La mia foto
Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

venerdì 25 luglio 2008

Cicco & Sasà : " la premiata ditta " .















Fig.1-Noccioleti di Polizzi ( ai Mulini)
Fig.2-Cicco e Sasà

E' consuetudine della nostra famiglia trascorrere qualche settimana del mese di agosto,nella vallata di noccioleti alle pendici di Polizzi Generosa, nelle Madonie, dove mamma E.R. , nativa di quel paese, possiede una casa di campagna, immersa in una verde e folta vegetazione e lambita da un ruscello che scorre in continuazione. Poco distante, nel terreno adiacente sorge un rustico rurale abitato dagli ex mezzadri della proprietà: Cicco e Sasà.Una coppia di persone semplici e schiette che per noi si identificano ormai col luogo stesso dove vivono durante l'estate. Cicco, uomo asciutto e abbronzato per la vita all'aria aperta, è l'esperto contadino che ha sempre badato alle terre, lavorandole e facendole produrre, quando queste coltivate a nocciole davano un abbondante raccolto. Aveva messo sù anche un orto che produceva ortaggi per il fabbisogno quotidiano della sua famiglia e dei "padroni", quando questi venivano in vacanza. Ci tengo a precisare che noi padroni non ci siamo mai stati, nel senzo negativo del termine, ma vicini rispettosi del loro lavoro. Oggi la casa rurale e la terra annessa sono diventate loro proprietà, avendola acquistata come era giusto che fosse. Sasà, la moglie di Cicco, donna piccoletta ma energica ha sempre badato alla conduzione della casa, aiutando se necessario anche il marito.Badare alla casa lì in campagna significava oltre al lavoro di normale casalinga, prendersi cura del pollaio, dell'incombenza del forno a legna, dove viene cotto il pane che serve per la settimana, e alla manutenzione dell'orto. Per i miei figli andare in campagna, da piccoli, voleva dire andare a trovare Cicco e Sasà con i loro figli Giovanni e Rosanna, e frequentare la loro casa, dove per loro bambini c'erano sempre cose interessanti, non comuni in città: come conigli,galline appunto, e poi un certo numero di gatti con i loro piccoli e qualche cucciolo di cane. Avevano così appreso fin da piccoli che la natura esiste ed è caratterizzata da una flora e una fauna reale, e non virtuale e televisiva com'è per i bambini di oggi. Epiche erano le giornate da tutti attese, quando Sasà "ardia u furnu"(riscaldava il forno per la cottura), perchè voleva dire che ci sarebbe stato un pranzo particolare ed inusuale, a base di "muffolette" (sorta di schiacciate) e di pane fresco e caldo che veniva immediatamente "cunzato" (condito con olio, sale, pepe e formaggio) e a questo si aggiungeva la gustosissima pizza casereccia , nella cui preparazione Sasà era maestra. Per noi adulti il tutto veniva innaffiato da un fresco vinello prodotto in loco dal piccolo vigneto di Cicco. Col pane in pasta avanzato si preparavano "i cudduruna", specie di focaccine fritte in olio caldo e condite con lo zucchero, vera delizia per i più piccoli. Cicco e Sasà adesso hanno superato i 70 anni, ma sono ancora lì a testimoniare la loro presenza, anche se non più in grado di dedicarsi alla terra come prima. Si godono da "pensionati" il loro giusto e meritato riposo nel periodo estivo. Spesso nei nostri fine settimana, in cui andiamo in campagna, siamo loro graditi ospiti a pranzo, per un pasto semplice e genuino che ti riconcilia con la "gastronomia povera" ma saporita a cui non siamo più abituati. Il pranzo è accompagnato da una conversazione basata sul ricordo dei bei tempi e sulle notizie del paese, circa cose e soprattutto persone ( nascite poche e morti tante). Il paese che contava circa 12000 abitanti e adesso ridotto a poco più di 3000, anche a causa della forte emigrazione. Per noi e i nostri figli andare a Polizzi in campagna adesso, vuol dire ritrovare gli affettuosi e anziani"mezzadri"di un un tempo, Cicco e Sasà, un'istituzione che fa parte a pieno diritto della nostra memoria storica, necessaria a formare e arricchire la nostra persona.

Niagara Falls : " mi scappa la pipì " !

