La mia foto
Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

lunedì 28 settembre 2009

Educare: da quando ? da subito !


Per il bene di mio nipote !


L'essere diventato nonno, ha posto in essere per me una nuova relazione affettivo-educativa, che è necessario che io viva in maniera equilibrata e competente, per aiutare la crescita di questa nuova creatura venuta ad arricchire la mia famiglia.
E' necessario che i nonni non cadano nella facile tentazione di tipo affettivo, che contrapponendoli ai genitori, li porti a giustificare qualsiasi capriccio o comportamento sbagliato, volontario o meno, dei nipoti, proteggendoli dalle giuste correzioni educative di mamma e papà.
Spesso accade con facilità, che i nonni, per affetto, esercitino involontariamente un'azione diseducativa, laddove i genitori tentano invece di dare una giusta formazione ai loro figli.
Lo spunto a questo post viene da alcuni comportamenti del piccolo Giulio, tipici di un bambino di un anno, che gattonando o muovendo i suoi primi passi va in giro per casa, si mette incoscientemente in situazioni a rischio, nelle quali è necessario intervenire per cominciare a formare in lui una coscienza critica circa le sue azioni, almeno per quelle che riguardano la sua incolumità fisica. Non vi sembri che esageri, ma un bambino in questa tappa della sua età evolutiva, è già in grado, se ben guidato, di cominciare a comprendere se una sua azione sia più o meno utile per il suo bene. Allora come avveniva tanti anni fa, con i miei figli, mi rendo conto che non posso permettere a Giulio di mettere le sue piccole dita nelle prese della corrente elettrica, buttare per terra qualsiasi oggetto a portata di mano, cosa che era comprensibile nei mesi precedenti, arrampicarsi su una sedia, e quant'altro la sua naturale vivacità motoria lo porti a fare. Quindi pur sapendo di provocare sicuramente una sua ribellione , poichè ostacolo un suo bisogno vitale di fare nuove esperienze, gli impedisco di portare a termine i suoi tentativi più rischiosi. Alcune volte basta solamente alzare un po' la voce, altre volte è necessario essere più drastici, ed accompagnare il rimprovero verbale con una azione punitiva di tipo corporale, come una sculacciata, che sia naturalmente più accennata che messa a segno con forza, mantenendo sempre una propria calma interiore scevra da rabbia. Giulio allora si blocca, ti guarda interrogativo, fa il classico "cucchiaio", e studiando l'espressione del tuo volto, reagisce o con un incolpevole sorriso, o più probabilmente con un pianto accorato. A questo punto ti affretti ad abbracciarlo e a fargli sentire, nonostante il rimprovero, il calore del tuo affetto. Spesso l'inconscia
monelleria, ritenuta da lui un gioco, viene ripete, e così resta talvolta vittima del suo maldestro tentativo, con un ruzzolone o un urto contro uno spigolo, e il tutto si conclude con un conseguente pianto o per il dolore o per la rabbia. Non prendetemi per un nonno aguzzino, ma bisogna, pur mentre lo soccorri abbracciandolo con affetto, rimproverarlo ancora una volta, perchè capisca che è stato il perseverare nella sua monelleria a procurargli le conseguenze negative. Con molta pazienza da parte mia e soffrendo anche un po' nel dover interpretare il ruolo del cattivo, poco alla volta Giulio capisce che in fondo tutto ciò ha come fine il suo bene, per il momento chiaramente solo fisico, ma da più grande anche del comportamento.
In campo educativo c'è quindi un binomio, a parer mio, inscindibile: comprendere ed esigere. Un'azione formativa che si limiti a tener conto solo di uno dei due termini conduce inevitabilmente al fallimento del risultato dell'equazione educativa. L'errore può essere per difetto o per eccesso: chi educa limitandosi solo a comprendere mette in atto un modo di essere affettivo ma ingenuo, che non persegue il bene dell'altro, chi educa invece limitandosi solo ad esigere mette in atto un modo di essere autoritario che mette in crisi la comunicazione educativa. Quindi: esigere sempre, per formare il carattere dell'altro, ma con atteggiamento di comprensione che fa salvo il rapporto affettivo. Il bambino, credetemi, capisce che è stato punito per il suo errore, ma che questo non ha minimamente intaccato l'accettazione della sua persona.
L'educazione che è necessario impartire ai bambini anche molto piccoli, comporta sempre sacrificio, ma un sacrificio che fa soffrire più chi educa che chi viene educato, ma che alla fine finisce sempre col gratificarti, ve lo garantisce (nonno) Baffo.

