra persone, sia essa coniugale, genitoriale o amicale.
Non dimentichiamo, per concludere, che vi è un'altra relazione, la più nobile in assoluto, quella dell'uomo con Dio. Il vero regalo di Natale ce lo fà il Signore , donando tutto se stesso sotto forma di bambino inerme, indifeso e bisognoso del nostro amore, che consegna nelle nostre mani il prezioso dono "non di un pezzo ma di tutta la sua vita".
Dedico questo post a Vanda e Alessandro, due cari e simpatici amici, incontrati per caso da poco tempo sul web, sperando che lo accettino come un piccolo ma sincero dono natalizio, per loro e per i loro fortunati figli, da parte di Baffo.
P.S. Familiari e parenti stiano comunque tranquilli, avranno il loro regalo e insieme per certo un pezzetto del mio cuore!




sabato 6 dicembre 2008

Gli scatti di Baffer-six !


"Fiori trascurati"

venerdì 28 novembre 2008

"E se mancano i fondamentali ?"

dalla pagina delle offerte d'impiego:

AAA cercansi educatori ambo-sessi, di buona volontà,
dotati di valori umani fondamentali e desiderosi di
trasmetterli con amore a bambini che ne hanno urgente
bisogno per la loro crescita completa ed armonica.
Ottima retribuzione!

Non mi meraviglierei se fra non molto leggessimo sui quotidiani, nella pagina delle offerte d'impiego, un simile annuncio, anche se spero che ciò non accada mai.
Vediamo come si potrebbe arrivare ad un simile paradosso: nello sport si usa valutare la bravura di un atleta se nelle sue prestazioni dimostra di possedere i cosiddetti "fondamentali", cioè quelle attitudini di base che ne fanno un praticante dello sport che sappia svolgere il suo ruolo con efficacia e performances di buon livello tecnico. La maggior parte degli atleti ottiene questi risultati con un impegno continuo e un allenamento costante e sacrificato, per migliorare quelle attitudini di base. Vi sono poi altri che chiamiamo fuoriclasse, che raggiungono prestazioni di alto livello, perchè dotati di talenti naturali fuori dal comune. Ma non è di questi che intendo parlare, poichè rappresentano un'eccezione. La normalità è che vi sono buoni calciatori, tennisti, nuotatori, sciatori, insomma buoni praticanti di qualsivoglia sport capaci di rggiungere nelle rispettive discipline quei risultati necessari e bastevoli a fare di loro dei buoni atleti. Il parallelo che voglio tracciare è quello fra questi ruoli sportivi e quelli più svariati svolti nella società attuale, come, per citarne soltanto alcuni , quello di lavoratore, professionista, genitore, professore, insegnante, politico ed altri. Colui che esercita ognuno di questi compiti , svolgendolo al meglio e con la necessaria competenza, "i fondamentali" appunto, pur senza essere un fuoriclasse, sarà senz'altro un buon interprete del suo ruolo. La mia analisi però risulterebbe così un po' generica, per cui intendo prendere in considerazione soltanto "il mestiere" di educatore in generale e più in particolare di genitore, professore, maestro, sacerdote, in poche parole di formatore, cioè di coloro che hanno la responsabilità di coltivare la mente e il cuore delle persone loro affidate o per natura o per professione, trasmettendo loro i valori necessari per farne degli uomini adulti maturi e quindi liberi. Ed ecco la domanda che mi pongo e che vi pongo: oggi, in una società che si sta lentamente deteriorando, e che va perdendo o ha perso le coordinate di riferimento per orientarsi al bene, esistono ancora quei "fondamentali" che devono essere patrimonio imprescindibile di quelle persone deputate a formare le coscienze delle giovani vite che saranno il futuro di queta nostra società malata, e che senza i quali è impossibile educare? Non intendo dare un taglio totalmente pessimistico a queste mie considerazioni, ma realistico sicuramente, e mi chiedo se sia veramente possibile far invertire il trend negativo di questa società in un trend positivo.
"I fondamentali" necessari alla crescita dei giovani sono ancora patrimonio di noi educatori? Sono da noi conosciuti e condivisi? Ne avvertiamo la necessità? Siamo capaci di comunicarli? Temo che il clima di relativismo in cui viviamo da un punto di vista culturale, sia la malattia che ha reso l'uomo incapace di coltivare questi valori fondamentali di riferimento, che essendosi appunto relativizzati hanno perso efficacia formativa, lasciando spazio al dilagare dei disvalori oggi di moda. Ho sei figli adulti ai quali ho cercato di comunicare, donandoglieli con amore, questi valori, e posso dire di esserci in buona sostanza riuscito. Ma adesso che ho un nipotino di appena 2 mesi, mi chiedo: sarò capace di fare altrettanto con lui, facendoglieli accettare per il suo bene, in un mondo che oggi li ha quasi del tutto messi da parte non ritenendoli più essenziali per la crescita dell'uomo? "Che atleta sarà questo bambino senza i suoi fondamentali?"
E' solo la ferma fiducia in ciò che di buono vi è nel cuore di ognuno di noi che mi dà la speranza del recupero di una così delicata situazione, credo infatti che sarà l'istinto di conservazione dell'uomo quello che, alimentato dall'imprescindibile aiuto della grazia di Dio, ci farà riscoprire i valori necessari da trasmettere alle nuove generazioni per risalire la china e di riappropriarsi della felicità alla quale hanno diritto.

domenica 9 novembre 2008

Album di famiglia : " la storia infinita del baffo "





Ho scoperto,in una antica immagine, che
anche il trisavolo Gaetano era un
orgoglioso portatore di baffi.
I Baffers stanno per diventare storia !

venerdì 7 novembre 2008

Nota di costume !
















A proposito di " abbronzatura " !

Mi viene da pensare che siamo proprio alla frutta se molti esponenti del nostro Parlamento a cui sono affidate le sorti del nostro Bel Paese, ad una senz'altro infelice sortita a cui ci ha abituato il nostro Presidente del Consiglio, abbiano reagito, con una totale mancanza di "sense of humour" e di "senso del ridicolo", mettendo in piedi un vero e proprio caso politico con tanto di implicazioni internazionali.
E' veramente giunto il momento di voltare pagina, con un radicale cambiamento di questi obsoleti rappresentanti della nostra politica, di qualunque colore e schieramento siano, mettendo al loro posto uomini che sappiano innanzitutto svolgere il loro ruolo di esponenti parlamentari in maniera responsabile e seria riguardo ai problemi reali del paese, e che inoltre ci restituiscano la voglia e il gusto di sorridere delle banalità della nostra vita politica quotidiana.
P.S. E se fosse solamente tutta un' enorme macchinazione della CIA, e in realtà Obama è semplicemente "lampadato" !

giovedì 6 novembre 2008

Il primo inquilino " colored " della Casa Bianca !



La storia ha scritto un'altra sua pagina del tutto imprevista fino a poco tempo fà. Il senatore democratico Barack Obama, un afro-americano di 47 anni, è stat eletto 44° presidente degli Stati Uniti. Lo schiavo africano di colore del XV secolo è diventao dopo 5 secoli il presidente dei suoi atavici padroni. Dal momento che la popolazione di colore negli States non è sicuramente la maggioranza degli elettori, mi chiedo allora come si sia potuto arrivare a questo clamoroso risultato. Non sono nè un politologo nè un sociologo, quindi piuttosto che dare un giudizio tecnico, posso solo fare delle semplici considerazioni, più o meno azzeccate, da uomo della strada.
Varie possono essere, secondo me, le motivazioni che hanno dato la vittoria a Barack Obama. Ne citerò soltanto 3 , quelle che mi sono sembrate cioè più probabili.
Per cominciare può essersi trattato di una emotiva anche se reale "punizione" da parte degli elettori, della politica dei repubblicani e di Bush in particolare , che hnno portato e mantenuto l'America in guerra, colla minaccia del terrorismo, e ultimamente a una delle crisi economiche più critiche degli ultimi anni.
Un'altra ipotesi, visto che in America sono gli schieramenti di vari gruppi e associazioni che condizionano il voto con il loro finanziamento alla campagna elettorale, è che sia stato un determinante sostegno da parte di quelle lobbies di potere che hanno visto in una presidenza di Obama un nuovo spazio di manovra per i loro non sempre ortodossi interessi, molteplici e difficili da individuare.
Un'ultima ipotesi in fine potrebbe essere la maturazione delle coscienze dei cittadini americani, che hanno finalmente accettato il candidato Obama, indipendentemente dal colore della sua pelle, come persona capace, umanamente e moralmente, di portare avanti un effettivo cambiamento nella società americana. Sulla qualità di questo cambiamento e i suoi contenuti morali ci sarebbe poi molto da indagare, per capire se alcune delle cose dette in capagna elettorale, su omosessualità, bioetica, aborto, eutanasia e quant'altro, siano state solo strumentali al voto o veramente condivise, per farne contenuti positivi del futuro programma di governo.
Per concludere queste mie , forse banali considerazioni, vorrei che la risposta alla domanda che mi sono posto all'inizio, e cioè come si sia potuto arrivare a questa clamorosa elezione, fosse l'ultima ipotesi presa in considerazione, anche se sono abbastanza scettico in proposito, che cioè finalmente dopo 5 secoli la mente, si è parlato anche di audacia intellettuale, e il cuore degli americani si siano liberati definitivamente del loro pregiudizio razziale.
Penso che ancora una volta sarà la storia a darci la risposta esatta e conclusiva !


