La mia foto
Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

venerdì 31 ottobre 2008

Album di famiglia : " anni '40, i miei genitori "


Non vi sembrano venuti fuori da un film di Frank Capra proprio di quegli anni ?







martedì 28 ottobre 2008

Alla villa: pochi i bambini ma molti i cani !















C'era una volta una villa con tanti bambini e qualche cane... ora ci trovi invece tanti cani e pochi bambini...a me piacciono i cani ma preferisco senza dubbio i bambini...

Da giorno 9 ottobre quando ho portato per la prima volta Giulio alla villa ad oggi le nostre passeggiate si sono ripetute più volte. Prendo sempre più gusto a queste ore passate in serenità col mio nipotino lungo questi viali in mezzo al verde. Riesco a lilassarmi come non mi accadeva da tanto tempo e a godere della innaturale e silenziosa tranquillità del posto, ben tenuto e coltivato, e turbato soltanto dall'abbaiare degli esponenti della razza canina e dai richiami dei loro padroni. Non mi è certo mancato il tempo per riflettere ed osservare. Cos'è accaduto in questi 30 e più anni che non ho più frequentato i parchi pubblici. Invero sono cambiate molte cose. Quando portavo i miei figli alla villa la popolazione infantile che la affollava era numerosa e allegramente chiasosa. Era un incrociarsi di carrozzine che trasportavano spinte dalle loro mamme piccoli neonati, un rincorrersi di bambini più grandicelli e dalle guance arrossate, un volteggiare nell'aria di palloncini colorati. Insomma una folla di persone che rappresentavano uno spaccato di serena e gioiosa umanità. Oltre ai molti bambini appunto , dai neonati a quelli più grandetti, numerose tate, molte mamme, qualche papà, parecchie nonne e nonni e gli immancabili pensionati. E poi anche allora qualche cane al guinzaglio. Oggi l'ambiente è completamente cambiato, non più il naturale vociare di bambini, perchè non ce ne sono quasi più, nessun capannello di tate ciarliere, perchè pare siano estinte, rare mamme con carrozzine, pochissimi nonni, assenti i pensionati. E pensare che ero convinto che avrei stretto nuove e simpatiche relazioni con altri nonni come me pensionati al seguito dei loro nipoti. In compenso sono accerchiato da un nutrito numero di cani di tutte le taglie, abbaianti e scodinzolanti ininterrottamente, accuditi con molta cura ed attenzione da amorevoli padroncini che li richiamano con buffi vezzeggiativi, che li accarezzanoe che li nutrono con prelibati bocconcini contenuti in apposite sacche. I proprietari di questi per lo più innocui animali sono costituiti in maggior numero da donne di media e giovane età, da qualche anziana signora, e da ragazzi e tante ragazze. Si fanno notare ancora per la loro assenza i pensionati. A questo punto mi faccio le seguenti domande: dove sono finiti i bambini ? Che ci fanno non dico le anziane signore ma quelle giovani con i loro cani e a quell'ora del giorno ? Sono mamme oppure no ? E se lo sono dove sono i loro figli? E tutti quei giovani che ci stanno a fare in orario scolastico, universitario o lavorativo con i loro fidi animali ? Ed ultima e intrigante domanda che mi pongo, ma i pensionati e i nonni di cui l'Italia si dice sia intasata, dal momento che siamo una nazione di vecchi e ad alta denatalità, dove sono andati a finire ? Le risposte cercherò di darmele poco alla volta nelle prossime passeggiate alla villa, non avendo ancora capito cosa è esattamente successo; e lo stesso invito rivolgo anche a voi. Fatemi conoscere il vostro parere con numerosi commenti a questo post. Il problema a me pare inquietante. Una cosa è certa, e lo dico agli ambientalisti, stiano tranquilli, poichè abbiamo risolto l'annoso problema del verde pubblico, non serve più, non ne abbiamo più bisogno, mancano i clienti, quelli di razza umana almeno, ne godono in compenso quelli di razza canina. Lasciatemi dire, passatemi il termine, e avendo premesso che a me questi quadrupedi sono simpatici, mondo cane !