Fig.- Grayhound bus










Fig.2-Ristorante Howard Johnson'S




Fig.3- Niagara Falls

( Stati Uniti 3° puntata )

Era circa la metà di settembre, e da Washington, con un confortevole bus della"Greyhound"( sapete quelli argentati col levriero sulla fiancata ), mi sono recato a Buffalo, al nord dello Stato di New York. Li si trovava il mio amico e compagno di scuola Benny ( il primo in basso a sn. nella foto del post del concerto di Paul Anka ), il quale aveva vinto una borsa di studio per trascorrere un anno presso una famiglia degli Stati Uniti e frequentare l'ultimo anno dell'high school. I coniugi O'Connor che lo ospitavano erano una famiglia di cattolici di origine irlandese , genitori di un figlio della nostra stessa età di nome Dennis, che ho scoperto dopo molti anni essersi ordinato sacerdote. Ciò che mi ricordo è che passavamo il tempo a fare delle interminabili partite a basket ( il classico 21), usufruendo del canestro collocato sulla porta del garage (stile Happy Days e Il padre della sposa). Era d'obbligo per chi si trovava a Buffalo visitare le vicine Niagara Falls al confine col Canada. E in uno di quei pomeriggi di settembre papà O'Connor organizzò un'escursione alle Falls. Ci mettemmo in auto verso le 15, la mamma e il papà davanti e noi tre ragazzi dietro. Devo adesso dirvi che fin dalla partenza avevo lo stimolo a fare "pipì"(scusatemi per il particolare un pò prosaico anche se fisiologico), e mi ripromisi che avrei provveduto non appena arrivati a destinazione. Ma giunti che fummo, il meraviglioso scenario delle cascate mi coinvolse tanto che dimenticai il mio bisogno, che si ripresentò puntualmente e imperiosamente quando ci rimettemmo in auto per il ritorno,forse provocato dal fragore e dallo scorrere di tutta quell'acqua. Il programma prevedeva di andare a cena fuori presso un ristorante della storica catena degli "Howard Johnson'S". Io diventavo sempre più insofferente e confidai, bisbigliandolo all'orecchio di Benny, la mia necessità che diveniva di momento in momento sempre più impellente. L'impunito amico cominciò a ridere della mia situazione , che mi portava a delle mal nascoste contorsioni delle gambe per tenere a bada lo stimolo. I signori O'Connor, vedendoci ridacchiare e parlare sottovoce in italiano, se la presero un pò, mettendo in dubbio la nostra buona educazione. Per di più il nostro autista sbagliò strada e solo verso le 20 giungemmo a destinazione. Io ero al limite della sopportazione e non appena entrato nel ristorante mi fiondai nella toilette, dove credetemi rimasi per parecchio tempo. Furono momenti liberatori che mi salvarono dall'eventuale figuraccia di farmela addosso. Il papà e la mamma finalmente capirono la situazione in cui mi ero trovato e molto cortesemente ripresero il loro abituale buonumore che mi rasserenò per tutta la durata della squisita cena tipicamente americana. Non dimenticherò mai il nome del signor Howard Johnson, sull'insegna luminosa del locale, chiunque egli fosse, che mi aveva permesso di venir fuori da una situazione così incresciosa, mettendo a mia disposizione più che una buona cena un'accogliente e provvidenziale toilette!

martedì 22 luglio 2008

" B2 ha fatto proseliti "

News dal mondo:

Germania: bimba di 3 anni parte dalla Germania su triciclo e arriva in Olanda,
17:11:51 - 21 Jul2008


BERLINO :In fuga dalla Germania fino in Olanda. Una bambina di tre anni ha percorso sei chilometri sul suo triciclo e, partendo da Haren in Bassa Sassonia, dopo due ore di viaggio e sei chilometri di strada, e' entrata nel territorio olandese. I genitori, appena accortisi della scomparsa della figlia, avevano dato l'allarme, ma le ricerche della piccola non avevano dato alcun esito. Sono stati i residenti di Ruetenbrock, cittadina olandese, a notare la bimba. Hanno cosi' avvertito la polizia, che ha consegnato la piccola alla famiglia.

A mo' di favola : " Un ghiro cerca casa "

Fig.1-Noccioleti di Polizzi Generosa















Fig.3- ghiro


Fig.2-nido per ghiro

Che il ghiro fosse un animale lo sospettavo,e che fosse uno di quelli che va in letargo me lo suggeriva il detto: " dormire come un ghiro ". Non avevo comunque idea di come fosse fatto, quali fossero le sue dimensioni e dove vivesse. Ed ecco che un giorno ne ho fatto esperienza diretta recandomi a fine primavera nella casa di campagna di Polizzi Generosa, e aprendo una delle finestre mi sono trovato davanti dei piccoli animali, che sul momento mi sembravano topi,ma che ad una osservazione più attenta erano più simili ad uno scoiattolo per la lunga coda anche se di un colore più scuro. Al ritorno in città, dopo una rapida ricerca su Google ho scoperto che avevo fatto conoscenza con i ghiri, animali selvatici della famiglia dei roditori. Simili appunto ad uno scoiattolo, della lunghezza di 30 cm. circa , di cui 13 di coda, dal manto castano scuro e dalla pancia bianca, con due grossi e piatti denti incisivi superiori, e che vanno in letargo nel periodo invernale per circa 6 mesi. Quelli da me trovati avevano eletto a loro rifugio l'intercapedine fra la persiana e l'imposta esterna della finestra. Per farsi più spazio avevano scavato con i loro robusti e taglienti incisivi un alloggiamento più comodo nello spessore della persiana. Si trattava di una coppia di ghiri con annessa prole, 5 cuccioli di qualche centimetro nati sicuramente da poco tempo.Ho proceduto al trasferimento della famigliola di roditori, con grande disgusto di Mamma E.R. che li considerava comunque dei topi, forse un pò più nobili, nella campagna circostante e non mi sono più interessato di loro. Qualche mese più in là, tornando in campagna, ho ritrovato uno degli ospiti di qualche tempo prima nella stessa improvvisata tana. Ho proceduto ad un ulteriore trasloco, dovendo rendere agibile la finestra, e così è avvenuto per altre due o tre volte nell'anno seguente. L'ultima volta risale ad appena 15 giorni fà. A questo punto ho preso la decisione che appenderò vicino alla finestra incriminata una casetta nido dove possa alloggiare il fedele e risoluto ospite divenuto ormai un abituè di casa nostra. Penso proprio che dovremo adottarlo, visto che si lascia prendere tranquillamente quando viene scoperto, si sente già in famiglia !