Mi permetto di aggiugere qui di seguito un video musicale in puro stile yenkee, che ha accompagnato la campagna elettorale di Obama, dal titolo "Yes, we can".
L'ansia di cambiamento e la speranza di realizzarlo, in esso contenuti, è ciò che mi auguro sinceramente per la nazione americana e per il mondo intero !

Yes We Can - (Si, si può)

Col riavvio del nuovo computer il video si è cancellato, riporto qui di seguito il link da cliccare per poterlo vedere, scusatemi per il disguido, Baffo.

http://it.youtube.com/watch?v=uvtjfRdcyGo

mercoledì 5 novembre 2008

In prestito dal blog di Biancaneve !

In un post del 26 ottobre, dal titolo "Solo per oggi", Biancaneve ha pubblicato una preghiera molto bella di Papa Giovanni XXIII ; mi permetto col suo tacito consenso di proporvela senza alcun commento !


Solo per oggi crederò fermamente,
nonostante le apparenze contrarie,
che la Provvidenza di Dio si occupi di me
come se nessun altro esistesse al mondo.
Solo per oggi avrò cura del mio aspetto;
non alzerò la voce, sarò cortese nei modi,
non criticherò nessuno,
non pretenderò di migliorare nessuno se non me stesso.
Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a
nessuno.
Solo per oggi dedicherò dieci minuti
a qualche buona lettura ricordando che,
come il cibo è necessario al corpo,
così la buona lettura alla vita dell’anima.
Solo per oggi non avrò timori.
Non avrò paura di godere ciò che è bello
e di credere alla bontà.
Solo per oggi mi farò un programma:
forse non lo seguirò a puntino ma lo farò
e mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione.
Posso ben fare per dodici ore ciò che mi sgomenterei
se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.

Gli scatti di Baffer-six !


" Campanili "

venerdì 31 ottobre 2008

Album di famiglia : " anni '40, i miei genitori "


Non vi sembrano venuti fuori da un film di Frank Capra proprio di quegli anni ?







martedì 28 ottobre 2008

Alla villa: pochi i bambini ma molti i cani !















C'era una volta una villa con tanti bambini e qualche cane... ora ci trovi invece tanti cani e pochi bambini...a me piacciono i cani ma preferisco senza dubbio i bambini...

Da giorno 9 ottobre quando ho portato per la prima volta Giulio alla villa ad oggi le nostre passeggiate si sono ripetute più volte. Prendo sempre più gusto a queste ore passate in serenità col mio nipotino lungo questi viali in mezzo al verde. Riesco a lilassarmi come non mi accadeva da tanto tempo e a godere della innaturale e silenziosa tranquillità del posto, ben tenuto e coltivato, e turbato soltanto dall'abbaiare degli esponenti della razza canina e dai richiami dei loro padroni. Non mi è certo mancato il tempo per riflettere ed osservare. Cos'è accaduto in questi 30 e più anni che non ho più frequentato i parchi pubblici. Invero sono cambiate molte cose. Quando portavo i miei figli alla villa la popolazione infantile che la affollava era numerosa e allegramente chiasosa. Era un incrociarsi di carrozzine che trasportavano spinte dalle loro mamme piccoli neonati, un rincorrersi di bambini più grandicelli e dalle guance arrossate, un volteggiare nell'aria di palloncini colorati. Insomma una folla di persone che rappresentavano uno spaccato di serena e gioiosa umanità. Oltre ai molti bambini appunto , dai neonati a quelli più grandetti, numerose tate, molte mamme, qualche papà, parecchie nonne e nonni e gli immancabili pensionati. E poi anche allora qualche cane al guinzaglio. Oggi l'ambiente è completamente cambiato, non più il naturale vociare di bambini, perchè non ce ne sono quasi più, nessun capannello di tate ciarliere, perchè pare siano estinte, rare mamme con carrozzine, pochissimi nonni, assenti i pensionati. E pensare che ero convinto che avrei stretto nuove e simpatiche relazioni con altri nonni come me pensionati al seguito dei loro nipoti. In compenso sono accerchiato da un nutrito numero di cani di tutte le taglie, abbaianti e scodinzolanti ininterrottamente, accuditi con molta cura ed attenzione da amorevoli padroncini che li richiamano con buffi vezzeggiativi, che li accarezzanoe che li nutrono con prelibati bocconcini contenuti in apposite sacche. I proprietari di questi per lo più innocui animali sono costituiti in maggior numero da donne di media e giovane età, da qualche anziana signora, e da ragazzi e tante ragazze. Si fanno notare ancora per la loro assenza i pensionati. A questo punto mi faccio le seguenti domande: dove sono finiti i bambini ? Che ci fanno non dico le anziane signore ma quelle giovani con i loro cani e a quell'ora del giorno ? Sono mamme oppure no ? E se lo sono dove sono i loro figli? E tutti quei giovani che ci stanno a fare in orario scolastico, universitario o lavorativo con i loro fidi animali ? Ed ultima e intrigante domanda che mi pongo, ma i pensionati e i nonni di cui l'Italia si dice sia intasata, dal momento che siamo una nazione di vecchi e ad alta denatalità, dove sono andati a finire ? Le risposte cercherò di darmele poco alla volta nelle prossime passeggiate alla villa, non avendo ancora capito cosa è esattamente successo; e lo stesso invito rivolgo anche a voi. Fatemi conoscere il vostro parere con numerosi commenti a questo post. Il problema a me pare inquietante. Una cosa è certa, e lo dico agli ambientalisti, stiano tranquilli, poichè abbiamo risolto l'annoso problema del verde pubblico, non serve più, non ne abbiamo più bisogno, mancano i clienti, quelli di razza umana almeno, ne godono in compenso quelli di razza canina. Lasciatemi dire, passatemi il termine, e avendo premesso che a me questi quadrupedi sono simpatici, mondo cane !

P.S. Mi chiedo: ma con chi giocherà Giulio ? Spero proprio che non sarò costretto a procurargli un cagnolino !


domenica 26 ottobre 2008

Album di famiglia : " Giulio ti presento il bisnonno "




E' passato un pò di tempo, ma adesso mi riprometto di riprendere con regolarità la pubblicazione di questa rubrica nostalgica, per riportare alla memoria di tutti fatti e personaggi degli anni passati. Questa che pubblico oggi è una foto degli anni '40, di nonno Nino da fidanzato. Per me riveste un fascino particolare, dal momento che ho scoperto che anche mio padre da giovane portava i baffi, quindi posso ben dire che sono un Baffo Doc, avendoli ereditati da mio padre !

venerdì 24 ottobre 2008

" Visitare gli infermi "