lunedì 21 settembre 2009

Ho ricevuto una cartolina per posta. Che bello !


Non datemi del fanatico o dell'originale, ma è stato gratificante ricevere per posta una coloratissima cartolina dalla Francia, da parte di alcuni cari amici incontrati per caso sul blog poco prima del Natale scorso, e con i quali si è instaurata la piacevole consuetudine di tenerci assiduamente in contatto. Non ricevevo una cartolina "in carne ed ossa" da anni. Quindi il piacere di avere in mano un documento cartaceo da toccare e guardare, oltre che da leggere, che attesta amicizia, affetto e delicata attenzione nei tuoi confronti, piuttosto che una fredda ed informatica e-mail, mi ha dato grande gioia. Non esagero, credetemi! Vuol dire che qualcuno, mentre era in vacanza, si è ricordato di me ed ha deciso di rubare un po' del suo tempo libero, per farmi giungere su di un simpatico cartoncino un affettuoso saluto.
Non mi resta che ringraziare di vero cuore, con questo breve ma sincero post, di minor valore senz'altro rispetto alla cartolina, i miei cari amici, che per dovere di privacy, mi limito a dire soltanto che sono dei rari "orsi" di razza ligure.
Grazie da (nonno) Baffo


P.S. Da adolescente ero un appassionato collezionista di cartoline, che conservo ancora in soffitta dentro una grande scatola di latta. Questa sicuramente mi mancava.

domenica 20 settembre 2009

Un bel film, un buon libro, una bella canzone...




Un angolino discreto dove fare un po' di cultura !

(nonno) Baffo ha pensato di creare a partire da oggi, sulla barra laterale, questo nuovo spazio dove di quando in quando vi proporrà un'opera di buona qualità per tutta la famiglia, consigliandovene la visione, la lettura o l'ascolto per poterla condividere con tutti voi.
Chi volesse approfittare dello spazio, a disposizione di tutti i lettori del blog, potrà proporre anche a noi un'opera che ritenga di buon livello per il suo stile e il suo contenuto, postandola quì. Sarà mia cura renderla pubblica. Grazie !

P.S. Saranno gradite le vostre opinioni sulle opere proposte.

martedì 15 settembre 2009

" Una piccola clessidra maestra di pazienza "















Poco fa mentre aspettavo che la piccola icona della clessidra, sul monitor del mio PC, finalmente scomparisse, pensavo...


