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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

mercoledì 9 luglio 2008

Album di famiglia: " quel mattacchione di mio zio " .

Zio Valentino, "lo scapolone" di famiglia, l'unico dei quattro fratelli ancora vivente. All'età di circa 82 anni ha lo spirito e la verve di un ventenne, nonostante i suoi fastidiosi e molteplici acciacchi.I miei ricordi della vita vissuta insieme allo zio risalgono alla fine degli anni '40 e inizio degli anni'50, quando andavo a trascorrere le mie vacanze estive a Messina,dove abitava la famiglia di mio padre, composta dalla nonna vedova e da 6 fratelli,2 zie e 4 zii.Questo avveniva dai miei 8 ai miei 12 anni. Venivo affidato alle cure del giovane zio, che diventava il mio compagno di scorribande per la città. Andavamo in giro con la sua bicicletta, con me seduto sulla canna, come si usava un tempo con i bambini. Andavamo al mare, al cinema ( ricordo un locale col tetto apribile) , al circo, alla fiera che si teneva in quel periodo, insomma dappertutto. Ci incontravamo con un gruppo di giovani amici suoi coetanei (di circa 24 anni), veri "vitelloni" di felliniana memoria degli anni '50. Ma ciò che mi preme di più di raccontare di questo mio zio, veramente originale, sono gli scherzi, sempre innocui, che organizzava e metteva in atto a ruota continua ai danni di coloro che gli capitavano a tiro. Ecco alcuni esempi gustosi: in questo caso il "malcapitato" era o un ragazzo del bar o un posteggiatore, ai quali, dopo aver preso qualcosa dalla tasca, la metteva in mano alla vittima speranzosa, dicendo a volte: "questo per le sigarette", a volte: "prenditi un caffè", e il tizio si ritrovava in mano rispettivamente o alcuni fiammiferi, o una bustina di zucchero. Altra vittima di turno erano gli "scopini", quelli che un tempo spazzavano le strade con quelle lunghe scope di saggina. Se gli capitava di essere sull' unica auto di famiglia (mi pare una vecchia 500),si fermava spegnendo il motore proprio sulla scopa dell'operatore ecologico, il quale rimaneva sorpreso e col suo attrezzo del mestiere bloccato. Lo zio allora abbassava il vetro del finestrino e simulando un guasto lo invitava a spingere l'auto per liberare la sua scopa. Il poveretto eseguiva ubbidiente e premuroso, e a questo punto Valentino metteva tranquillamente in moto e con un sorriso di gratitudine andava via, lasciando lo scopino a bocca aperta. Altra vittima era il portiere di casa sua, originario di un paese vicino, il quale si vantava di essere intenditore di vini(io direi più propriamente bevitore di vino). Lo zio scendeva da casa con un'invitante bottiglia in mano dal colore ambrato contenente una mistura di the', per dare colore, e un pò di vino, per dare il sapore di alcool, e gliela omaggiava dicendo di aver ricevuto il prezioso nettare da non so quale amico che abitava in non so quale zona rinomata per i suoi vigneti. Il colmo era che dopo qualche giorno riceveva un grato ringraziamento da"Calò"(Calogero) il quale gli decantava la bontà del vino avuto in regalo. Adesso ci troviamo in una pasticceria al centro di Messina, la famosa "Irrera", rinomata fra l'altro per la sua granita al caffè guarnita di abbondante panna.Al mattino tra gli avventori che consumavano la gustosa specialità, c'era sempre qualcuno che,delicatamente spintonato dall'impunito "mattacchione", finiva col viso sulla panna. La scena era esilarante: lo zio da un lato che si profondeva,bugiardamente mortificato,in scuse e il consumatore fra il sorpreso e lo stizzito con la faccia imbiancata dalla soffice panna.
Non so se è il caso di continuare, perchè posso veramente dire: " che una ne pensava e cento ne faceva". Io in quei frangenti ero il suo pubblico preferito e credo proprio che recitasse quella parte per farmi divertire.
Dimenticavo di dire che è un ottimo cuoco e intenditore di pesce fresco. Quando ero a pranzo a casa sua, dove adesso purtroppo vive da solo, era una vera goduria per il palato.
Il suo affetto verso noi nipoti è veramente grande e forse non abbastanza ricambiato da parte nostra, almeno dal punto di vista della frequentazione abituale. Questi brevi appunti vogliono essere un sentito augurio per il tuo ottantaduesimo compleanno, il 30 luglio prossimo.
Scusami zio, e grazie per tutti i bei momenti che mi hai regalato!
Nella foto pubblicata, in un primo momento, volevo togliere il cane occhialuto (Cichita), anche lei bersaglio di un suo scherzo, ma poi ho pensato che avrei tolto uno degli elementi che ben caratterizza la personalità dello zio Valentino: il suo fare "l'istrione" per rendere la vita divertente e allegra agli altri!

5 commenti:

Screwball ha detto...

Uno dei post più lunghi, una fila di storie che forse (ma non mi sembra) possono far perdere l'unicità di questo zio: il suo cuore. Certo, è un miracolo vivente che nessuno l'abbia fatto fuori. Proseguo con alcuni ricordi, tanto so che molti se ne aggiungeranno.
Quando da piccoli ce lo trovavamo in giro (spuntava alle ore più incredibili), si cominciava a parlare, poi tutt'a un tratto, mentre si rideva e scherzava, si faceva serio e ci dava uno schiaffetto, come se avessimo fatto qualcosa di male... e così noi lo interpretavamo, a seconda anche dell'intensità dello "schiaffetto". Avete mai provato il desiderio, mentre parlate con una persona, di solito una persona qualsiasi, di dargli uno schiaffo, così, di bella e bella, chiedendovi come avrebbe reagito?
Beh, lui lo faceva, ma per un'altra ragione, perché poi c'era sempre dietro un'altra battuta (di spirito) o un regalino (non fiammiferi o bustine di zucchero).