Visitare gli ammalati è un' opera di misericordia corporale e quindi un obbligo morale di carità per un buon cristiano; ma per non generare l'equivoco che chi non crede ne sia esentato, voglio ricordare che esiste anche un obbligo morale di solidarietà a cui tutti indistintamente siamo chiamati. Ed ecco che la visita ad un ammalato è qualcosa che ci riguarda come laici, come uomini cioè che vivono in mezzo ad altri uomini, indipendentemente dal confessare o meno la fede. Ma c'è il rischio che ciò che ho detto sembri e resti pura teoria, un'affermazione da omelia della domenica.
Ecco allora che vi propongo ancora una volta un esperimento: prendete cara e penna, e con calma e serenità cercate di fare mente locale sulle persone di vostra conoscenza che in questo momento sono afflitte da una malattia. Innanzitutto pensate alle persone più vicine, cioè parenti ed amici intimi, per poi passare ai conoscenti in genere. Questo breve esame ci deve portare a stilare un elenco, che ci consentirà poi di essere operativi concretamente nei riguardi di queste persone. Adesso cerchiamo degli spazi vuoti nella nostra giornata, e se non ci sono creiamoli. Dopodichè riflettiamo su cosa fare per ogni singola persona sofferente: da un semplice sms col cellulare, ad una telefonata, ad una lettera se sitrova in un'altra città, fino alla cosa più efficace che è quella di una visita personale. Usando questi mezzi ho scoperto la tremenda solitudine e talvolta emarginazione affettiva che vive un ammalato, e della gioia che prova nel ritrovarsi a poter parlare del più e del meno, o anche lamentarsi se ne sente il bisogno con un conoscente che lo ascolti dedicandogli il suo tempo con disponibilità. La gratitudine di queste persone la coglierete nei loro occhi nel momento in cui vi congedate da loro.
Se poi siamo anche credenti, è nostro dovere di buoni cristiani, ricordarci delle opere di misericordia spirituale, come: consolare gli afflitti e pregare per i vivi, interessandoci quindi oltre che del corpo pure dell'anima di queste persone, non foss'altro che con una breve preghiera rivolta al Signore per la loro guarigione corporale e anche se necessario spirituale.
Perdonatemi se mi permetto di pubblicare questo post provocatorio, ma vi invito a verificare se il proposito che avete fatto lo avete portato o lo porterete a compimento anche se vi è costato o vi costerà farlo. Sono sicuro che la serenità che sentirete dentro di voi dopo sarà la risposta certa che avete fatto una cosa umanamente e spiritualmente meritevole.

giovedì 23 ottobre 2008

Gli scatti di Baffer-six !

" Tra il bianco e l'azzurro "

martedì 21 ottobre 2008

A prestito dal blog di Mamma E.R. !

Visto che Mamma E.R. ha pubblicato ieri in un suo post delle notazioni interessanti sui nonni, alla cui categoria ora mi pregio di appartenere, ho approfittato, col suo permesso, per riportarle senza alcuna modifica sul mio blog, per questo la ringrazio e buona lettura a voi tutti !


Il legame nonni nipoti

La relazione nonni nipoti è una delle occasioni privilegiate nella vita delle generazioni e si esprime attraverso una dimensione affettiva caratterizzata dalla protezione e dalla fiducia speranza nelle possibilità dell’altro e nella responsabilità nei suoi confronti.
È questa una relazione relativamente nuova per la nostra società: per molti secoli i bambini non hanno conosciuto i nonni e solo negli ultimi decenni è diventato normale non solo “conoscerli” (grazie all’allungamento della vita media), ma anche e soprattutto avere con loro un rapporto di intimità, ben diverso da quello più “distante” e di “timore reverenziale” di qualche generazione fa.
Oggi la figura del nonno rappresenta una delle presenze tra le più importanti del “mondo relazionale” dei bambini. I nonni sono coloro che sanno trasformare in “fiaba” la storia della famiglia; sono coloro che sanno raccontare “di quando il papà e la mamma erano bambini”, sono i custodi e i narratori della storia familiare, coloro ai quali è affidata, anche solo attraverso la loro presenza, la trasmissione dell’appar­tenenza, ossia la possibilità, per le nuove generazioni, di essere riconosciuti e legittimati, di sentirsi parte di una storia accedendo all’albero genealogico materno e paterno. I nonni offrono ai bambini la prospettiva del tempo e della memoria, rappresentano la tradizione senza la quale la speranza sarebbe utopia.
I nonni sono inoltre coloro che hanno il tempo per poter “stare” con i nipoti, per “perdere il tempo” con e per loro. Potremmo definire il loro spazio relazionale con l’espressione “dimensione ludica”, caratterizzata da una piena libertà di scelta, ricca di valenze affettive e creative, svincolata da obiettivi immediati e pratici, legata al piacere di esprimere se stessi e di vivere con gratuita disponibilità il rapporto con l’altro. I bambini hanno bisogno di questo tipo di relazione e nessuno più dei nonni può offrire loro la possibilità di sperimentarla.
I nonni sono anche figure educative di sostegno ai loro figli/genitori: sanno offrire uno sguardo più disincantato alla complessa realtà che i loro figli si trovano ad affrontare davanti alla crescita dei propri bambini; sanno relativizzare e sdrammatizzare, ma anche “mettere in guardia” da superficialità e semplicismi.
Diventare nonni è un’occasione per portare a termine la propria maturità affettiva, volta a favorire lo sviluppo delle potenzialità dei figli e non teso alla propria autorealizzazione. Se si impegnano in questa direzione i nonni scoprono un fecondissimo rapporto con i nipoti improntato all’amore di tenerezza, ora che l’impegno educativo non è più loro ma dei figli.
Certo, a volte anche questa relazione presenta i suoi rischi: ciò avviene, per esempio, quando il nonno è “utilizzato” solo in modo funzionale e pragmatico, in un ruolo di
semplice “baby-sitter”, oppure quando la relazione tra i nonni e i genitori del bambino è caratterizzata da conflitti irrisolti trascinati dal passato (quando non si è attuata una corretta distinzione di coppia dalle proprie famiglie d’origine) : in questi casi il rapporto con la nuova generazione è utilizzato per “far pagare” al proprio genitore o al proprio figlio, sbagli mai perdonati e si assiste ad una sorta di “sfida” tra le due generazioni adulte, che rivendicano la loro esclusività annientando o squalificando le capacità educativa dell’altro. Se però prevale la comprensione tra le generazioni e se nonni e genitori hanno ben chiara la propria insostituibile e non vicariabile funzione, allora lo spazio della relazione nonni-nipoti assume un valore incommensurabile e rappresenta uno degli incontri intergenerazionali più importanti per la crescita delle nuove generazioni.

domenica 19 ottobre 2008

" Andare in pensione " : un punto di arrivo o un punto di partenza ?



La parola "pensione", per ognuno di noi, fa un suo logico riferimento all'ambito lavorativo, non certo ad altri ambiti, come per esempio a quello familiare nel ruolo rispettivo di marito o genitore. Il proprio lavoro professionale ha un suo termine naturale, essendo strumentale alla persona, non così l'essere marito o genitore in quanto stati connaturali all'essere umano. Il ruolo di lavoratore si esaurisce, ma non certamente quello di un padre di famiglia.
Quindi una prima logica risposta alla domanda del post potrebbe essere che il pensionamento è un punto di arrivo. Ma non vi è dubbio che il venirsi a trovare in questa nuova situazione di vuoto lavorativo comporta un cambiamento sostanziale nella propria vita e in particolare in quella familiare. Per cui la relazione coniugale e il rapporto genitoriale vengono a risentire di questo nuovo status. Ed ecco che allora ne consegue che l'andare in pensione è anche un punto di partenza, o meglio di ripartenza della propria vita, con cui confrontarsi. Bisogna allora adoperarsi per rendere questo snodo esistenziale della vita personale un evento positivo che produca all'interno del proprio nucleo familiare situazioni e occasioni di un miglioramento nelle relazioni con la propria moglie e con i propri figli. Ecco che la parola pensionato perde allora gli attributi negativi e ingiusti che così spesso le vengono conferiti.
Tutto questo, lo avrete già capito, per dirvi che Baffo da domani, giorno dei suoi 65 anni, va in pensione. Non mi sento per questo nè triste nè frustrato, ma carico di quell'energia mentale, vitale ed anche affettiva che come un accumulatore ho immagazinato durante la mia vita e che adesso sono pronto a immettere in rete per illuminare e dare calore alle relazioni interpersonali che mi aspettano. Ciò che sento dentro di me non è una una sensazione di invecchiamento ma di ritrovata giovinezza senz'altro interiore se non proprio fisica. Il mio cuore in questi anni si è dilatato e arricchito nell'accoglienza degli altri , ricevendone in cambio il loro affetto. Adesso sento il bisogno di spendere questo tesoro per renderli più felici. Innanzitutto mia moglie, sperando che la nostra relazione coniugale diventi sempre più profonda e salda, e punto di riferimento costante per i nostri figli anche se già adulti. Poi i miei figli, ai quali penso di poter e di dover dare ancora tanto sia da un punto di vista affettivo che educativo. Ed infine tutti gli altri ai quali spero di offrire in maniera creativa iniziative che possano essere loro di aiuto e sostegno.
Come tutti i lettori del mio blog ormai ben sapranno da poco sono diventato nonno. Non potevo pretendere regalo più bello per la mia pensione; l'arrivo di Giulio è stato provvidenziale, la sua presenza è venuta ad occupare uno spazio importante nel mio cuore: è mia ferma intenzione che buona parte del mio tempo disponibile sia dedicata senz'altro a rendergli la vita piacevole e ricca dei valori necessari alla sua crescita.
Fatevi vivi per qualunque bisogno, Baffo è sempre a vostra disposizione!