Chi di noi che usa con una certa frequenza il computer non vorrebbe qualche volta mandarlo a quel paese o perchè s'impalla sul più bello o per la sua esasperante lentezza che alcune volte lo afflige ? Ma ciò che succede con più frequenza è di divenire impazienti quando cliccando su qualche tasto per andare avanti nel nostro lavoro informatico, salta fuori accanto alla freccetta puntatrice l' inseparabile icona della piccola clessidra che per scomparire tarda un po' più del solito. Bene è in quel momento che incominciamo a spazientirci : pigiamo nuovamente con insistenza il tasto, ben sapendo che non va fatto, poichè il computer sta in quel momento comunque lavorando, e peggioriamo ancora di più la situazione mandandolo imn tilt, e non ci è più possibile andare nè avanti nè imdietro. Allora siamo costretti a spegnerlo e a riavviarlo con un umore da parte nostro non proprio allegro.
Allora sto imparando, quando compare sul monitor la piccola clessidra, ad accettarne la sua presenza con un pizzico sempre maggiore di pazienza, io che per carattere sono un impulsivo che vorrebbe accelerare i tempi di tutto. E' un esercizio utile per acquisire una virtù necessaria alla nostra vita di relazione, che ci fa accettare con più calma e serenità il nostro rapporto dialettico con le cose e con le persone. Cerco allora di far fruttare quello che sembra un tempo morto impiegandolo o per riflettere con più attenzione su quello che sto facendo, il che non guasta mai, o per prendere qualche appunto, o per fare una telefonata, o per rivolgere qualche cordiale parola o un semplice sorriso a chi mi dovesse capitare vicino, o mettendoci dentro, come faccio ogni tanto, una giaculatoria, cosa che non fa mai male, a Nostro Signore o alla Madonna.
Bene, la piccola icona della clessidra che qualche volta sembra condannarci a perdere il nostro "prezioso" tempo, diventa un'efficace maestra per sviluppare in noi questa indispensabile virtù che è la pazienza.


P.S. Giusto per ridere vi allego questo gustoso articolo di cronaca vissuta, che deve farci seriamente riflettere :

Pensionato disintegra il computer a colpi di pistola: era troppo lento:

Tutti noi, suppongo, avremo avuto tra le mani un vecchio computer, che magari montava Windows 98 ed aveva meno di 64 MB di RAM. La clessidra che sembra divenuta parte deldesktop e il continuo timore di un imminente "Blue screen of death". E, ammettiamolo, la tentazione di distruggere la postazione a martellate era tanta. .Ci soprenderà quindi che questo desiderio represso è stato realizzato nientemeno che da un pensionato di Pordenone. L'uomo, alla veneranda età di 68 anni, era stufo del computer difettoso, e ha voluto farla finita.Easperato dall'ennesimo malfunzionamento, con mano salda ha impugnato la pistola calibro 22 che teneva in casa e ha impallinato con gioia impareggiabile la macchina infernale.I cinque colpi fatali hanno finito per spaventare i parenti dell'uomo, i quali hanno subito chiamato i carabinieri.Questi, arrivati sul luogo del delitto, hanno constatato il decesso della "vittima" e accompagnato il "criminale" in caserma, dove è stata chiarita la dinamica della vicenda.Il pensionato è poi tornato in libertà ma senza l'arma, sequestrata diligentemente dalle forze dell'ordine.





lunedì 14 settembre 2009

"Le brioches col gelato, globalizzate" della Gesap !
