P.S. Mi chiedo: ma con chi giocherà Giulio ? Spero proprio che non sarò costretto a procurargli un cagnolino !


domenica 26 ottobre 2008

Album di famiglia : " Giulio ti presento il bisnonno "




E' passato un pò di tempo, ma adesso mi riprometto di riprendere con regolarità la pubblicazione di questa rubrica nostalgica, per riportare alla memoria di tutti fatti e personaggi degli anni passati. Questa che pubblico oggi è una foto degli anni '40, di nonno Nino da fidanzato. Per me riveste un fascino particolare, dal momento che ho scoperto che anche mio padre da giovane portava i baffi, quindi posso ben dire che sono un Baffo Doc, avendoli ereditati da mio padre !

venerdì 24 ottobre 2008

" Visitare gli infermi "

Visitare gli ammalati è un' opera di misericordia corporale e quindi un obbligo morale di carità per un buon cristiano; ma per non generare l'equivoco che chi non crede ne sia esentato, voglio ricordare che esiste anche un obbligo morale di solidarietà a cui tutti indistintamente siamo chiamati. Ed ecco che la visita ad un ammalato è qualcosa che ci riguarda come laici, come uomini cioè che vivono in mezzo ad altri uomini, indipendentemente dal confessare o meno la fede. Ma c'è il rischio che ciò che ho detto sembri e resti pura teoria, un'affermazione da omelia della domenica.
Ecco allora che vi propongo ancora una volta un esperimento: prendete cara e penna, e con calma e serenità cercate di fare mente locale sulle persone di vostra conoscenza che in questo momento sono afflitte da una malattia. Innanzitutto pensate alle persone più vicine, cioè parenti ed amici intimi, per poi passare ai conoscenti in genere. Questo breve esame ci deve portare a stilare un elenco, che ci consentirà poi di essere operativi concretamente nei riguardi di queste persone. Adesso cerchiamo degli spazi vuoti nella nostra giornata, e se non ci sono creiamoli. Dopodichè riflettiamo su cosa fare per ogni singola persona sofferente: da un semplice sms col cellulare, ad una telefonata, ad una lettera se sitrova in un'altra città, fino alla cosa più efficace che è quella di una visita personale. Usando questi mezzi ho scoperto la tremenda solitudine e talvolta emarginazione affettiva che vive un ammalato, e della gioia che prova nel ritrovarsi a poter parlare del più e del meno, o anche lamentarsi se ne sente il bisogno con un conoscente che lo ascolti dedicandogli il suo tempo con disponibilità. La gratitudine di queste persone la coglierete nei loro occhi nel momento in cui vi congedate da loro.
Se poi siamo anche credenti, è nostro dovere di buoni cristiani, ricordarci delle opere di misericordia spirituale, come: consolare gli afflitti e pregare per i vivi, interessandoci quindi oltre che del corpo pure dell'anima di queste persone, non foss'altro che con una breve preghiera rivolta al Signore per la loro guarigione corporale e anche se necessario spirituale.
Perdonatemi se mi permetto di pubblicare questo post provocatorio, ma vi invito a verificare se il proposito che avete fatto lo avete portato o lo porterete a compimento anche se vi è costato o vi costerà farlo. Sono sicuro che la serenità che sentirete dentro di voi dopo sarà la risposta certa che avete fatto una cosa umanamente e spiritualmente meritevole.

giovedì 23 ottobre 2008

Gli scatti di Baffer-six !

" Tra il bianco e l'azzurro "

martedì 21 ottobre 2008

A prestito dal blog di Mamma E.R. !

Visto che Mamma E.R. ha pubblicato ieri in un suo post delle notazioni interessanti sui nonni, alla cui categoria ora mi pregio di appartenere, ho approfittato, col suo permesso, per riportarle senza alcuna modifica sul mio blog, per questo la ringrazio e buona lettura a voi tutti !