La foto è presa dal blog : 'GRAVITÀ ZERO'(3 aprile 2008).
(l'ho illustrata nel 1° commento a questo mio post).

giovedì 16 ottobre 2008

Gli scatti di Baffer-six !


" Sguardo di nonna "

mercoledì 15 ottobre 2008

Con uno sguardo attento e sorridente a chi ci passa accanto !



Oggi mi sono alzato con "il proposito" di mettere in atto la strategia di vivere la mia giornata con una particolare attenzione alle persone che avrei incontrato. Ecco come è andato"l'esperimento": già appena uscito, un sorriso e qualche parola rassicurante all'anziana signora dl terzo piano che si lamenta dei suoi acciacchi. Un cordiale saluto al portiere che sta spazzando l'androne, con la solita banale battuta sul tempo. Nel prendere l'auto ancora un sorriso all'amministratore del condominio, musone e dal viso sempre corrucciato, che ho costretto così a ricambiare. Primo semaforo, incrocio, permetto al lavavetri rom che di solito diffido dal fare il suo mestiere, di procedere tranquillamente, ricompensandolo con qualche spicciolo e con un grazie, ricevendone anche un' inchino. Davanti al giornalaio dove mi fermo per l'acquisto del quotidiano, metto una moneta nel cappello del mutilato in carrozzina, che mi saluta dicendomi grazie "baffone". Saluto e scambio di qualche parola col giornalaio, sulla chimerica scelta del posto esotico dove recarci fra quelli in mostra sulle riviste del suo bancone. Poi al lavoro: ho cercato di essere il più gentile possibile con la mia assistente, chiedendole del fidanzato e di come avesse trascorso la serata. Con ogni paziente, oltre alla prestazione richiesta, ho fatto in modo di scambiare qualche parola per allentare la tensione. Le reazioni positive ottenute mi hanno confermato il loro gradimento a questo mio atteggiamento. Pomeriggio visita allo zio Valentino seriamente ammalato, che si trova in una casa di riposo per anziani, al quale ho portato una rivista da leggere, e con il quale ho improvvisato una mini -conversazione in inglese dal momento che questa è una cosa che gradisce molto. Nel ritorno verso casa mi sono sforzato di reagire con calma e serenità all'automobilista imprudente che mi ha tagliato la strada dispensandogli un sorriso paziente ed ironico e un cenno di OK colla mano. Prima del mio rientro ho comprato un gelato da consumare con la famiglia dopo cena. Prima di cenare qualche telefonata: una ad un amico per chiedergli della salute della piccola figlia ricoverata in ospedale, una ad un altro amico per invitarlo ad un incontro di formazione spirituale per il giorno successivo, ed ancora una ciascuno ai miei figli che vivono rispettivamente a Roma e Milano, chiedendogli notizie della loro giornata. A cena mi sono sforzato, anche se mi è costato un pò, di tenere viva la conversazione con mia moglie e le mie 3 figlie cercando argomenti che le interessassero. Dopo cena ho cercato di portare a termine, per farla contenta, qualche incarico casalingo affidatomi da mia moglie, come per esempio quello di rassttare i cassetti della mia scrivania. Prima di andare a letto non sono stato però attento nel dare a tutti la buona notte, e mi sono reso conto che è una cosa nella quale devo impegnarmi seriamente. Prima di addormentarmi ho preso in esame questa "giornata" diciamo "sperimentale" provandone un senso di soddisfazione, serenità e allegria. Non è stato poi tanto difficile mettere in atto " il proposito", solo un pò più di attenzione ed un pizzico di buona volontà. Spero di aver donato ad ognuna delle persone incontrate qualcosa di mio, e che queste se ne siano rese conto.

E' stata un'esperienza interessante e gratificante. Provateci anche voi !

martedì 14 ottobre 2008

Quante volte oggi hai detto "grazie " ?


Dire grazie era la parola con la quale si diceva "ti sono grato" per il dono che mi hai fatto: fosse esso una parola, un complimento, un gesto gentile, un favore o una buona azione. Ho usato il verbo al passato , poichè mi rendo conto che oggi non si ringrazia quasi più. Quando raramente lo si fà è quasi sempre per puro formalismo. Ormai viviamo in una società dove si pensa che tutto è dovuto, non c'è più il senso della gratitudine per ciò che abbiamo ricevuto. Tutto ci è dovuto dicevo, e quindi essendo un mio diritto non sono per nulla obbligato a ringraziare. Ecco che ancora una volta sono costretto a tirare in ballo le relazioni interpersonali, che purtroppo hanno perso il loro valore. Ciò che viene danato nella relazione non viene più dall'intimo della persona che da,o perchè questa ne è sprovvista o perchè lo custodisce gelosamente per se. Chi invece nella relazione e dalla parte di chi riceve non è più capace di accogliere ciò che gli viene offerto, perchè non crede che ciò derivi da qualcosa di cui l'altro si privi per il suo bene o perchè non ne intende la gratuità. La gioia di chi dona e la gratitudine di chi riceve hanno perso il loro significato. Le fibre del cuore di coloro che si relazionano si sono indurite, come atrofizzate, perdendo così la loro capacità di vibrare all'unisono. Dobbiamo sforzarci di educare i giovani fin da piccoli alla gratuità del dono che invece di impoverire l'uomo, ne arricchisce la sua interiorità e il suo cuore. Gioire nel donare e essere grati nel ricevere , è così che si diventa migliori.Il trucco penso che stia tutto qui !
Il titolo del post non vuole essere affatto un quiz provocatorio ma un semplice, e penso necessario, esame di coscienza.

lunedì 13 ottobre 2008

Ci ha insegnato ad essere sempre allegri !

Vi ricordate dello "zio mattacchione" di cui vi raccontavo qualche tempo fa, ed esattamente il 9 luglio, ebbene oggi improvvisamente Valentino ci ha lasciato colpito dal solito male incurabile.
Forse è stato l'ultimo scherzo fatto nella sua vita,anticipando le sofferenze che gli sarebbero toccate, visto il suo male, privandole di quel corpo a cui avrebbero dovuto infliggerle.
Mi limito semplicemente a dire in questo momento di dolore per la sua perdita, che si è trattato invece di un atto di misericordiosa clemenza dovuto alla bontà di Dio.
Ciao Zio !

sabato 11 ottobre 2008

" Promotori di vera fraternità "

Oggi mi sembra urgente chiedersi perchè le relazioni interpersonali autentiche si stiano come atrofizzando fino al punto di impoverirsi in qualche caso del tutto. Si comunica giusto con un linguaggio tecnico o meglio con i suoi surrogati mediatici ed informatici, su argomenti quasi esclusivamente pratici ed economici. Sempre più raro il linguaggio del cuore e dello spirito.
La maturità dell'uomo, cioè il suo rapporto con gli altri, la si raggiungeva per vie naturali passando rispettivamente dall'io infantile, al tu adolescenziale per conquistare il noi dell'età adulta, quella delle relazioni. Il rapportarsi con gli altri, oggi, ha stranamente portato le persone adulte ad appropriarsi delle cose e anche degli affetti, facendo un percorso a ritroso per passare dal noi al tu per rinchiudersi infine in una sorta di infantilismo possessivo ed egoista che ha ridotto le relazioni ad un atteggiamento formale privo di qualsiasi calore umano.Del resto viviamo in piena era di globalizzazione, cioè tutto alla portata di tutti, che se può aver un qualche significato in campo economico-sociale, è per altri versi il vero suicidio dell'intimità della persona, unico luogo della sua interiorità, dove risiede quel patrimonio di valori autentici da condividere col prossimo in una reciproca e feconda comunicazione.
Ed ecco perchè mi sento di affermare che viviamo un momento storico in cui non è più possibile rinunciare e rinviare il necessario farsi carico del ruolo di promotori di una vera umanità, di una umanità cioè che attraverso i canali dell'amicizia e della confidenza, instauri un rapporto di genuina affettività verso gli altri, in sintesi: promotori di una fraternità, visto che comunque la si pensi siamo tutti figli di un medesimo padre, capace di sostituire negli uomini d'oggi il surrogato di una pseudo-solidarietà che si nutre solo di cose materiali, con la vera solidarietà che ha le sue radici più profonde nel cuore e nello spirito della persona. Solo così, a mio modo di vedere, si potrà creare con coloro che ci stanno intorno un vero clima di delicata attenzione e di interesse sincero per l'altro, che ci porterà per un cammino di gratificante felicità.

venerdì 10 ottobre 2008

Gli scatti di Baffer-six !

