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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

sabato 19 luglio 2008

Album di famiglia : " con un feeling particolare "

Il nonno materno Nino, dirigente del Genio Civile di Palermo, con un lavoro che lo occupava soltanto la mattina, disponeva del pomeriggio libero che gli permetteva di dedicarsi al piccolo Marco (B1) per il quale aveva una vera passione. Era nonno al cento per cento.Lui uomo costituzionalmente buono, si prendeva cura di mio figlio con disponibilità e dedizione dettate da un tenero affetto. Il loro affiatamento era perfetto. Passava il tempo raccontandogli le sue prime favole, lo portava alla villa, credo il Giardino Inglese, e da più grandicello a vedere i cartoni animati al cinema. Soddisfaceva pazientemente tutte le curiosità di Marco, il quale ve lo assicuro, a 3 anni era una mitragliatrice di domande , e una spugna nell'apprendere.Quando ci trasferimmo a Milano, B1 aveva circa 2 anni e mezzo, e rimase per qualche mese a casa dei nonni a Palermo, per il tempo necessario a noi per trovare casa e sistemarci. Così nella primavera del '69 lo accompagnò insieme alla nonna a Milano, con un viaggio in wagon-lit, che Marco ricorda come un fatto per lui eccezionale, un letto sopra un treno era il massimo. Dopo circa un mese i nonni rientrarono a Palermo per gli impegni di lavoro di mio suocero, il quale soffrì molto per questo distacco; gli era stato tolto il suo piccolo compagno di quelle semplici ma intense avventure quotidiane. La coppia si ricostituiva ogni estate per le nostre vacanze, e si riunì definitivamente al nostro rientro a Palermo nel '71. Il nonno riebbe il suo nipotino di 5 anni e potè ricominciare con molto entusiasmo a prendersi di nuovo cura di lui.
Penso che il resto ve lo racconterà con più particolari Marco sulla cui memoria faccio molto affidamento.

3 commenti:

Divagazioni artistiche ha detto...

Avrei voluto conoscere i miei due nonni ma sono morti quando ero molto piccola quindi ne ho pochi ricordi però ho avuto la possibilità di conoscerli grazie alle parole e alle memorie delle mie nonne e dei miei genitori che li hanno sempre descritti come persone buone, gioiose e dal cuore grande...Come si dice...Tale padre tale figlio/a...Tale nonno tale nipote ;)

Screwball ha detto...

Beh, il ricordo del nonno è abbastanza particolare. Devo dire che ho avuto due nonni eccezionali. Innanzitutto, ho due piccole rettifiche da fare o meglio integrazioni. La prima è che il nonno a Milano mi insegnò le capitali di tutte o quasi le nazioni del mondo, cosa che ora non ricordo, ma da cui in parte credo mi sia rimasta la passione per la riscoperta della geografia, i viaggi sugli atlanti e ora Google Earth. La seconda cosa è che il nonno non mi portava a vedere i cartoni animati (che erano al Fiamma) ma al Golden, a vedere i film di Sergio Leone e quelli di Bud Spencer e Terence Hill. I primi, non so perché, i secondi, allora erano di moda. Sono certo che a lui non piacevano, avrebbe preferito di gran lunga l'opera (e infatti mamma conosce bene l'opera oltre che vecchie canzoni).
Il percorso era sempre lo stesso: si partiva dalla casa di via Siracusa, poi su su al Golden, per vie interne (via Sammartino, via Terrasanta) per poi ricongiungersi al resto della famiglia a casa dello zio Totò, il fratello di mia nonna, finché almeno visse (morì giovane d'infarto e a poco di distanza da sua madre, che viveva con lui e la sua famiglia).
Del viaggio in vagone letto, la cosa che ricordo, come tutti i bambini, è stata il passaggio delllo Stretto, con relativa consumazione di arancine.
Il pomeriggio facevamo una bella pennichella assieme, nella stanza di via Siracusa, mi ricordo che guardavo i riflessi delle tapparelle sul soffitto. Nel frattempo, lui ascoltava il gazzettino di Sicilia sul terzo canale (lui amava molto la radio) e scoppiavamo a ridere quando arrivava la pubblicità di un caffè con un nome strano... poi, regolarmente, appena finiva il radiogiornale (caspita anche lì, la mia passione per la radio), ci si addormentava...
La mattina, invece, andavamo a passeggio in via Villafranca, dove c'erano due edicole. C'erano alcune opzioni, oltre al suo Giornale di Sicilia: una busta a sorpresa (di quelle dove trovavi giornaletti e giochini vari, e certe volte solenni fregature), un giornaletto tipo fotoromanzo ma con animali che parlavano (una cosa stranissima, per fortuna ora non li fanno più) oppure i fumetti tipo cucciolo, nonna abelarda etc., non perché non avessero Topolino, ma Topolino me lo comprava papà il venerdì. Al limite, la domenica si poteva trovare il piccolo albo di topolino, con due storie, 150 lire...
Dal nonno ereditai la mia prima chitarra, di cui dovetti sostituire solo le corde, certo era un po' antica ma andava bene per un principiante. Appare chiaro che al nonno piacesse la musica.
Certamente, era una persona nine to five, di quello che faceva la nonna tra le nove e le cinque (niente di strambo, ma sì qualcosa di comico) dirà qualcun altro, meglio sua figlia, ora diciamo che un po' se ne pente. Dai mamma, racconta.
Il repertorio delle favole del nonno era piuttosto classico, niente pisellino o variazioni sul tema.