domenica 20 luglio 2008

Washington D.C. : " un amico di colore " e " il presidente degli Stati Uniti " !

Fig.1- il Capitol




















Fig.2- cameriere di colore- Fig.3- J.F.Kennedy

( Stati Uniti 2° puntata )
Giunsi a Washington una mattina dei primi di settembre da Miami con un treno espresso (di quelli tipo serpentone argentat0) dopo un viaggio di circa 24 ore, avendo attraversato quasi tutti gli stati del Sud-Est . Presi alloggio al Menger Hotel, un antico edificio storico in mattoni rossi, prospiciente un bellissimo parco. A pranzo (lunch per gli americani) mi sono recato al ristorante dello stesso albergo. Si è subito presentato al tavolo, portando un bicchiere d'acqua fresca con ghiaccio come d'uso da queste parti, un giovane di colore di circa 18 anni dalla faccia simpatica e dagli occhi intelligenti e vivaci. Mi è immediatamente riuscito simpatico. Ho poi capito che era l'aiuto cameriere alle dipendenze di un collega più anziano. Trovandomi da solo al tavolo con nessuno con cui parlare, ho approfittato della presenza del giovane, che stava sempre vicino al mio tavolo in attesa di ordini, instaurando una conversazione che è andata avanti per tutto il pranzo con frequenti interruzioni. Volle sapere notizie sull'Italia e su di me, io appresi che Tony Lane , questo era il suo nome, faceva quel lavoro d'estate per potersi mantenere agli studi, aveva infatti iniziato il college con l'intento di laurearsi in Scienze Sociali e Politiche. Aveva scelto questo indirizzo di studi perchè interessato alla situazione dell'integrazione della gente di colore nella società americana attuale. Bene, decidemmo di rivederci quel pomeriggio alla fine del suo turno, per fare una passeggiata insieme, prendere"a coke", e chiaccherare un pò. Verso le 5 pm ci siamo incontrati all'uscita di servizio dell'albergo e incamminandoci nel parco di fronte , sorseggiando la nostra bevanda, mi ha raccontato che era il più piccolo di 5 fratelli, tre maschi e due femmine. La sua famiglia era di modeste condizioni, ma svolgevano tutti un lavoro, ed in particolare: il padre era conduttore della metropolitana e la maqdre serviva in una caffetteria.Ma la parte più interessante della conversazione che mi colpì fu quella che riguardava il suo rapporto e quello dei "colored" con gli altri cittadini. Ebbene ho scoperto, cosa che non credevo fosse più possibile, che erano altamente discriminati.Vivevano, parlo degli anni '60, una situazione di quasi totale emarginazione, sia nelle scuole dove frequentavano quelle a loro riservate, sia nei luoghi e mezzi pubblici dove occupavano posti loro assegnati, sia nel lavoro dove gli venivano assegnati quelli più umili (lavavetri,spazzini,sguatteri ecc.). Ma la discriminazzione era maggiormente praticata nei rapporti umani: venivano considerati decisamente cittadini di serie "B", da tenere a dovuta distanza e a cui veniva richiesto solo di servire i bianchi (nell'accezione più negativa del termine). Insomma il binomio " padrone-schiavo " era ancora appannaggio di questa nazione specialmente nel centro-sud del paese. Le lotte per i diritti civili degli afro-americani erano ancora di là da concludersi. Martin Luther King Jr era ancora in prigione, e la discriminazione sarebbe durata ancora per anni. Mi stranizzò il fatto che vi fossero molti poliziotti e militari di colore, era forse il massimo cui potessero ambire. Tony mi disse che bisognava avere notevole pazienza e autocontrollo per mandare giù le mortificazioni che i bianchi gli imponevano e per sostenere questa sudditanza psicologica. Rimasi veramente sconvolto da tutto ciò , io ragazzo sedicenne moralmente libero e rispettato nel mio paese nella persona e in tutti i miei diritti umani. Comunque Tony era un ragazzo determinato e caparbio e sicuramente ce l'avrebbe fatta ad emergere anche in mezzo a tutte quelle limitazioni. Ci rivedemmo altre due volte nei pochi giorni che rimasi in città, e ci congedammo con un abbraccio e una vigorosa stretta di mano. Avevamo entrambi un nuovo amico; aveva parlato, l'avevo ascoltato, e soprattutto accettato come persona senza il minimo pregiudizio come per me era naturale che fosse.Questo fu il mio incontro con Tony Lane.
Il giorno seguente volendo visitare Washington dove c'era tanto da vedere, scelsi la soluzione che Tony mi aveva consigliato, un tour organizzato della città e dintorni in pullman per l'intera giornata pasti compresi. Ho visitato tutti i monumenti, luoghi storici, ed attrazzioni turistiche della bellissima capitale degli Stati Uniti. Ma vi racconterò soltanto della visita che facemmo al Campidoglio, sede del Congresso. Quando entrammo nell'aula del Senato era in corso un dibattito , e aveva in quel momento la parola un giovane senatore, che mi colpì per il suo volto simpatico, abbronzato, dalla mascella quadrata e dai capelli color carota. Lo osservai per il breve tempo della visita, ma la sua fisionomia rimase impressa nella mia memoria. Solo due mesi più tardi,esattamente l'8 novembre 1960, ritornato in Italia ho scoperto guardando la TV che ne dava notizia che quel simpatico senatore da me conosciuto a Washington non era altri che il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America: John Fitzgerald Kennedy.
Anni dopo nel 1968 feci questa riflessione, se volete banale: che la vita non fa distinzione fra "bianco e nero", infatti J.F. Kennedy (Dallas 1963) e M.L. King Jr (Memphis 1968) finirono la loro generosa esistenza al servizio degli altri entrambi assassinati.
Ed ecco che la storia a 50 anni di distanza esatti, renderà forse reale il sogno di M.L.K.Jr sulla parità razziale ( "I have a dream" ), dando agli Stati Unuti il prossimo Novembre il suo primo presidente di colore!