Una breve premessa informativa per un'agile comprensione del racconto di questo post per coloro che non fossero a conoscenza di alcuni dati: 1° cosa è la GESAP e 2° cosa è la brioche col gelato.
La GESAP S.p.a è la società di gestione dell'Aeroporto "Falcone e Borsellino" di Palermo, con capitale sociale di Euro 21.579.370,00 interamente versato e ripartito tra la Provincia Regionale di Palermo, il Comune di Palermo, la Camera di Commercio, il Comune di Cinisi, nel cui territorio si trova la struttura aeroportuale, ed altri soci minori.
Le brioche col gelato è una specialità gastronomica dolciaria, tipicamente palermitana, costituita da una pagnottella dolce di morbida pasta lievitata e cotta al forno, farcita di squisito gelato nostrano, rigorosamente artigianale, che i milanesi, suscitando la nostra benevola ilarità, chiamano "panino col gelato".
E adesso veniamo all'aneddoto che mi ha portato al racconto di questo post: ieri ho accompagnato all'aeroporto di Punta Raisi, gestito dalla GESAP, verso l'ora di pranzo, Baffer-one, che faceva ritorno a Roma, dopo un periodo di vacanze in famiglia. Visto l'orario non aveva ancora pranzato, è ha pensato di farlo levandosi lo sfizio, prima di partire, di sfamarsi con una rinfrescante brioche col gelato. Dopo una breve ricerca, abbiamo trovato il bar che le offriva. Fatto lo scontrino di cassa per un prezzo che teneva conto di un agio aeroportuale esagerato, ci siamo avvicinati al chiosco dei gelati dietro il quale si trovava un giovane barman nostrano. Mentre mio figlio richiedeva la sua brioche, col gelato del gusto da lui gradito, mi rendevo conto che l'aspetto del prodotti non era dei migliori, la briosche appariva in pò rafferma e il gelato poco cremoso, pieno di grumi e difficoltoso da spatolare per poterci guarnire agevolmente "il panino". Quando mio figlio è entrato in possesso della sua consumazione, mi è venuto spontaneo, rivolgendomi al "picciotto", di dirgli : "non mi pare che al turista ospite offriamo al meglio una nostra specialità così tanto decantata, e rinomata per la morbidezza della sua pasta lievitata e per la delicata mantecatura del gelato nostrano". Il giovanotto senza scomporsi mi ha placidamente risposto: "guardi che quì di nostrano ci sono a stento io: le brioches arrivano dal nord, il gelato è rigorosamente industriale, e per raccontargliela proprio tutta la gestione del bar è di una sociètà di ristorazione del continente a cui la Gesap ha dato l'appalto ". A questo punto non mi è restato altro da fare che salutarlo con un mesto sorriso sulle labbra, mentre alcuni interrogativi andavano prendendo corpo nella mia testa in merito a ciò che avevo, con mia meraviglia, appreso, come penso che accadrà anche a voi dopo aver letto il post.



P.S. A quanto pare a Palemo "qualcuno" pensa che non siamo capaci di gestire nemmeno un modesto bar, figurarsi una piccola o media impresa, e preferisce affidarsi alla più efficiente ed affidabile imprenditoria del Nord. Per la precisione alla "Chef-espress" del Gruppo Cremonini Di Modena:




//www.cremonini.it/it/gruppo/page.php?id=4












domenica 13 settembre 2009

I Baffers in una vignetta !


Un buontempone della domenica mattina (?), è così che vede i Baffers !

venerdì 11 settembre 2009

Unità di vita !


Molti dei cristiani di oggi, non riescono ad essere un modello coerente di fedele che contagi il prossimo, portandolo a credere e ad amare Dio, per il fatto che vivono il loro cristianasimo in una sorta di "schizofrenia spirituale". Mi spiego meglio: la loro vita si svolge molto spesso lungo due vie parallele che non si incontrano quasi mai. Una via viene percorsa nel quotidiano, lontano da Dio, affaccendandosi spesso in maniera angosciante, nel portare avanti studio, lavoro, famiglia e quant'altro di umano c'è nella loro esistenza. L'altra invece solo in maniera incostante ed episodica viene percorsa vicino a Dio, spesso limitatamente alla S.Messa domenicale e ad alcuni rari momenti di preghiera, dettati dalla necessità di ottenere qualche favore di tipo materiale.
L'uomo credente di oggi, vive questi due ruoli in maniera antitetica , con uno scollamento fra il piano umano e il piano soprannaturale. Non si rende conto che la coerenza di un figlio di Dio è quella di trovare il valore divino in tutto ciò che è veramente umano. E' il contingente e il presente della propria quotidianità che va santificato, momento per momento, per acquisire quel valore aggiunto che lo rende, dandogli qualità soprannaturale, degno di Dio.
I cristiani spesso vivono due realtà separate e sovrapposte: quella di fedeli domenicali che si incontrano episodicamente, a motivo della S.Messa, con Nostro Signore, e quella dei fedeli feriali, che vivono la loro settimana affaccendati nel quotidiano e ai margini del soprannaturale, non ritenendolo necessario alla crescita della propria interiorità spirituale.
E' solo quando queste due realtà si incontrano in una sola persona che può scaturire la figura di un cristiano al cento per cento.
"Unità di vita", per un cristiano, vuol dire appunto superare questa schizofrenia dell'anima, di cui siamo affetti, per dare vita ad un uomo che viva la sua realtà soprannaturale, cercando e trovando Dio , suo Creatore, in tutto ciò che di buono c'è nella realtà umana. Il mondo deve avvicinarci al cielo e non allontanarcene come molto spesso avviene. Dobbiamo essere cristiani a tempo pieno.
Vorrei concludere questa breve riflessione , citando un passo di un'omelia di san Josemaria Escrivà, il santo dei laici, del 1967, dal titolo "Amare il mondo appassionatamente", la cui lettura, tanti anni fa, mi ha aiutato a capire cosa vuol dire veramente "unità di vita" per un figlio di Dio.