Il legame nonni nipoti

La relazione nonni nipoti è una delle occasioni privilegiate nella vita delle generazioni e si esprime attraverso una dimensione affettiva caratterizzata dalla protezione e dalla fiducia speranza nelle possibilità dell’altro e nella responsabilità nei suoi confronti.
È questa una relazione relativamente nuova per la nostra società: per molti secoli i bambini non hanno conosciuto i nonni e solo negli ultimi decenni è diventato normale non solo “conoscerli” (grazie all’allungamento della vita media), ma anche e soprattutto avere con loro un rapporto di intimità, ben diverso da quello più “distante” e di “timore reverenziale” di qualche generazione fa.
Oggi la figura del nonno rappresenta una delle presenze tra le più importanti del “mondo relazionale” dei bambini. I nonni sono coloro che sanno trasformare in “fiaba” la storia della famiglia; sono coloro che sanno raccontare “di quando il papà e la mamma erano bambini”, sono i custodi e i narratori della storia familiare, coloro ai quali è affidata, anche solo attraverso la loro presenza, la trasmissione dell’appar­tenenza, ossia la possibilità, per le nuove generazioni, di essere riconosciuti e legittimati, di sentirsi parte di una storia accedendo all’albero genealogico materno e paterno. I nonni offrono ai bambini la prospettiva del tempo e della memoria, rappresentano la tradizione senza la quale la speranza sarebbe utopia.
I nonni sono inoltre coloro che hanno il tempo per poter “stare” con i nipoti, per “perdere il tempo” con e per loro. Potremmo definire il loro spazio relazionale con l’espressione “dimensione ludica”, caratterizzata da una piena libertà di scelta, ricca di valenze affettive e creative, svincolata da obiettivi immediati e pratici, legata al piacere di esprimere se stessi e di vivere con gratuita disponibilità il rapporto con l’altro. I bambini hanno bisogno di questo tipo di relazione e nessuno più dei nonni può offrire loro la possibilità di sperimentarla.
I nonni sono anche figure educative di sostegno ai loro figli/genitori: sanno offrire uno sguardo più disincantato alla complessa realtà che i loro figli si trovano ad affrontare davanti alla crescita dei propri bambini; sanno relativizzare e sdrammatizzare, ma anche “mettere in guardia” da superficialità e semplicismi.
Diventare nonni è un’occasione per portare a termine la propria maturità affettiva, volta a favorire lo sviluppo delle potenzialità dei figli e non teso alla propria autorealizzazione. Se si impegnano in questa direzione i nonni scoprono un fecondissimo rapporto con i nipoti improntato all’amore di tenerezza, ora che l’impegno educativo non è più loro ma dei figli.
Certo, a volte anche questa relazione presenta i suoi rischi: ciò avviene, per esempio, quando il nonno è “utilizzato” solo in modo funzionale e pragmatico, in un ruolo di
semplice “baby-sitter”, oppure quando la relazione tra i nonni e i genitori del bambino è caratterizzata da conflitti irrisolti trascinati dal passato (quando non si è attuata una corretta distinzione di coppia dalle proprie famiglie d’origine) : in questi casi il rapporto con la nuova generazione è utilizzato per “far pagare” al proprio genitore o al proprio figlio, sbagli mai perdonati e si assiste ad una sorta di “sfida” tra le due generazioni adulte, che rivendicano la loro esclusività annientando o squalificando le capacità educativa dell’altro. Se però prevale la comprensione tra le generazioni e se nonni e genitori hanno ben chiara la propria insostituibile e non vicariabile funzione, allora lo spazio della relazione nonni-nipoti assume un valore incommensurabile e rappresenta uno degli incontri intergenerazionali più importanti per la crescita delle nuove generazioni.

domenica 19 ottobre 2008

" Andare in pensione " : un punto di arrivo o un punto di partenza ?