" Auguri per la vostra avventura insieme "

La giovane e simpatica collega nissena Cinzia insieme al suo Giovanni, giorno 28 luglio, inizieranno il cammino della loro vita matrimoniale.Baffo,sempre sensibile al formarsi di una nuova famiglia, augura alla giovane coppia di sposi affettuosi auguri per un avvenire gioioso e ricco di momenti felici.

sabato 19 luglio 2008

Album di famiglia : " con un feeling particolare "

Il nonno materno Nino, dirigente del Genio Civile di Palermo, con un lavoro che lo occupava soltanto la mattina, disponeva del pomeriggio libero che gli permetteva di dedicarsi al piccolo Marco (B1) per il quale aveva una vera passione. Era nonno al cento per cento.Lui uomo costituzionalmente buono, si prendeva cura di mio figlio con disponibilità e dedizione dettate da un tenero affetto. Il loro affiatamento era perfetto. Passava il tempo raccontandogli le sue prime favole, lo portava alla villa, credo il Giardino Inglese, e da più grandicello a vedere i cartoni animati al cinema. Soddisfaceva pazientemente tutte le curiosità di Marco, il quale ve lo assicuro, a 3 anni era una mitragliatrice di domande , e una spugna nell'apprendere.Quando ci trasferimmo a Milano, B1 aveva circa 2 anni e mezzo, e rimase per qualche mese a casa dei nonni a Palermo, per il tempo necessario a noi per trovare casa e sistemarci. Così nella primavera del '69 lo accompagnò insieme alla nonna a Milano, con un viaggio in wagon-lit, che Marco ricorda come un fatto per lui eccezionale, un letto sopra un treno era il massimo. Dopo circa un mese i nonni rientrarono a Palermo per gli impegni di lavoro di mio suocero, il quale soffrì molto per questo distacco; gli era stato tolto il suo piccolo compagno di quelle semplici ma intense avventure quotidiane. La coppia si ricostituiva ogni estate per le nostre vacanze, e si riunì definitivamente al nostro rientro a Palermo nel '71. Il nonno riebbe il suo nipotino di 5 anni e potè ricominciare con molto entusiasmo a prendersi di nuovo cura di lui.
Penso che il resto ve lo racconterà con più particolari Marco sulla cui memoria faccio molto affidamento.

" GMG 2008 : il Papa a Sydney "

venerdì 18 luglio 2008

B3 : " Un trasloco improvvisato " .