"Vi assicuro, figli miei, che quando un cristiano compie con amore le attività quotidiane meno trascendenti, in esse trabocca la trascendenza di Dio. Per questo vi ho ripetuto, con ostinata insistenza, che la vocazione cristiana consiste nel trasformare in endecasillabi la prosa quotidiana. Il cielo e la terra , figli miei, sembra che si uniscano laggiù, sulla linea dell'orizzonte. E invece no, è nei vostri cuori che si fondono davvero, quando vivete santamente la vita ordinaria..."



giovedì 10 settembre 2009

Ed ecco un ultimo racconto della saga estiva di "cronache dalla campagna" :

Il ritorno di Zampa Bianca !





Ancora un post dalla campagna. Qualche giorno fa verso le 7 del mattino, sono uscito dal cancello di casa, per ottemperare al mio abituale incarico di smaltire il sacchetto della spazzatura nel cassonetto situato a circa 100 mt. di distanza. E lì, nei pressi dell'abbeveratoio interpoderale, si aggirava scodinzolando un piccolo cane nero dal musetto simpatico e dagli occhi vispi, e col segno particolare di una zampa bianca. Mentre mi allontanavo, non so perchè, mi è venuto istintivo, volgendomi verso il cane di battermi una mano sulla gamba e pronunciare al suo indirizzo come incitamento a raggiungermi :" qua, bello ,qua! ". Non se l'è fatto ripetere due volte, e si è subito affrettato verso di me e a venirmi dietro fin dentro casa. Gli ho carezzato la testa, e allora si è immediatamente sdraiato per terra, a pancia in su, agitando le zampe, cin l'evidente intenzione di voler giocare. Dopo un po' sono rientrato in casa, chiudendomi dietro la porta e lasciandolo fuori da solo. Sono andato in cucina, e mentre bevevo il mio caffè e mangiavo un biscotto, ho sentito dei guaiti provenire da dietro la porta d'ingresso. A questo punto ho pensato che anche il cagnolino vagabondo volesse fare colazione, a l'ho raggiunto portando anche a lui dei biscotti e del latte in un piattino. Appena ho aperto la porta e mi ha visto, ha cominciato a saltarmi intorno. Ho avuto appena il tempo di posare il cibo per terra, che vi si è avventato famelico, divorandolo in un batter d'occio. Mentre lo osservavo mangiare voracemente, ho avuto il tempo di fargli le foto che vi mostro, tenendo la mia photo-camera sempre a portata di mano. Avendo altro da fare, ho aperto il cancello e con qualche difficoltà e a malincuore l'ho rimandato in strada, dove l 'ho visto aggirarsi ancora per un po' intorno alla casa e dopo un po' scomparire. Da quel momento, preso da altro, ho cancellato l'episodio dalla mente.
Ma ecco che il mattino seguente, mentre mi trovavo in giardino sul retro di casa, mi è giunto alle orecchie il richiamo urgente di una delle mie figlie, che mi diceva che al cancello c'era il cucciolo dalla zampa bianca del giorno prima, del quale le avevo accennato, che guaiva col chiaro intento che venisse fatto entrare. Sono arrivato in tutta fretta, gli ho aperto il cancello e mentre mi saltellava intorno gli ho approntato velocemente la solita colazione con latte e biscotti. Si è ripetuta la scena del vorace pasto del giorno precedente.
A questo punto non ho avuto l'animo di lasciarlo andare, ma con un biscotto in mano per farmi seguire, l'ho condotto nel podere di un amico agricoltore che ha la casa confinante con la nostra, e che vive lì tutto l'anno, lasciandolo perchè pensasse lui ad accudirvi, dal momento che dalì a qualche giorno avremmo lasciato il nostro luogo di vacanza. Mi è dispiaciuto abbandonarlo al suo destino, ma per noi era impossibile portarcelo dietro in città. Il giorno dopo il mio vicino mi ha detto che dopo qualche ora dall'averlo lasciato il piccolo Zampa Bianca era andato via. Il suo istinto di girovago era prevalso sulla certezza di un rifugio e di un pasto sicuro.
Porterò sempre nella mia memoria quest'altro piacevole ricordo del cucciolo vagabondo,che era tornato a cercarmi, con l'istintiva certezza che l'avrei sfamato ancora una volta.