La parola "pensione", per ognuno di noi, fa un suo logico riferimento all'ambito lavorativo, non certo ad altri ambiti, come per esempio a quello familiare nel ruolo rispettivo di marito o genitore. Il proprio lavoro professionale ha un suo termine naturale, essendo strumentale alla persona, non così l'essere marito o genitore in quanto stati connaturali all'essere umano. Il ruolo di lavoratore si esaurisce, ma non certamente quello di un padre di famiglia.
Quindi una prima logica risposta alla domanda del post potrebbe essere che il pensionamento è un punto di arrivo. Ma non vi è dubbio che il venirsi a trovare in questa nuova situazione di vuoto lavorativo comporta un cambiamento sostanziale nella propria vita e in particolare in quella familiare. Per cui la relazione coniugale e il rapporto genitoriale vengono a risentire di questo nuovo status. Ed ecco che allora ne consegue che l'andare in pensione è anche un punto di partenza, o meglio di ripartenza della propria vita, con cui confrontarsi. Bisogna allora adoperarsi per rendere questo snodo esistenziale della vita personale un evento positivo che produca all'interno del proprio nucleo familiare situazioni e occasioni di un miglioramento nelle relazioni con la propria moglie e con i propri figli. Ecco che la parola pensionato perde allora gli attributi negativi e ingiusti che così spesso le vengono conferiti.
Tutto questo, lo avrete già capito, per dirvi che Baffo da domani, giorno dei suoi 65 anni, va in pensione. Non mi sento per questo nè triste nè frustrato, ma carico di quell'energia mentale, vitale ed anche affettiva che come un accumulatore ho immagazinato durante la mia vita e che adesso sono pronto a immettere in rete per illuminare e dare calore alle relazioni interpersonali che mi aspettano. Ciò che sento dentro di me non è una una sensazione di invecchiamento ma di ritrovata giovinezza senz'altro interiore se non proprio fisica. Il mio cuore in questi anni si è dilatato e arricchito nell'accoglienza degli altri , ricevendone in cambio il loro affetto. Adesso sento il bisogno di spendere questo tesoro per renderli più felici. Innanzitutto mia moglie, sperando che la nostra relazione coniugale diventi sempre più profonda e salda, e punto di riferimento costante per i nostri figli anche se già adulti. Poi i miei figli, ai quali penso di poter e di dover dare ancora tanto sia da un punto di vista affettivo che educativo. Ed infine tutti gli altri ai quali spero di offrire in maniera creativa iniziative che possano essere loro di aiuto e sostegno.
Come tutti i lettori del mio blog ormai ben sapranno da poco sono diventato nonno. Non potevo pretendere regalo più bello per la mia pensione; l'arrivo di Giulio è stato provvidenziale, la sua presenza è venuta ad occupare uno spazio importante nel mio cuore: è mia ferma intenzione che buona parte del mio tempo disponibile sia dedicata senz'altro a rendergli la vita piacevole e ricca dei valori necessari alla sua crescita.
Fatevi vivi per qualunque bisogno, Baffo è sempre a vostra disposizione!


La foto è presa dal blog : 'GRAVITÀ ZERO'(3 aprile 2008).
(l'ho illustrata nel 1° commento a questo mio post).

giovedì 16 ottobre 2008

Gli scatti di Baffer-six !


" Sguardo di nonna "

mercoledì 15 ottobre 2008

Con uno sguardo attento e sorridente a chi ci passa accanto !