Fig.piccola peste n.2



















Quando B3 , ovvero Prof 2.0 per i suoi fans in rete, semplicemente Ale per noi, aveva circa 3 anni, ne combinò, anche lui, una delle sue. Io e mia moglie tornavamo una domenica mattina di giugno verso le 11 dalla Santa Messa. Giunti in prossimità di casa e alzando per caso lo sguardo, la mia attenzione fu attratta da alcuni oggetti che venivano giù lungo la facciata del palazzo; istintivamente contai i piani , e proprio all'altezza dell'ottavo, quello del balcone di casa mia, trovai la fonte di provenienza di quegli oggetti. Nessuno sembrava essere presente sul balcone, allora di corsa raggiunsi casa con un vago sospetto che poi divenne certezza. Entrando in casa, dove erano rimasti i miei tre figli maschi, mi recai subito nella stanza alla quale corrispondeva il balcone.La porta era chiusa, l'aprii di scatto e mi si presentò la seguente scena in tutta la sua evidenza: Ale, che aveva trasportato tutto ciò che di trasportabile c'era, dalla sua stanza al balcone (giocattoli, cuscini, suppellettili varie e quant'altro vi fosse di rimovibile) con tutta tranquillità, in punta di piedi, lanciava le masserizie al di là del bordo del balcone che raggiungeva a malapena. Non feci in tempo a fermarlo sul lancio di una sediolina in metallo arancione e plastica gialla, che rischiò di decapitare la signora del terzo piano, che incuriosita dal passaggio di quegli oggetti volanti, si era affacciata e si sporgeva colla testa guardando in sù. Bloccai "il traslocatore" in erba, al quale non vennero risparmiate le meritate botte. Il portiere del palazzo per l'intera settimana continuava a consegnarmi qualcosa che mi apparteneva e che andava trovando nella villetta del piano terra. Dopo circa 30 anni, la signora del terzo piano, ora anziana, mi ricorda ancora quando la incontro dell'episodio che stava per costargli seri danni fisici e finalmente riesce a sorriderne.
Anche questa volta l'abbiamo scampata bella !

" Il I° anniversario " .



Fabrizio e Marina festeggiano il loro primo anno di vita trascorso insieme in maniera serena e gioiosa. Alla felice coppia i più affettuosi auguri di papà Giuseppe, mamma Rita, i fratelli Marco ed Alessandro e le sorelle Maria Elisabetta, Paola e Marta.


giovedì 17 luglio 2008

La mia famiglia : " dal maschile al femminile " .


La famiglia di Baffo e Mamma E.R. ha cambiato nel corso di questi 43 anni in maniera non prevedibile ed originale la sua composizione. Dal '66 al '77 erano nati Marco, Fabrizio ed Alessandro, quindi eravamo in casa 4 uomini e Mamma E.R., dal '81 al '85 nacquero Maria Elisabetta, Paola e Marta, quindi 4 uomini e 4 donne. Col passare degli anni i maschi hanno via via lasciato casa, e la famiglia è rimasta nella sua attuale composizione di Baffo e 4 donne. Cosa è cambiato ? Potrei dire tutto e niente. Niente: perchè il clima familiare è rimasto sempre lo stesso con la sua vita quotidiana fatta di momenti felici e meno felici, affrontati sempre con lo stesso spirito. Tutto: perchè innanzitutto c'è stata la contrazione del numero dei componenti da 8 a 4. Ma questo è il meno. Ciò che è veramente cambiato è il mio rapportarmi con un mondo "al femminile". La mia non vuole essere minimamente una notazione di tipo maschilista, ma ho dovuto seriamente fare i conti con un gruppo familiare in cui il mio confronto è stato con una "psicologia" di tipo femminile. E' indubbio affermare che il modo di essere e di sentire di una donna è notevolmente diverso da quello di un uomo. Spesso all'inizio di questa nuova fase mi trovavo spiazzato perchè non capivo certi atteggiamenti e comportamenti delle mie figlie. Quindi gli attriti erano inevitabili. Ma l'essere un genitore comporta accettare i figli e farsi accettare da loro idipendentemente dal sesso. Aiutato da mia moglie, con la quale questo tipo di processo era già stato superato negli anni con un'accettazione reciproca, ho cominciato a sintonizzare la mia mente e il mio cuore sulla frequenza d'onda delle mie figlie. Le cose sono cominciate a migliorare, anche se questo processo è in divenire e bisogna adeguarsi giorno dopo giorno in maniera positiva a queste relazioni con molta pazienza e ottimismo. Bisogna innanzitutto conoscere qual'è la realtà del mondo femminile, fatta di maggiore delicatezza, maggiore attenzione ai particolari, maggiore attenzione agli altri, ma anche di un modo di pensare più istintivo e più immediato che porta a vivere e a valutare le cose con uno spirito più creativo e con maggior libertà interiore. Se hai capito questo allora ti rendi conto che le tue figlie non sono complicate, ma vivono la tua stessa vita, in maniera diversa, seguendo "percorsi psicologici" anch'essi diversi. Diverso è il modo di percepire la realtà, ma la percepiscono; diverso è il modo di agire, ma agiscono, diverso infine è il modo di dare affetto, ma lo danno. Alla fine ti rendi conto che se l'accettazione dell'altro è fondata sull'amore, è con questa cifra che si ricompone la convivenza familiare, e che una famiglia è solo e comunque famiglia indipendentemente dalle diverse psicologie che si relazionano. Rita, Maria Elisabetta, Paola, Marta vi voglio bene, e grazie per la pazienza !



mercoledì 16 luglio 2008

Album di famiglia : Baffo " sotto canestro " .