" Sottobosco "

Quello di B6 per la fotografia più che un hobby è una vera passione. Quando può se ne va in giro con la sua fedele macchina fotografica a catturare immagini di luoghi e persone. A me piacciono molto, quindi di tanto in tanto ve ne proporrò qualcuna, sperando che siano anche di vostro gradimento. Eccovi la prima !
( Basterà un semplice clic sulle immagini per vederle ingrandite ) .

giovedì 9 ottobre 2008

A Villa Trabia con Giulio !

Ieri dopo circa 22 anni, quando ci portavo Marta, sono tornato in una bella mattinata di sole a Villa Trabia insieme al mio nipotino Giulio di appena un mese. E' stata la nostra prima uscita da soli: ero molto emozionato per la nuova opportunità che ho avuto di portare ancora una volta a spasso in carrozzella un bimbo piccolo. Ero molto orgolioso del ruolo di nonno-sitter che stavo ricoprendo, e ci tenevo a svolgerlo con responsabilità, vista la fiducia che hanno avuto i suoi genitori ad affidarmelo. Ha dormito quasi tutto il tempo, e le rare volte che ha aperto gli occhi ho tentato un inizio di improbabile dialogo; si è trattato naturalmente di un monologo di un neo-nonno un pò rimbambito ma contento davanti a questa piccola creatura. Comunque sono fiuducioso che col tempo e poco alla volta questo dialogo prenderà vita: io racconterò a Giulio delle belle cose che gli stanno intorno e lui mi comunicherà le sue impressioni; per lui saranno scoperte completamente nuove e per me riscoperte di cose belle che credevo ormai sepolte per sempre nella memoria. Penso proprio che saremo entrambi molto felici di condividere queste nostre avventure. Ciao Giulio, alla prossima passeggiata insieme !

sabato 27 settembre 2008

Di sgarrubbo...

Carissimi,

Premetto di non essere Baffo, ma persona a lui vicina. E di essermi introdotto, nella notte e a sua insaputa nel suo blog. Se leggete le mie parole, probabilmente, vuol dire che le potete leggere. Intanto io magari subisco la pena della Sharia in fondo a una cella buia. Vediamo a noi, all'oscuro della lampada notturna :

A casa di Baffo tutti o quasi ormai riposano. Sono stati giorni intensi, è nato Giulio e abbiamo rifatto la cucina di casa.
La cucina, Baffo e consorte, se la progettano e rifanno assieme da se, come sempre, come la loro vita, mamma cuce le tende, papà le monta, l’economia domestica oltre la soglia della pensione esige di coniugare l’euro con il gusto. Il tandem funziona, come sempre ha fatto, e le cucine durano trent’anni senza perdere in bellezza e stile. E poi si rífà, come dicono a Milano e si ricomincia.
Tanto per cambiare, mamma ha fatto ripartire per l’ennesima volta la sua scuola e tenuto le sue prime conferenze: ogni passaggio di un figlio da casa è per lei una segreta occasione per raccogliere i semi di scienza che un tempo ha piantato, lasciando a noi bambini i suoi sogni di architettura, lettere, filosofia. Ma anche noi, di nascosto, trascriviamo appunti che diventeranno sostanza delle nostre lezioni universitarie, dei nostri progetti, dei consigli per gli amici più cari e ovviamente materiale per il nostro dormiveglia. La nostra non è interazione ma relazione. Quanto a Baffo, nel suo nuovo ruolo risponde alle chiamate che gli giungono (a titolo di nonno) dai novelli genitori con manuale e occhiali e si prepara al suo imminente futuro di padrino cattolico nella società postmoderna delle relazioni liquide. Senza strafare, come l’esperienza gli ha insegnato. Negli spazi di libertà, smista le chiavi delle macchine di casa soddisfacendo gli impegni sempre inderogabili di ciascuna delle figlie, più imprevedibili delle trattative Alitalia. E così, finisce per usare l’autobus.
Marta ha subito una festa a sorpresa per i suoi 23: i suoi dolori incompresi sono stati più che compensati da regali e da affetto, ma la sorpresa se l’è proprio cucita addosso da se (vedi alla voce Sitcom); Elisabetta divide la sua testa psichiatrica tra il parrucchiere e la contemplazione del bimbo. Conseguenza: adesso una frangia le copre metà della faccia. Quello che c’è dietro (la faccia), lo sappiamo invece in pochi. Palola e io abbiamo confezionato un cd intitolato Ninna Nanna per Giulio, che è venuto proprio bene e che domani sarà un piccolo regalo di noi zii al nipotino. Purtroppo il nostro Zefiro mancherà all’appuntamento, e questo sarà un vuoto grande per noi zii e per lui. Da addebitare agli alunni di Prof 2.0.
Finite queste righe, andrò anch’io a dormire, nell’appartamento contiguo, dove vive la nonna (mia), novella bisnonna.
L’ho trovata molto cambiata. Praticamente una bambina. Meno. Il limite di energia per tenere in vita una donna, la sostanza minima perché ci sia un’esistenza al di qua della soglia. Quel che è necessario per essere presenti al mondo. Lei, fino a poco tempo fa indipendente, attiva, in movimento. Oggi, mi ringrazia nella sua immobilità forzata; debole, vede, lei sempre così impaziente, solo le cose belle, il bene della vita e delle persone, degli affetti, dei legami sinceri. Li sente più che vederli. Ma è un sentire pienamente umano, non una reazione. Ringrazia e chiede perdono. Domanda se è stata una buona moglie, madre, nonna. Tra le sue mani fragili e trasparenti vedo agitarsi le manine esigenti di Giulio; Giulio che domani comincerà quella vita soprannaturale che lei si avvia a concludere su questa terra. Non chiede, ha dato. Anche stasera, ho baciato quella sua fronte secca, riarsa, cosa che mai prima di questi giorni avevo fatto: pudore, discrezione? L’ho detto, mia nonna è cambiata, è diventata un esempio, una testimonianza vivente e consapevole, convinta che la pazienza di ogni giorno avesse un senso. Una pazienza sporca, stanca, umiliante. Una pazienza che non aveva mai capito. Sono convinto che è un regalo per Giulio, per noi nipoti, per i suoi figli. Lei è l’ultimo baluardo della sua generazione. Noi ci passiamo responsabilità a secchi.
I lunghi discorsi quotidiani con lei: le mie parole non so dove finiscono, perché dopo pochi istanti le ha già dimenticate. Ma da qualche parte, per vie tortuose, ma capillari, arrivano a un fondo, come l’acqua penetra il terreno arido, scompigliato della nostra isola di sterpi bruciati. Acqua nascosta, che fende e rimescola, che dal nulla apparente fa comparire come d’incanto un albero. Diceva San Josemaría che in Sicilia tutto è grande, le piante, la frutta, i fiori. Così anche le persone, le loro anime, i loro cuori. Siamo gente complicata, inturciuniata, stirpe di mercanti e di olivi alla ricerca disperata della luce o dell’acqua, altalenanti tra il biondo normanno e l’olivastro saraceno, ma il nostro cuore è a misura della larga costa di Balarm, tutto porto, grande abbraccio, celeste, azzurro, verde, blu intenso, capace di accogliere e custodire tutti e ognuno. Senza fretta, senza forza. Mangiandoti le tue due salme di sale per farti un amico con il quale condividerai il silenzio. Unica regola: mai pressare, costringere; piuttosto, fare attenzione, ammirare con distacco, percepire il bagliore nella pupilla, lo spostarsi di un sopracciglio su una fronte abbronzata, un piccolo servizio reso nella salutare omertà che resiste a declinare le proprie particolarità, lasciandole nel vago; piuttosto distinguere la profondità riposta in fondo a una voce rauca o il sollievo balsamico di un attacco di sivo, che rende umani i movimenti ineluttabili di noi, antichi dèi greci e santi scolari del corano. Devi saper vedere orbite umide cerchiate di rosso, impercettibili movimenti del viso che oscillano tra la tristezza e il sorriso. Devi capire ciò che un Baffo sa comunicare, il sussurro di un Padrino buono e affettuoso.