Oggi mi sono alzato con "il proposito" di mettere in atto la strategia di vivere la mia giornata con una particolare attenzione alle persone che avrei incontrato. Ecco come è andato"l'esperimento": già appena uscito, un sorriso e qualche parola rassicurante all'anziana signora dl terzo piano che si lamenta dei suoi acciacchi. Un cordiale saluto al portiere che sta spazzando l'androne, con la solita banale battuta sul tempo. Nel prendere l'auto ancora un sorriso all'amministratore del condominio, musone e dal viso sempre corrucciato, che ho costretto così a ricambiare. Primo semaforo, incrocio, permetto al lavavetri rom che di solito diffido dal fare il suo mestiere, di procedere tranquillamente, ricompensandolo con qualche spicciolo e con un grazie, ricevendone anche un' inchino. Davanti al giornalaio dove mi fermo per l'acquisto del quotidiano, metto una moneta nel cappello del mutilato in carrozzina, che mi saluta dicendomi grazie "baffone". Saluto e scambio di qualche parola col giornalaio, sulla chimerica scelta del posto esotico dove recarci fra quelli in mostra sulle riviste del suo bancone. Poi al lavoro: ho cercato di essere il più gentile possibile con la mia assistente, chiedendole del fidanzato e di come avesse trascorso la serata. Con ogni paziente, oltre alla prestazione richiesta, ho fatto in modo di scambiare qualche parola per allentare la tensione. Le reazioni positive ottenute mi hanno confermato il loro gradimento a questo mio atteggiamento. Pomeriggio visita allo zio Valentino seriamente ammalato, che si trova in una casa di riposo per anziani, al quale ho portato una rivista da leggere, e con il quale ho improvvisato una mini -conversazione in inglese dal momento che questa è una cosa che gradisce molto. Nel ritorno verso casa mi sono sforzato di reagire con calma e serenità all'automobilista imprudente che mi ha tagliato la strada dispensandogli un sorriso paziente ed ironico e un cenno di OK colla mano. Prima del mio rientro ho comprato un gelato da consumare con la famiglia dopo cena. Prima di cenare qualche telefonata: una ad un amico per chiedergli della salute della piccola figlia ricoverata in ospedale, una ad un altro amico per invitarlo ad un incontro di formazione spirituale per il giorno successivo, ed ancora una ciascuno ai miei figli che vivono rispettivamente a Roma e Milano, chiedendogli notizie della loro giornata. A cena mi sono sforzato, anche se mi è costato un pò, di tenere viva la conversazione con mia moglie e le mie 3 figlie cercando argomenti che le interessassero. Dopo cena ho cercato di portare a termine, per farla contenta, qualche incarico casalingo affidatomi da mia moglie, come per esempio quello di rassttare i cassetti della mia scrivania. Prima di andare a letto non sono stato però attento nel dare a tutti la buona notte, e mi sono reso conto che è una cosa nella quale devo impegnarmi seriamente. Prima di addormentarmi ho preso in esame questa "giornata" diciamo "sperimentale" provandone un senso di soddisfazione, serenità e allegria. Non è stato poi tanto difficile mettere in atto " il proposito", solo un pò più di attenzione ed un pizzico di buona volontà. Spero di aver donato ad ognuna delle persone incontrate qualcosa di mio, e che queste se ne siano rese conto.

E' stata un'esperienza interessante e gratificante. Provateci anche voi !

martedì 14 ottobre 2008

Quante volte oggi hai detto "grazie " ?


Dire grazie era la parola con la quale si diceva "ti sono grato" per il dono che mi hai fatto: fosse esso una parola, un complimento, un gesto gentile, un favore o una buona azione. Ho usato il verbo al passato , poichè mi rendo conto che oggi non si ringrazia quasi più. Quando raramente lo si fà è quasi sempre per puro formalismo. Ormai viviamo in una società dove si pensa che tutto è dovuto, non c'è più il senso della gratitudine per ciò che abbiamo ricevuto. Tutto ci è dovuto dicevo, e quindi essendo un mio diritto non sono per nulla obbligato a ringraziare. Ecco che ancora una volta sono costretto a tirare in ballo le relazioni interpersonali, che purtroppo hanno perso il loro valore. Ciò che viene danato nella relazione non viene più dall'intimo della persona che da,o perchè questa ne è sprovvista o perchè lo custodisce gelosamente per se. Chi invece nella relazione e dalla parte di chi riceve non è più capace di accogliere ciò che gli viene offerto, perchè non crede che ciò derivi da qualcosa di cui l'altro si privi per il suo bene o perchè non ne intende la gratuità. La gioia di chi dona e la gratitudine di chi riceve hanno perso il loro significato. Le fibre del cuore di coloro che si relazionano si sono indurite, come atrofizzate, perdendo così la loro capacità di vibrare all'unisono. Dobbiamo sforzarci di educare i giovani fin da piccoli alla gratuità del dono che invece di impoverire l'uomo, ne arricchisce la sua interiorità e il suo cuore. Gioire nel donare e essere grati nel ricevere , è così che si diventa migliori.Il trucco penso che stia tutto qui !
Il titolo del post non vuole essere affatto un quiz provocatorio ma un semplice, e penso necessario, esame di coscienza.

lunedì 13 ottobre 2008

Ci ha insegnato ad essere sempre allegri !