Fig. Squadra di basket del Garibaldi ( 1960-62 ) .
Baffo da giovane, posso ben dirlo, non si è affatto astenuto dal tenere il suo fisico in continuo esercizio. Sono stato un atleta dilettante perseverante ed entusiasta senza la pretesa di diventare
un campione. Il mio unico scopo era solo quello di divertirmi facendo sport. Ho praticato parecchie attività sportive: scherma, nuoto, varie discipline dell'atletica leggera, equitazione,calcio, volley, pattinaggio a rotelle e basket. A quest'ultimo ho dedicato quasi 10 anni, militando in diverse squadre fra le quali dal 1960 al 1962 quella del Liceo Garibaldi dove frequentavo, ed è lo sport che mi ha appassionato di più e che mi ha dato le maggiori soddisfazioni. Adesso Baffo, dopo aver appeso le classiche scarpe al chiodo, se ne sta in panchina e si limita ad osservare gli atleti professionisti, ritenendosi soddisfatto delle loro performances sportive,per non correre il rischio di danneggiare quel fisico che tanto lo ha aiutato a divertirsi negli anni passati.
Come in tutte le cose bisogna accontentarsi, saper dire basta, e godere nel ricordo e nel cuore di ciò che con entusiasmo si è stati capaci di fare !

lunedì 14 luglio 2008

" Miami cop "

Fig.1-police car

Fig.2-cop

Fig.3-Miami

( Stati Uniti 1° puntata )

Agosto 1960. Mentre soggiornavo a New York, ospite dei miei lontani cugini Charles e Malina,nel Bronx, quando era ancora un quartiere vivibile abitato da immigrati di origine italiana. Giunsero in vacanza da Miami,dove abitavano, Arline col marito Mike e due splendidi bambini:Deborah di 5 anni e Richard di 1. Mi invitarono ad andare a Miami come loro ospite e accettai senza farmelo dire due volte. Pensate, io nella mitica Florida.La settimana seguente dopo un volo di circa 3 ore su di un jet della United Airlines, mi ritrovai in Florida nella splendida Miami, dove fra le altre cose svolsi pure il ruolo di baby-sitter dei due deliziosi bambini. Mike, il papà, era un "cop"(fig.2), cioè un poliziotto, di quelli che vanno di pattuglia, ogni giorno in turni diversi,con la sua auto completa di sirena e lampeggiatori colorati (fig.1), indossando la sua tipica ed impeccabile uniforme nera, ornata dei classici accessori di metallo luccicante e con una grossa pistola alla cintura; il tutto ne faceva ai miei occhi una persona importante, un vero"sceriffo". Ebbene un giorno, con mia sorpresa, nel suo turno della mattina, mi prese con se in macchina (cosa chiaramente proibita dal regolamento) e mi portò in giro di ronda per Miami.La mia emozione fu grandissima, mi sembrava di vivere in uno di quei telefilm che erano di moda a quel tempo alla TV italiana. Posso dire di aver vissuto Miami dal di dentro, dai quartieri latino-cubani , a quello dei grandi alberghi sull'Oceano Atlantico (fig.3) , all'esclusivo quartiere delle favolose ville dei "vips". Rallentavamo ogni volta che c'era qualcosa di sospetto, e ricordo che ci fermammo ad un incrocio dove Mike , sceso dall'auto, sedò una rissa fra due automobilisti , intervenne poi nel risolvere un grande ingorgo stradale , cosa che i poliziotti americani di pattuglia fanno di routine, il culmine comunque di quella avventura poliziesca fu per me l'arresto di un ubriaco che tentava un furto dopo aver frantumato la vetrina di un negozio di liquori.L'uomo ammanettato,fu caricato nella parte posteriore dell'auto, con modi, devo ammetterlo,un pò bruschi da parte del mio parente, che lo condusse al vicino posto di polizia del distretto.Penso che basti ! Mi sono proprio sentito investito del ruolo di " Miami cop ".

Alla prossima...



domenica 13 luglio 2008

Un amico per tutte le stagioni !