P.S. Un'aggiunta dell'ultimo momento a questo post: mentre ci accingevamo a salire in macchina per far rientro in città, pensate, è ricomparso scodinzolando in mezzo a noi Zampa Bianca, che si è rifatto vivo per lasciarmi a modo suo un riconoscente saluto.

mercoledì 9 settembre 2009

(nonno) Baffo vi chiama a raccolta !


Beh! dove siete finiti, non credo proprio che siate tutti ancora in vacanza. E' da un bel pezzo che la bacheca o i post non ricevono più molti dei vostri commenti. Datevi una smossa, mi fate sentire solo e abbandonato, e invece sento proprio il bisogno della vostra presenza sul blog. E' l'unico stimolo che serve a dargli vita.
A presto. Intesi ?

Un compleanno veramente speciale !

























Oggi, 9 settembre 2009, il mio
splendido nipotino compie il suo primo anno di età. Nel fargli i miei più affettuosi auguri, non posso fare a meno di ringraziarlo per questi meravigliosi 12 mesi che mi ha regalato, nei quali ha riempito il mio cuore di tantissime nuove emozioni, che non mi sarei mai aspettato di essere ancora capace di provare.
A Giulio, con il più tenero amore,
(nonno) Baffo



P.S. A pensarci bene è anche il mio 1°anniversario da nonno. Accetto con molto piacere eventuali auguri.

domenica 6 settembre 2009

Un'agenzia dell'ultima ora :







Il team dei Baffers si è affacciato sul mercato con l'intenzione di accaparrarsi, per il futuro, Luisinho, un estroso elemento extracomunitario, oriundo agrigentino, che dovrebbe andare a rinforzare l'organico della squadra, ricoprendo il ruolo, ancora scoperto, di genero. Le trattative sembrano essere giunte a buon punto.

sabato 5 settembre 2009

La squadra dei Baffers !





















La formazione 2009/2010 al completo e la loro mascotte.

giovedì 3 settembre 2009

" A ritroso tra i miei post "


Durante il mio rilassante soggiorno, di qualche settimana, nella frescura della campagna madonita, di cui vi ho già detto, mi è capitato di ritrovarmi in alcune situazioni che si ricollegano a tre differenti post da me pubblicati in precedenza sul blog, e che hanno avuto come scenario appunto questi stessi luoghi montani. Voglio raccontarvele perchè penso che quei post, che erano episodici, abbiano così acquistato un tocco di continuità che li lega con un filo storico, infondendo loro quel fascino proprio della vita, che va articolandosi al di là dell'occasionale per arricchirsi di quei nuovi contenuti che le danno un vero valore di stabilità nel loro divenire.
Questa vuole essere una semplice presentazione di chiarimento al racconto dei tre prossimi post che seguiranno al più presto uno dopo l'altro, come 3 episodi della medesima narrazione.