Poco prima che morisse mia nonna paterna, lui si fece presente in mille modi e questo per me almeno che trascorrevo quei giorni a Palermo, fu un'occasione di rivederlo. Era veramente costernato, era legato a mia nonna come a suo fratello (che adorava) e vedevi come veramente soffriva, prima e dopo la morte.
Ai funerali della nonna c'era anche lui, e Fabrizio lo introdusse all'allora fidanzata Marina: il terrore si dipinse sui nostri volti; che cosa avrebbe combinato, l'avrebbe schiaffeggiata? Tra la Chiesa e il cimitero si svolse una stand-up comedy, uno spettacolo di cabaret, ci spanciammo dalle risate (con mio zio Gaetano, suo nipote, fa una coppia incredibile); a me, e con questo sono due segni di insanità nello stesso commento, ai funerali viene sempre da ridere. Sarà stata la paura, o la sua tristezza, ma quella commedia, con la quale forse ha spesso mascherato dolori e delusioni, mi ha fatto tornare esausto dal ridere... Un piccolo dttaglio, legato alle camurrie palermitane e alla gestione dei cimiteri: la tomba della nonna non era diciamo "pronta" e poveretta la bara dovette essere provvisoriamente sistemata in una specie di deposito: la situazione era triste, lugubre e oggettivamente strampalata... e lui soffrì molto per questo, e proprio per questo forse ci regalò un ultimo atto, il più esilarante della sua commedia, che sempre, come tutti, come hai detto "vitelloni", è sempre un po' tinta di malinconia.

Rimanemmo che ci saremmo rivisti.
Pochi mesi dopo ero a Palermo per una conferenza, e lo incontrai sul 102. Mi fece scendere, la conferenza era in municipio, ma c'era davanti un sit-in di quattro canazzi di bancata. Insistette per offrirmi un caffè, io gli dissi che avevo un intervento da fare e lui: ma tanto da qui non passi... Girammo dietro il municipio, verso il caffè Bellini, prendemmo il caffè, mi disse che la situazione della nonna era stata sistemata, tra una sigaretta e l'altra (ma quante!) e poi tornammo indietro. Intanto erano arrivati amici, colleghi, mi ricordo una torinese e alcuni americani, il sit-in era ancora lì e anche lui. Temetti il peggio, feci le presentazioni, e lui, intuendo la difficoltà della situazione, improvvisò uno dei suoi spettacoli, interrotto ogni tanto dal rammarico di stare offrendo questa immagine della città che ama molto... e nel frattempo dialogava con i girotondini di turno, fino a convincerli a farci passare...
tutti si contratularono di questo zio così simpatico.

La settimana scorsa mi ha telefonato: era a casa, stesso pianerottolo, con il papà di un mio caro compagno di liceo, con il quale si erano ritrovati, ricostruendo un'antica coppia di cognomi che si ritrovavano in via Mario Orso Corbino a preparare la maturità. Il papà del mio amico naviga su internet, e assieme avevano scoperto (potenza di Google) profili e attività dei nipoti: e mi aveva telefonato. Spero che leggano questo Blog e che ne siano felici. Baffo, sono sicuro, gli sarà vicino in questo periodo di sofferenza particolare e spero che lui e questa persona splendida che è il padre del mio ex-compagno, possano prepararsi, con lungo anticipo per carità, a raccogliere i meriti di quello che hanno fatto per noi. Credo che Dio li aspetti in Paradiso, solo solo per godersi gli scherzi dello zio (ve lo immaginate, altro che Bonolis e Laurenti). Ma che intanto ce lo conservi per molti anni... e che noi sappiamo fare tesoro della sua presenza.

Screwball ha detto...

Che bello il blog tutto insieme, alcune cose già non me le ricordavo e adesso si sta compiendo, poco a poco, si scrive quasi da solo (a parte che Baffo scrive bene!)

Screwball ha detto...

Vorrei comunicare che oggi è stata diffusa la notizia della morte di Ubaldo Mirabelli. 87 anni, ex sovrintendente del Teatro Massimo, aveva lavorato in molti enti, tra cui il MoMA di New York. Allievo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, aveva incredibile capacità di farti sognare quando insegnava storia dell'arte. A 25 anni fu il primo professore in Italia di storia dell'arte nei licei. Le sue ore erano sempre messe alla fine della giornata, tanto lui affabulava tutti con la sua passione e la sua chiarezza. Era capace di farti sognare passando da Caravaggio a Charlie Brown.
Con lui avevo un feeling particolare: credo sia stato in assoluto il miglior professore che abbia avuto la fortuna di avere.

spero che il suo Paradiso sia bello come le sue lezioni alle 14.30, molto oltre il suono della campane. Il 4 luglio la campana è suonata per lui e sono sicuro che adesso gode di quella bellezza che amava tanto.

il vostro

Divagazioni artistiche ha detto...

E' davvero uno dei personaggi più divertenti e travolgenti che io conosca, ha una risata contagiosa e una fantasia ancor più spiccata...Mi sarebbe piaciuto essere presente durante i suoi scherzi!!! Ce ne fosse di più gente con il suo senso dell'umorismo...Penso che sarebbe un soggetto perfetto per un film...Magari prof 2.0 può dare qualche idea....

david santos ha detto...

Ciao Baffo racconta, come và? Spero tutto bene per te. Buon lavoro. Un abbraccio e un buon fine settimana.