Durante i primi anni di università alla Facoltà di Medicina ho avuto la fortuna di conoscere un collega che veniva da Milano e che si era trasferito a Palermo per motivi di famiglia. La frequentazione con Giordano, questo il suo nome, un uomo dalla solida interiorità e dotato di un grande cuore, ci portò giorno dopo giorno a stringere una profonda amicizia diventata negli anni sempre più salda. Fu un arricchimento vicendevole e continuo, lui mi ha fatto capire l'importanza di fare bene la professione con dedizione ed impegno umano,ed io, che ero di già sposato gli ho fatto conoscere la realtà familiare di una giovane coppia. Da lì a qualche anno per i miei figli era "lo zio Giordano". Devo proprio dire che la nostra fu un'accoppiata vincente.Insieme a lui ed ad altri amici promuovemmo quelle attività in campo educativo familiare e scolastico, di cui sono andato raccontando in questo mio blog. Lui è il medico microbiologo di cui parlo nel post dedicato in precedenza alla Scuola Imera e Altavilla.Dalla nostra collaborazione estesa ad altri professionisti sono venute fuori oltre alle scuole, altre iniziative: come clubs ricreativi e di formazione umana e spirituale per giovani, un centro di orientamento familiare per genitori, e non ultima una residenza universitaria, ben conosciuta a Palermo, la Segesta. La sua professione di medico lo ha poi portato a Roma, dove è docente al Campus Biomedico, una struttura universitaria ed ospedaliera di alto livello qualitativo;struttura di cui è stato insieme ad altri colleghi ed amici romani uno dei principali promotori.Adesso ci vediamo di rado,2 o 3 volte l'anno e ci sentiamo telefonicamente per le occasioni importanti o per il puro piacere di sentirci e scambiarci notizie sull'andamento delle nostre vite.Questi contatti episodici non hanno per niente indebolito la nostra amicizia e la nostra sintonia affettiva che anzi si sono rinsaldate.Io so sempre che c'è Giordano e lui sa sempre che ci sono io, disponibili in tutto e per tutto l'uno per l'altro.
La vera amicizia è per sempre e per tutte le stagioni della vita.
Giordano, come si usa dire oggi, e fuori da qualsiasi retorica, grazie di esistere !

Imera e Altavilla : hanno rifatto " il look " !


I Centri Scolastici Imera e Altavilla, sempre più attenti alle esigenze di genitori e alunni, si sono calati sempre più nel tessuto della realtà cittadina per dare risposte concrete ai bisogni della famiglia in campo educativo, mai così, come oggi, disattesi dalle istituzioni competenti.
Siamo in centro, venite a trovarci !
Imera: Via delle Croci 6, Palermo - Tel. 091 6119192
Altavilla: Via P. di Belmonte 105, Palermo - 091 584095

venerdì 11 luglio 2008

B2 : " sparizioni e fuga da casa ".

Fig.1-il triciclo
rosso












Fig.2- B2 a 8 mesi

Fabri fin da piccolo , prima di un anno,mostrava le sue caratteristiche di"piccola peste",già a circa 8 mesi combinò la prima, voglio credere non intenzionalmente. Era sdraiato nel suo infant-sit adagiato sul pavimento del soggiorno della nostra casa di Milano; io e Rita eravamo nel cucinino attiguo, quando al ritorno non trovammo più il piccolo B2.Più sorpresi che spaventati iniziammo le ricerche. L'appartamento era molto piccolo, 65 mq. appena, 2 stanze più accessori,eppure le prime immediate ricerche furono infruttuose. Cominciammo ad entrare in apprensione.Le ricerche continuarono, e non sapendo più dove cercare, mi venne istintivamente, senza molte speranze, di alzare il bordo del copriletto del lettone perfettamente in ordine, e guardarci sotto.Ed ecco la sorpresa: "il ricercato" era lì, in silenzio, e col faccino serafico e sorridente.Capimmo che con una manovra a spinta sui talloni e rinculando si era trasferito dal soggiorno alla nostra camera finendo sotto il letto. Non restò a me e mia moglie che guardarci in faccia e metterci a ridere. Adesso siamo già verso i 2 anni e mezzo a Palermo, dove B2 era rimasto nella cameretta che condivideva con Marco, da solo a giocare. Ad un certo momento lo chiamammo per fare merenda ma non ottenendo nessuna risposta, andati in camera non c'era. Ecco che ancora una volta iniziò la sua ricerca; l'appartamento era molto più grande del primo e in più Fabrizio era autonomo e quindi in grado di spostarsi.Niente da fare,lo chiamavamo a turno sempre più forte,e guardammo dappertutto, ma zero assoluto. Ad un certo punto non so perchè mi venne di aprire l'armadio rosso della sua stanza, e lì ritto impalato in religioso silenzio, e questa volta consapevole di quello che aveva fatto, c'era nascosto "il ricercato", con un sorriso questa volta da furbetto.Non gli venne risparmiato un solenne scapaccione!Andiamo alla fuga da casa: anni 3 e mezzo circa, eravamo alla fine della cena quando non ricordo il motivo del contendere, Fabri " prese cappello " e offeso e determinato disse: " me ne vado da questa casa ", e alla domanda "e dove vai ? ", rispose tranquillamente " dalla nonna ". Io lì per lì accettai, più per scherzo che seriamente, la sfida. B2 andò nella sua stanza , prese un sacchetto, vi mise dentro il pigiama, le pantofole, qualche giochino e lo spazzolino da denti (era pur sempre figlio di un dentista), se lo mise in spalla, montò sul suo triciclo e si presentò a me dicendomi determinato di aprirgli la porta di casa.Ebbene lo feci,volle chiamata l'ascensore dove entrò pedalando, e mi disse di rinviarlo al piano terra. Obbedii, volevo proprio vedere fino a dove si sarebbe spinto. Io presi immediatamente l'altro ascensore che mi ero premurato già prima di chiamare al piano, e arrivai quasi contemporaneamente a lui al piano terra; si stava già avviando verso l'uscita dell'androne,dove il portiere, il signor Fanale,stava per chiudere, erano circa le 20,30. Senza farmi vedere dal"fuggitivo", gli feci cenno di lasciarlo passare senza dire nulla. Il signorino con molta disinvoltura prese lo scivolo di cui era munito il nostro palazzo di Via L. Da Vinci n.145 (chi vuole può ancora controllare) e con andatura sostenuta si avviò sul marciapiedi in direzione della casa di mia madre non molto distante dalla nostra. Io lo seguivo,non visto, da vicino. E adesso che doveva attraversare la prima strada, che fare? Arrivato alla fine del marciapiedi scese dal suo triciclo rosso della Giordani e si accingeva a scendere in strada. Era già buio. A quel punto dovetti intervenire, lo raggiunsi in tutta fretta, e per non perdere la faccia gli dissi che avevo telefonato alla nonna, ma lei non era in casa e quindi forse era meglio rimandare "la fuga"al giorno dopo.Non del tutto convinto prese il suo mezzo di locomozione e pedalò accanto a me verso casa. Secondo voi chi l'aveva avuta vinta: io o il piccolo "fuggitivo"? E sicuro che da quel giorno capii che avrei dovuto fare molta attenzione nell'educare l'autonomia e l'indipendenza di mio figlio.Posso dirvi adesso, all'età di 38 anni e prossimo a diventare papà, che il suo carattere e la sua personalità sono rimaste sempre quelle di una persona capace di prendere iniziative autonome e di portarle a termine con decisione, ha però ben assimilato che queste non devono arrecare danno ne mettere in difficoltà il prossimo.
E' tutto, che ve ne pare ?