Scusa papà dell’intrusione e grazie ancora di tutto

lunedì 22 settembre 2008

Un annuncio inatteso !

Durante il pranzo di domenica Fabrizio e Marina comunicandoci che il battesimo del loro bimbo sarà il 28 settembre, mi hanno annunciato a bruciapelo di avermi scelto come " padrino " del piccolo Giulio, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. Devo proprio dire che non me lo sarei mai aspettato. Essere nonno è già una gran bella cosa, ma pure padrino penso sia il massimo. Nonno lo si diventa per natura, ma padrino invece è il frutto di una " scelta di fiducia ". Da quel momento ho cominciato a riflettere su cosa significasse per me questa nuova situazione.Non ritenendolo per nulla un ruolo onorifico da certificato curiale, ho pensato invece trattarsi di un'adozione spirituale, che mi rende custode di Giulio oltre che ovviamente in ambito psicofisico,anche e soprattutto in ambito morale ed educativo. Con questo si badi bene che non intendo minimamente intromettermi ne sostituirmi ai genitori nel ruolo educativo, dove loro sono i naturali ed insostituibili attori. Ma un ruolo di co-educatore, o meglio di delicato e discreto consigliere nella crescita di Giulio, questo si, fosse solo per l'esperienza maturata negli anni con i miei 6 figli. Sono proprio convinto che adesso si è aggiunto un settimo figlio a quelli già esistenti, nella crescita del quale sono coinvolto in maniera responsabile con tutte le capacità a mia disposizione. Sono fermamente convinto che il rapporto di questa coppia che si è appena costituita sarà molto fecondo, rendendo più giovane nel cuore Baffo e più felice di crescere in questo mondo Baffer-baby.
Che il mio angelo custode e quello di Giulio ci proteggano in questo cammino che stiamo per intraprendere insieme!
Grazie Fabri, grazie Marina !

mercoledì 17 settembre 2008

Il miracolo di una nuova vita !

Come quasi tutti ben saprete, in questi giorni ha fatto irruzione nell'ambito del nostro nucleo familiare Giulio: una piccola e deliziosa personcina. L'evento ha suscitato in tutti coloro che gli sono stati intorno gioia, meraviglia e soprattutto stupore. Ognuno ha manifestato queste senzazioni nella maniera più diversa: chi scrivendole su di un blog, chi dedicandogli un post, un commento, una poesia o anche delle semplici, affettuose e vibranti parole. Mi chiedo come un avvenimento del genere possa essere ridotto da molti ad un accadimento puramente e solamente biologico. Non si potrebbe affatto giustificare il gratificante scompiglio interiore che ha provocato nel più profondo del cuore e della coscienza di ognuno di noi, genitori, nonni, zii, parenti o semplicemente amici.
Solo la parola " miracolo della natura " che va ben oltre il fatto materiale in se, può essere quella adeguata per definire il fenomeno spirituale che è stato l'arrivo nelle nostre vite del piccolo Giulio.

venerdì 12 settembre 2008

Album di famiglia: " lo zio Totò " un uomo dal cuore grande !

Come ho avuto già modo di accennare nel post sul mio periodo milanese del 27 giugno 2008, il motivo che mi riportò a Palermo fu la richiesta da parte del cinquantenne zio di mia moglie Totò, anche lui dentista, perchè andassi ad aiutarlo nella conduzione del suo studio odontoiatrico.Fu una decisione molto sofferta da parte mia, perchè dovevo rinunciare al lavoro iniziato a Milano, dove mi trovavo molto bene, e al mio inserimento nella clinica universitaria. Prevalse il richiamo affettivo, condizionato anche dal fatto che lo zio aveva avuto da giovane un infarto, e quindi non era in grado di sopportare da solo il carico di lavoro che il suo studio professionale richiedeva. Lo studio in questione era molto conosciuto a Palermo, e ben frequentato, il tutto dovuto alla professionalità e soprattutto alla grande umanità e bontà dello zio, capace di instaurare coi pazienti un rapporto di grande fiducia. Si chiamava di cognome Dolce, e la frase più ricorrente fra i pazienti era: " Dolce di nome e di fatto ". Arrivato nel settembre del '71 da Milano iniziai immediatamente la mia collaborazione, che fu subito produttiva, visto il profondo legame affettivo che avevo col mio collega parente. Garantì per me presso i suoi pazienti, che devo dire mi accettarono, salvo qualche rara eccezione, senza troppe reticenze. In capo ad un anno divenni socio dello studio e mi ritrovai a 29 anni con un lavoro sicuro e con una numerosa clientela. La vita però riservava ben altro, e nel novembre del '73 lo zio Totò , a soli 52 anni, ci lasciò per un ulteriore infarto che non gli diede scampo. Mi ritrovai da solo, sconvolto sia dalla perdita affettiva, sia dal carico di lavoro che a 30 anni la nuova situazione mi imponeva. Dovevo condurre da solo un'attività professionale molto impegnativa sia per numero di pazienti che per l'eredità morale che proveniva dallo zio, stimato e amato da tutta la sua clientela. Molto timoroso, ma pieno di volontà, mi rimisi al lavoro, e poco alla volta riuscii negli anni a diventare un professionista apprezzato che era in parte riuscito ad avvicinarsi alla statura morale e umana dell'indimenticabile zio. Quello studio mi ha avuto come protagonista per circa 30 anni ! Spero solo di essere riuscito a dare almeno in parte ai miei pazienti quello che lo zio Totò era stato capace di dare ai suoi. Posso solo rivolgergli, dopo tanti anni, un sincero grazie alla memoria, per tutto ciò che mi ha insegnato come medico ma soprattutto come uomo !

martedì 9 settembre 2008

Finalmente è arrivato Giulio !

Questa mattina alle 9 in punto, mia nuora Marina ha dato alla luce il mio primo nipotino, un bel maschietto di circa 4 Kg. dalla testina tonda e dall'aspetto paffutello.
Baffo è diventato " nonno ".
E' stata la notizia della sua prossima nascita, se ben ricordate, che mi ha spinto ad iniziare questo blog (vedi profilo di "Baffo racconta" del 13 aprile). Gli devo un grande grazie perchè mi ha dato la possibilità di raccontarvi durante questi mesi i miei ricordi più cari, gratificando la mia mente ed il mio cuore.
Appena lo conoscerò meglio, vi darò notizie più dettagliate di questa incantevole personcina che ha già conquistato il mio cuore.
Per il momento Baffo, Mamma E.R. e tutti i Baffer-zii felici partecipano la sua nascita a parenti e amici con i quali condividono la loro immensa gioia.

domenica 7 settembre 2008

Ahimè, era il momento di tornare !

Fig.1- L. Da Vinci

















Fig.2-ChaltonHeston

Fig.3-Film"Ben Hur"


( 5° ed ultima puntata)

Il bel sogno statunitense era al termine, anche se sarebbe rimasto per sempre nella mia mente e nel mio cuore. Mi imbarcai ai primi di ottobre sul transatlantico Leonardo Da Vinci, una nave modernissima varata da poco più di un mese, che mi riportò in Italia , e precisamente a Napoli, dopo circa 5 giorni di viaggio. Fu una traversata piacevole e riposante, dopo il frenetico viaggio americano. Il primo giorno di navigazione incontrai con mia sorpresa, sul ponte della nave, l'attore Chalton Heston, che teneva per mano il suo bambino di circa 6 anni. La cosa mi sorpreseun pò, infatti appena un mese prima avevo assistito in un cinema di Broadway alla prima del mitico film Ben Hur, da lui interpretato. Che differenza fra l'uomo visto sullo schermo, affascinante, invincibile a volte eroico, e il padre delicato e premuroso della realtà, che per tutto il viaggio vidi sempre in compagnia del suo piccolo figlio. Ebbi modo di parlargli più volte e si dimostrò una persona sensibile, semplice e molto disponibile al colloquio. Bene avevo imparato un'altra cosa importante, e cioè che bisogna stare bene attenti nel valutare le persone, e non confondere la finzione scenica con i suoi miti. e la realtà con i suoi uomini normali che vivono la loro quotidianità in maniera semlice e immediata. Fu l'ultima lezione che mi portai dentro da quello splendido viaggio. Eccomi di nuovo a casa, e vi confesso che ero molto contento, avevo infatti ritrovato la mia famiglia con i suoi affetti di sempre, accoglienti e profondi.

mercoledì 27 agosto 2008

Album di familia : " Una preziosa coppia di amici ".