P.S. I tre post, per dare cronologia alla narrazione, li troverete scorrendo il blog all'indietro.

" Ghirigoro " : Il ghiro fedele.





































( 1° episodio con riferimento al post : - A mo' di favola :
" Un ghiro cerca casa "- del 22 luglio 2008)


Fin dal giorno del nostro arrivo in campagna, non appena ho aperto l'imposta della finestra della mia stanza, ho trovato ancora una volta raggomitolato su se stesso e avvolto nella sua lunga coda, l'amico ghiro di un anno fa ( foto), che a quanto pare ha preferito trovare rifugio nella sua vecchia tana scavata con i suoi robusti e taglienti incisivi nel legno della persiana ( foto), piuttosto che abitare in una casetta per ghiri prefabbricata in serie. Le sue visite si ripetono ogni notte, e la mattina seguente, essendo di indole non aggressiva, si lascia prendere da me docilmente, e trasferire nella verde vegetazione circostante la casa.
Dei suoi aguzzi incisivi, purtroppo, ho fatto dolorosa esperienza una mattina, quando prendendolo per l'ennesima volta, ma devo ammetterlo, in maniera maldestra forse per un eccesso di confidenza, per procedere al trasloco di prassi in aperta campagna, ha reagito in maniera improvvisa ed imprevista, affondando, con grande dolore da parte mia, i suoi dentoni da roditore in un morso, profondo fino all'osso, al dito indice della mia mano. I miei immediati tentativi per liberarmi dalla dolorosissima morsa facendo pressione con la mano libera sulla sua forte mandibola, cercando al contempo di non arrecargli danno, non sortivano l'effetto sperato, tanto che mentre ni aggiravo per casa sopportando stoicamente il dolore, qualcuno ha avuto anche il tempo e l'idea di scattare la foto dell'evento, qui allegata. Alla fine sono riuscito ad avere la meglio sulla forza muscolare del ghiro, staccandolo dal mio dito, che ha cominciato a grondare sangue e a pulsare con fitte lancinanti, ed ho provveduto a lanciarlo, devo ammetterlo, in mala maniera, in mezzo agli alberi. Pensavo che questa esperienza negativa e poco piacevole per entrambi preludesse ad una cessazione delle sue visite notturne alla tana. Ma così non è stato, qualche mattina dopo infatti nll'aprire l'imposta interna della finestra, tra il vetro e la persiana si è ripresentata ai miei occhi l'immagine del "testardo roditore", che si apprestava a fare ritorno ancora una volta a quello che ritiene essere di diritto il rifugio che si è conquistato a forza di denti. Ho avuto il tempo di scattare la foto che allego, poichè mi ero premunito lasciando a portata di mano la photo-camera pronta all'uso, dal momento che speravo fin dal giorno del morso che si rifacesse vivo, com'è puntualmente avvenuto.
Penso proprio che la fedeltà del ghiro nella frequentazione della nostra casa non la si possa mettere più in dubbio, e contento del suo ritorno l'ho pertanto immediatamente e definitivamente battezzato col nome di " ghirigoro ", il ghiro di famiglia.

Il lettino in versione " roll-bar "


( "2° episodio con riferimento al post : - Un lettino con 40 anni di storia e sorpresa finale ! - del 22 giugno 2009 )