A questo punto, faccio un deciso salto in avanti, sicuramente in futuro mi verranno in mente altre cose, ne ho alcune che mi ha raccontato anche la nonna...

Quando si trasferirono da via Siracusa in via Galilei (i miei ricordi di via Siracusa sono funestati dalla presenza dirompente di mio zio Beppe, roba da telefono azzurro), dopo un po' il Parkinson di cui soffriva si aggravò e poco a poco le sue condizioni andarono decadendo. Io ancora stavo dai miei, e spesso andavo dall'altro lato, mea sponte, cioè senza spinte o suggerimenti, per stare con lui. Mi sedevo acccanto alla sua sedia, dove stava sempre più ripiegato, gli pulivo un po' la bocca e insomma le solite cose di questi casi. Non era facile capirsi e infatti spesso ero io adesso a parlare, e gli raccontavo del ginnasio. Lui appariva molto contento di questi racconti, ma non riuscivamo a ritrovarci in qualche modo, con un tema comune. Finché gli raccontai di una delle cose più noiose tra le cose che la scuola rende noiose, che era l'Eneide. A quel punto, si illuminò e cominciò a parlare, o meglio a biascicare qualche parola. Dopo un po' decodificai che si trattava di versi dell'Eneide. Benché ingegnere, aveva una notevole, per quello che ho potuto percepire, cultura classica o umanistica. Cominciammo poco a poco a rievocare passaggi dei poemi antichi e io mi andavo a rivedere i testi e certe volte imparavo a memoria qualche passaggio per incrementare la conversazione. Era stupefacente quanto dell'Iliade, dell'Odissea, dell'Eneide, della Divina Commedia, sapesse a memoria...
Una volta tanto, ancora ai tempi della scuola, capii il valore di quelle opere e in qualche modo come fossero il patrimonio di saggezza delle persone anziane: il nonno cercava in qualche modo di darmi delle spiegazioni, altro che quelle trascrizioni in prosa o le note a piè di pagina o le strampalate interpretazioni che ci valevano un otto o un nove in italiano... Forse ci vorrebbe qualche nonno a insegnare queste cose, così, una tantum.

Partii per Milano, lui stava male, la malattia era lenta e dolorosa e solo diverso tempo dopo ci lasciò. Era una persona intimamente (ed esteriormente buona) che visse con dolore una malattia estenuante, che lo provò tantissimo e di fronte alla quale certe volte non poteva non perdere la pazienza. Fu veramente dura e io non la vidi fino alla fine, ma ricordo quello che mi raccontavano e c'era da rabbrividire, anche se per fortuna nell'ultima parte sembra che non soffrisse molto, almeno in proporzione a quello che aveva...

beh, i due nonni ci lasciarono in maniera molto diversa, forse come era stato il loro carattere, rapido e in brevissimo tempo, quasi inatteso il primo, lungo come un diesel il secondo...

Spero che la memoria mi aiuti a ritrovare qualche altro ricordo...

Paola, sì, hai perso molto...

Anonimo ha detto...

Qualcuno si ricorda qualche episodio mio col nonno? I miei ricordi si fermano al periodo della malattia, che forse se li è risucchiati tutti... ciao nonno! Sono sicuro che lassù stai bene e sorridi mentre parliamo di te!

B2