Vi chiederete come mai la foto di alcuni amici di Baffo e di Mamma E.R. sia finita nella sezione "album di famiglia". E' mia convinzione che un rapporto amicale intimo e profondo faccia delle persone dei componenti acquisiti a pieno titolo del proprio nucleo familiare, condividendone la vita in tutte le sue sfaccettature. Marco e Lucia furono conosciuti da me e Rita nel lontano 1975 ,come partecipanti ad un corso di orientamento familiare, e da allora una frequentazione continua ci ha portato in questi 33 anni a condividere le gioie e i dolori delle nostre famiglie. Quella di Marco e Lucia è una bellissima famiglia ricca di 7 splendidi figli(4 maschi e 3 femmine),anche loro sparsi un po' per tutto il mondo, solo 2 infatti abitano ancora con i loro familiari. Quasi fin dall'inizio della nostra conoscenza Marco e Lucia sono diventati collaboratori attivi e fondamentali delle iniziative che io e Rita abbiamo portato avanti negli anni in campo educativo: clubs per giovani, centri scolastici, centri di orientamento familiare a Palermo e per tutta la Sicilia. Oggi sono promotori e conduttori in prima persona dell'Assoiciazione FA.R.O(Famiglia,Realtà, Orientamento) http://associazionefaro.blogspot.com/ .
Per chi non lo sapesse Lucia è la "Biancaneve" del blog in rete ( codiviso con Marco: "il Cacciatore", e i figli: "i 7 Nani" appunto ). Vi basterà cliccare sul link di Biancaneve riportato a fianco per entrare nella casa fantastica, reale e soprattutto allegra di questa famiglia e condividere gli aspetti della loro intensa e variegata vita quotidiana. Penso che basti.
Aggiungo solo molto opportunamente anche se può sembrare scontato :
" che chi trova un amico trova un tesoro, due poi ! "

venerdì 22 agosto 2008

" Per ricordare Marina "

Forse non vi ho mai detto che Beppe, il fratello di Mamma E.R. (il neo-preside della facioltà di Agraria di qualche post fa) , ci ha emulato essendo anche lui papà di 6 figli che sono i miei spendidi nipoti. In ordine: Luca, Raffy (Raffaella), Sisa (Luisa), Giulia, Antonio e Boba (Roberta).
Vi chiederete perchè non ho subito citato anche il nome della loro mamma, il motivo è semplice: la cara Marina ci ha lasciato nell'ottobre del '95, prematuramente a 41 anni, per un male incurabile, andandosene in cielo. Ho sempre rinviato la scrittura di queste righe perchè è stato per me molto difficile trovare lo spirito e le parole adatte per parlarvi di questa grande donna che è stata mia cognata. Ora ci sto provando. Quando dico grande, non è per enfatizzare, poichè Marina era anzi una donna schietta e semplice, ma "grande" nel condurre la sua pur breve esistenza di professionista, era dottoressa in farmacia, e di mamma di 6 figli. Figli dei quali ha curato in maniera attenta e puntuale, insieme al marito, l'educazione e la crescita umana.Ricordo come conciliava l'assorbente lavoro professionale in farmacia, dove dava al cliente un'assistenza competente e gentile, e l'impegnativa conduzione di una famiglia numerosa come mamma e come moglie di un marito ottimo ma ad un tempo molto esigente. I figli abbracciavano un arco di età di 14 anni, dai 16 anni di Luca ai 2 di Boba, e Marina aveva la capacità di dare ad ognuno di loro l'affetto e le cure di cui avevano bisogno. Donna dalla fede forte ed immediata si abbandonò totalmente nelle mani del Signore. Ciò che ricordo meglio sono ancora gli ultimi 2 anni della sua preziosa vita, cioè gli anni della sua malattia, affrontata con coraggio e con disponibilità verso gli altri, riuscendo sempre, anche se con un velo di malinconia, a donarci il suo dolce sorriso. Ero vicino a lei qualche poco tempo prima che spirasse e mentre si lamentava sommessamente per il dolore che aveva all'addome, mi sussurrò che non aveva più la forza di lottare, poi salutò il suo Beppe rammaricandosi di lasciarlo da solo con un carico così gravoso da portare avanti. Se ne andò in punta di piedi e con grande serenità, addormentandosi nel Signore.
Non mi va di dire altro perchè la commozione in questo momento mi sta assalendo, aggiungo soltanto che dal cielo ha continuato a fare il suo dovere , sostenendo il marito, di cui dico soltanto che oltre ad essere un ottimo padre, pur coi limiti di tutti noi, è riuscito a surrogare anche il delicato ruolo di madre, colmandone al meglio l'assenza.
Ciao Marina, tranquilla, che Beppe grazie a te ce l'ha fatta alla grande !

IL 30 agosto, giorno del suo compleanno, invito tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscerla di renderle omaggio ricordandola con una affettuosa preghiera.








martedì 19 agosto 2008

" Scacco matto " !
















Fig.1- Scacchiera




Fig.2- Giocatori di scacchi




Fig.3- Marcello




Fig.4- Sergio


Frequentavo il 2° anno di medicina, e in quel periodo stavo preparando l'impegnativo esame di Anatomia Umana. Studiavo insieme a due colleghi di corso: Marcello ora anestesista, e Sergio ora anche lui dentista. Era a casa di quest'ultimo che ci riunivamo di primo mattino per dedicarci allo studio di questa materia. Si sa, penso sia stata esperienza di molti studenti, che quando si è impegnati in maniera particolare intellettualmente, si cerchino ogni tanto delle pause per allentare la tensione , e far riposare la mente, per poi riprendere con più concentrazione lo studio.Le pause venivano impiegate nella maniera più svariata e creativa. C'era comunque sempre come parte fissa, la pausa caffè, con una componente gastronomica, a cui provvedeva quasi sempre la mamma di casa, preoccupata che il suo "povero" figliolo, sotto stress, rischiasse di deperire per il troppo impegno. Messo a tacere lo stomaco si passava al passatempo di turno che cambiava periodicamente. Ne ricordo alcuni, spesso ingenui, ma praticati con molta applicazione ed accanimento: il gioco della pulce; il record di durata, con aggiornamento di classifica, nel far girare un improvvisata trottolina che poteva essere ora una moneta ora un cappuccio di penna; la costruzione della torre più alta con le carte da gioco; e pensate un pò: una sorta di basket da camera, con tiri piazzati, dove fungevano da palla pacchetti di sigarette (allora fumavamo tutti Super con filtro dal colore arancione e blu) appallottolati e come canestro un vaso di porcellana, che correva grossi rischi, situato su di una mensola della stanza di studio. Tutto ciò può sembrare veramente ridicolo per degli studenti ventenni futuri seguaci di Ippocrate. Ma posso assicurarvi che la nostra laurea si è costruita anche su queste "banalità". Eravamo a pochi mesi dall'esame, e dovendo pure frequentare le lezioni il pomeriggio, decidemmo di intensificare le ore di studio, rubando il tempo al sonno. Iniziavamo (non è una bugia) verso le 5 ,3o del mattino, praticamente al buio, prima dell'alba, essendo ancora inverno. La prima pausa avveniva circa alle 8. Caffè, brioche, ed ecco che Sergio una mattina a sorpresa chiede: sapete giocare a scacchi? Risposta negativa da parte mia e di Marcello. Ed ecco che tira fuori dal cassetto della scrvivania su cui studiavamo una scacchiera ed una scatola con dentro le pedine degli scacchi. E lui, esperto giocatore, comincia a illustrarci : nomi, collocazione e movimenti dei singoli pezzi sulla tavola da gioco: re, regina, alfiere, cavallo, torre ecc. Senza un vero interesse cominciammo a fare qualche mossa e dopo un pò smettemmo. Il giorno dopo la cosa si ripetè, e anche i giorni a seguire. E fu così che in capo a 10 giorni circa iniziammo delle vere partite-sfida dove chiaramente Sergio aveva sempre la meglio. L'orario di inizio di quell'improvvisato mini torneo veniva anticipato sempre più e così pure la sua durata. Finchè ci ritrovammo alle 6,30 del mattino concentratissimi sulla scacchiera per decidere quale fosse la mossa migliore, il tutto a scapito delle ore di studio. Una mattina sul più bello di una partita entrò nello studio il padre di Sergio, un veterano degli scacchi come scoprimmo poi, il quale dopo un primo momento di stupore e di paternalistico rimprovero, si soffermò ad osservare la disposizione dei pezzi sulla scacchiera, e schierandosi dalla parte del giocatore più in difficoltà in quel momento, e cioè io, mi suggeri di fare alcune mosse, che mi portarono a ribaltare le sorti della partita, e ad esclamare con entusiasmo ai danni dell'avversario il fatidico: "scacco matto", abbattendo con l'indice il suo re sulla scacchiera.
L'obiettivo per un principiante come me era stato raggiunto, avevo in qualche modo imparato a giocare a scacchi alla meno peggio. Era ora di tornare a studiare con più continuità ed impegno, ma soprattutto di trovare un nuovo passatempo per i nostri momenti di pausa.

giovedì 14 agosto 2008

Upstate New York : una sbornia da marine !
