Vi ricordate dello "zio mattacchione" di cui vi raccontavo qualche tempo fa, ed esattamente il 9 luglio, ebbene oggi improvvisamente Valentino ci ha lasciato colpito dal solito male incurabile.
Forse è stato l'ultimo scherzo fatto nella sua vita,anticipando le sofferenze che gli sarebbero toccate, visto il suo male, privandole di quel corpo a cui avrebbero dovuto infliggerle.
Mi limito semplicemente a dire in questo momento di dolore per la sua perdita, che si è trattato invece di un atto di misericordiosa clemenza dovuto alla bontà di Dio.
Ciao Zio !

sabato 11 ottobre 2008

" Promotori di vera fraternità "

Oggi mi sembra urgente chiedersi perchè le relazioni interpersonali autentiche si stiano come atrofizzando fino al punto di impoverirsi in qualche caso del tutto. Si comunica giusto con un linguaggio tecnico o meglio con i suoi surrogati mediatici ed informatici, su argomenti quasi esclusivamente pratici ed economici. Sempre più raro il linguaggio del cuore e dello spirito.
La maturità dell'uomo, cioè il suo rapporto con gli altri, la si raggiungeva per vie naturali passando rispettivamente dall'io infantile, al tu adolescenziale per conquistare il noi dell'età adulta, quella delle relazioni. Il rapportarsi con gli altri, oggi, ha stranamente portato le persone adulte ad appropriarsi delle cose e anche degli affetti, facendo un percorso a ritroso per passare dal noi al tu per rinchiudersi infine in una sorta di infantilismo possessivo ed egoista che ha ridotto le relazioni ad un atteggiamento formale privo di qualsiasi calore umano.Del resto viviamo in piena era di globalizzazione, cioè tutto alla portata di tutti, che se può aver un qualche significato in campo economico-sociale, è per altri versi il vero suicidio dell'intimità della persona, unico luogo della sua interiorità, dove risiede quel patrimonio di valori autentici da condividere col prossimo in una reciproca e feconda comunicazione.
Ed ecco perchè mi sento di affermare che viviamo un momento storico in cui non è più possibile rinunciare e rinviare il necessario farsi carico del ruolo di promotori di una vera umanità, di una umanità cioè che attraverso i canali dell'amicizia e della confidenza, instauri un rapporto di genuina affettività verso gli altri, in sintesi: promotori di una fraternità, visto che comunque la si pensi siamo tutti figli di un medesimo padre, capace di sostituire negli uomini d'oggi il surrogato di una pseudo-solidarietà che si nutre solo di cose materiali, con la vera solidarietà che ha le sue radici più profonde nel cuore e nello spirito della persona. Solo così, a mio modo di vedere, si potrà creare con coloro che ci stanno intorno un vero clima di delicata attenzione e di interesse sincero per l'altro, che ci porterà per un cammino di gratificante felicità.

venerdì 10 ottobre 2008

Gli scatti di Baffer-six !

" Sottobosco "

Quello di B6 per la fotografia più che un hobby è una vera passione. Quando può se ne va in giro con la sua fedele macchina fotografica a catturare immagini di luoghi e persone. A me piacciono molto, quindi di tanto in tanto ve ne proporrò qualcuna, sperando che siano anche di vostro gradimento. Eccovi la prima !
( Basterà un semplice clic sulle immagini per vederle ingrandite ) .

giovedì 9 ottobre 2008

A Villa Trabia con Giulio !

Ieri dopo circa 22 anni, quando ci portavo Marta, sono tornato in una bella mattinata di sole a Villa Trabia insieme al mio nipotino Giulio di appena un mese. E' stata la nostra prima uscita da soli: ero molto emozionato per la nuova opportunità che ho avuto di portare ancora una volta a spasso in carrozzella un bimbo piccolo. Ero molto orgolioso del ruolo di nonno-sitter che stavo ricoprendo, e ci tenevo a svolgerlo con responsabilità, vista la fiducia che hanno avuto i suoi genitori ad affidarmelo. Ha dormito quasi tutto il tempo, e le rare volte che ha aperto gli occhi ho tentato un inizio di improbabile dialogo; si è trattato naturalmente di un monologo di un neo-nonno un pò rimbambito ma contento davanti a questa piccola creatura. Comunque sono fiuducioso che col tempo e poco alla volta questo dialogo prenderà vita: io racconterò a Giulio delle belle cose che gli stanno intorno e lui mi comunicherà le sue impressioni; per lui saranno scoperte completamente nuove e per me riscoperte di cose belle che credevo ormai sepolte per sempre nella memoria. Penso proprio che saremo entrambi molto felici di condividere queste nostre avventure. Ciao Giulio, alla prossima passeggiata insieme !