Vi ricordate il lettino in vimini che Giulio ha ereditato dopo circa 38 anni da papà Baffer-2 ? Ebbene messo alla prova dalle nanne vacanziere del pargolo dal temperamento molto vivace ed imprevedibile, ha mostrato un suo limite riguardo all'altezza delle sue sponde laterali. Infatti più di una volta lo abbiamo trovato sveglio in piedi e saltellante, con l'intenzione di voler superare scavalcandolo l'ostacolo.
(Nonno) Baffo per non far correre al nipotino il rischio di un sonoro capitombolo, si è adoperato in sua assenza ad apportarvi un'opportuna quanto necessaria modifica. E così ho trovato in giro per la campagna due robuste canne molto simili per spessore, dalle quali, tagliandole a misura, ho ricavato due roll-bar di protezione che ho applicato saldamente con del nastro adesivo da imballaggio e due robuste sagole alle sponde del lettino, che appare nella foto in questa sua nuova versione anti caduta. Le rifiniture rosse sono un espediente necessario ad attrarre la vivace curiosità del pupo.Vedremo cosa ne pensa il piccolo "tsunami", così l'ho soprannominato di recente, quando si troverà davanti a questo nuovo ostacolo da superare, che la sua giovane vita gli pone davanti.

P.S. Aggiungo, a prova avvenuta, che le modifiche sono state molto gradite da Giulio, che rimanendo al sicuro per nostrà tranquillità, si diverte moltissimo ad usare le nuove sbarre come un attrezzo adatto per fare le sue flessioni da vero ginnasta.

La fionda ritrovata















( 3° episodio con riferimento al post : - Genitori e figli: una relazione autorevole ! - del 6 maggio 2009)

Dopo più di 30 anni circa, nel capanno di sgombero immerso nel verde (foto), rimettendo ordine, secondo un rito che si ripete annualmente, nascosto tra le innumerevoli cianfrusaglie, faceva capolino la forcella che rappresentava l'impugnatura della fionda costruita insieme ad uno dei miei figli maschi (foto).
Non nascondo di aver provato una certa emozione nel ritrovare, dopo tanto tempo, questo oggetto colla costruzione del quale avevo catturato l'attenzione e la stima dei miei figli.
Ciò che non ricordavo completamente era che la decorazione data alla rudimentale arma da caccia fosse di chiaro stampo milanista, alla quale, io interista, sarò stato sicuramente costretto dai miei figli, accaniti sostenitori della squadra rossonera. Sono curioso di vedere la loro reazione, alla prima occasione, quando capiterà loro di ritrovarsela tra le mani.
Comunque: FORZA INTER !

...ricapitolando !




Il ghiro fedele, il lettino col roll-bar e la fionda milanista: tre cose della mia vita, che diventeranno sicuramente tre preziosi oggetti che andranno ad arricchire, facendo bella mostra di se, la personale bacheca della memoria di (nonno) Baffo.

martedì 1 settembre 2009

" Alla riscoperta di un angolo della mia terra "

Dovevo arrivare a circa 66 anni e trascorrere questa mia ennesima vacanza estiva nella nostra casa in collina sulle Madonie, a circa 1000 mt. di altezza, per scoprire le cose belle della natura, che sono state intorno a me, a mia disposizione, per quasi 40 anni, e alle quali non avevo mai prestato l'attenzione che meritavano.
E' stato così che, in queste rilassanti settimane in montagna, ho riscoperto ogni giorno alcuni suggestivi angoli di un paesaggio che la natura mi offriva e ai quali non avevo mai dato il giusto valore.
Con la curiosità di un bambino mi sono avventurato, nella nostra campagna, per sentieri tortuosi e a volte scoscesi e per scroscianti corsi d'acqua dalle limpide acque, scoprendo con entusiasmo e meraviglia, parte di quei doni che Nostro Signore ha messo a disposizione dei nostri occhi per arricchire di cose belle il nostro cuore e la nostra mente.
Più che con le parole, vi propongo il post che segue, un po' singolare, raccontato mettendo insieme alcuni scatti, catturati al volo dalla modesta photo-camera digitale di un dilettante. Spero che le immagini virtuali che vi mostro vi facciano condividere, almeno in parte, le stesse emozioni estetiche ed interiori che hanno suscitato in me vedendole dal vivo.


P.S. Vi consiglio di cliccare sulle singole immagini, per poterle ammirare meglio nei loro dettagli.

" Un post per immagini "