Fig.1- Hudson Rive Valley
Fig.2- Pound Ridge Reservation
Fig.3- Casa Clarke
Fig.4- Marines Corp

( Stati Uniti 4° puntata )


Un mio amico di Palermo, Nino Mattina, un pò più grande di me, era stato per un anno, con una borsa di studio dell'USIS, ospite presso la famiglia dello scrittore e sceneggiatore William Kendall Clarke che giusto quando mi trovavo negli States aveva in libreria il bestseller dell'anno "Tomfool's Pike". Nino mi affidò, prima di partire, una lettera dicendomi che se fosse stato possibile la consegnassi di persona alla famiglia dove aveva vissuto per un anno. I Clarke abitavano Upstate NewYork, a circa 30 miglia dalla metropoli in una zona boscosa della valle dell'Hudson River chiamata Pound Ridge Reservation, un posto favoloso dove avevano acquistato e ristrutturato una "farm" completa di silos e granaio, dipinta di color bianco e immersa in una folta vegetazione dal verde intenso e con un laghetto attiguo.
Li contattai telefonicamente e quando seppero che un amico di Nino si trovava in America e per di più con una lettera da recapitare, mi invitarono subito a passare qualche giorno presso di loro.
E così verso la fine di settembre, mio cugino mi ci condusse con la sua Plymouth, un giovedì mattina. Ricevetti un'accoglienza eccezzionale: Nino aveva sicuramente lasciato il segno con la sua proverbiale simpatia. La famiglia Clarke era composta da papà William e mamma Louise, due persone umanamente splendide, due figlie sposate ed un figlio, Ralph, che frequentava l'università, ma visto che era estate faceva il baywatch (il nostro bagnino) in una spiaggia sul fiume, per guadagnarsi il denaro per gli studi. Abitava insieme alla famiglia, George, un amico del figlio, un ragazzone robusto e dal volto simpatico e rubicondo che faceva loro da giardiniere per guadagnare anche lui il necessario per mantenersi agli studi. George era un ex marine che si era congedato da poco. La maggior parte del tempo la trascorrevo con lui che lavorava nel giardino di casa aiutandolo, e il pomeriggio andavamo in giro col suo originale maggiolino giallo per l'accogliente contea di Westchester. Il sabato sera successivo, come è di uso negli Stati Uniti, dopo una cena della ottima cuoca Louise, ucii insieme a Giorge e ci incontrammo con un gruppo di suoi amici, anch'essi ex marines. Iniziò il classico giro dei bar della contea, a bere birra (cosa che non avrei potuto fare non avendo i 18 anni previsti dalla legge) , chiaccherando allegramente di qualsiasi argomento di attualità. Dopo il quarto o quinto bar, non ricordo più, avevo ingurgitato, per emulare gli altri, non so quanta birra, sicuramente tanta, cosa che ai robusti marines non provocò alcun disturbo, ma che a me causò una tremenda nausea: l'intero mondo mi girava intorno e finii col vomitare (scusatemi) tutto il vomitabile. E pensate un pò: mentre mi stavo appena riprendendo e giuravo a me stesso che non avrei mai più bevuto birra in vita mia, almeno in quella quantità, fui raggiunto da poderose pacche sulle spalle da parte di tutti, accompagnate dall' entusiastica esclamazione: " Hey, Joe man " !
Avevo avuto il battesimo della mia prima sbornia, come pare di prassi da queste parti. Per loro sembrava tutto previsto. Ero stato nominato sul campo: " Marine ad honorem ".

mercoledì 6 agosto 2008

1961 : " Sul cocuzzolo della montagna "

Fig.1-Saas Fee - Fig.2-Vallese-Alpi Svizzere





















Fig.3-Allalinhorn - Fig.4-Vie dirette alla vetta


















Fig.6-Il Ghiacciaio dell'Aletsch


Fig.5- Io, Marion e Willie

Prendo a prestito il titolo di una vecchia canzone di Rita Pavone per dare lo spunto ad un ricordo dell'estate del 1961. Quell'anno, avevo 17 anni, passai le mie vacanze in Svizzera, ospite dei miei amici di Zurigo, la famiglia Reinhard, con i quali poi mi recai nel mese di agosto nel Cantone del Vallese, per trascorrere qualche settimana in montagna, e precisamente a Saas Fee, un delizioso paesino delle Alpi Svizzere a 1800 m. di quota, caratterizzato dai tipici chalet in legno, con rossi gerani nelle fioriere dei balconi. Il traffico motorizzato era vietato, per cui si viveva in un'atmosfera silenziosa e a misura d'uomo, dove tutti incontrandosi per le pittoresche stradine si scambiavano il saluto nelle lingue più diverse.
Solo un passo indietro nel tempo per dirvi della mia amicizia con questa famiglia zurighese. Fin dall'età di circa 10 anni mi recavo ogni estate con i miei nonni materni a Montecatini, mio paese natale, dove si dedicavano alle cure termali. Lo stesso motivo portava lì ogni anno la famiglia Reinhard che alloggiava nella stessa nostra pensione. Facevano parte del nucleo familiare oltre ai genitori e all'arzilla nonna materna, i due figli Ernestalex, della mia stessa età, e il fratellino Dany, un simpaticissimo bambino di 5 anni dai capelli rossi e lentigginoso. L'amicizia fra me e la famiglia si rinsaldò negli anni e fu così che mi ritrovai in vacanza insieme a loro nel Vallese in quell'agosto del 1961.
Le attività che svolgevamo erano tipiche di un paese alpino: marce in alta quota lungo i sentieri di montagna da un rifugio all'altro, con attraversamento del ghiacciaio dell'Aletsch, il più lungo d'Europa con i suoi 23 km. ; scuola di arrampicata in sicurezza, con funi e imbracature, con i maestri rocciatori della valle. Si decise di fare la scalata dell'Allalinhorn, la cima più alta del luogo, di 4027 m. Contattammo la guida che doveva accompagnarci, e così, un pomeriggio del mese di agosto, partimmo da Saas Fee io, Ernestalex, Marion, una ragazza olandese che abitava nel nostro stesso albergo, e la guida Willie, un uomo asciutto, alto ed abbronzatissimo, molto somigliante all'attore Gary Cooper, che ci fece subito capire che chi comandava era lui, atteggiamento che gli competeva visto che era il responsabile della nostra incolumità in un'impresa che comunque comportava un qualche rischio. Da quota 1800 raggiungemmo verso il tramonto il rifugio base la Langfluh-Hutte a 2890 m. Dopo aver cenato in una sala affollata da altri escursionisti, siamo andati a dormire alle 21 circa. La sveglia fu alle 3 del mattino, poichè bisognava attraversare il ghiacciaio prima del sorgere del sole quando la neve era ancora dura e compatta. Legati in cordata con in testa Willie inizziammo l'ascensione. L'atmosfera era surreale: silenzio, il rumore dei nostri passi e i secchi comandi della nostra guida, alla quale ubbidivamo prontamente. Ogni tanto ci fermavamo per riprendere fiato e per mangiare un pezzo di cioccolata o una zolletta di zucchero. Cominciava ad albeggiare e si intravedeva la vetta che dovevamo raggiungere. Cosa che avvenne verso le 6.30 in coincidenza con i primi luccicanti raggi di sole che si riflettevano sulla candida neve. Il panorama di tutte le cime alpine, nitide in quella limpida mattina, e illuminate dai bagliori del sole era uno spettacolo che difficilmente dimenticherò. Dopo una sosta in cima di circa mezz'ora, riprendemmo il cammino in discesa verso il rifugio base. Da lì raggiungemmo verso l'ora di pranzo il nostro albergo, dove, i componenti la spedizione, fummo accolti calorosamente dalle famiglie in attesa. Non era certo il tetto del mondo che avevamo raggiunto, ma per noi giovani e improvvisati scalatori fu come se lo fosse stato !