mercoledì 9 luglio 2008

Album di famiglia: " quel mattacchione di mio zio " .

Zio Valentino, "lo scapolone" di famiglia, l'unico dei quattro fratelli ancora vivente. All'età di circa 82 anni ha lo spirito e la verve di un ventenne, nonostante i suoi fastidiosi e molteplici acciacchi.I miei ricordi della vita vissuta insieme allo zio risalgono alla fine degli anni '40 e inizio degli anni'50, quando andavo a trascorrere le mie vacanze estive a Messina,dove abitava la famiglia di mio padre, composta dalla nonna vedova e da 6 fratelli,2 zie e 4 zii.Questo avveniva dai miei 8 ai miei 12 anni. Venivo affidato alle cure del giovane zio, che diventava il mio compagno di scorribande per la città. Andavamo in giro con la sua bicicletta, con me seduto sulla canna, come si usava un tempo con i bambini. Andavamo al mare, al cinema ( ricordo un locale col tetto apribile) , al circo, alla fiera che si teneva in quel periodo, insomma dappertutto. Ci incontravamo con un gruppo di giovani amici suoi coetanei (di circa 24 anni), veri "vitelloni" di felliniana memoria degli anni '50. Ma ciò che mi preme di più di raccontare di questo mio zio, veramente originale, sono gli scherzi, sempre innocui, che organizzava e metteva in atto a ruota continua ai danni di coloro che gli capitavano a tiro. Ecco alcuni esempi gustosi: in questo caso il "malcapitato" era o un ragazzo del bar o un posteggiatore, ai quali, dopo aver preso qualcosa dalla tasca, la metteva in mano alla vittima speranzosa, dicendo a volte: "questo per le sigarette", a volte: "prenditi un caffè", e il tizio si ritrovava in mano rispettivamente o alcuni fiammiferi, o una bustina di zucchero. Altra vittima di turno erano gli "scopini", quelli che un tempo spazzavano le strade con quelle lunghe scope di saggina. Se gli capitava di essere sull' unica auto di famiglia (mi pare una vecchia 500),si fermava spegnendo il motore proprio sulla scopa dell'operatore ecologico, il quale rimaneva sorpreso e col suo attrezzo del mestiere bloccato. Lo zio allora abbassava il vetro del finestrino e simulando un guasto lo invitava a spingere l'auto per liberare la sua scopa. Il poveretto eseguiva ubbidiente e premuroso, e a questo punto Valentino metteva tranquillamente in moto e con un sorriso di gratitudine andava via, lasciando lo scopino a bocca aperta. Altra vittima era il portiere di casa sua, originario di un paese vicino, il quale si vantava di essere intenditore di vini(io direi più propriamente bevitore di vino). Lo zio scendeva da casa con un'invitante bottiglia in mano dal colore ambrato contenente una mistura di the', per dare colore, e un pò di vino, per dare il sapore di alcool, e gliela omaggiava dicendo di aver ricevuto il prezioso nettare da non so quale amico che abitava in non so quale zona rinomata per i suoi vigneti. Il colmo era che dopo qualche giorno riceveva un grato ringraziamento da"Calò"(Calogero) il quale gli decantava la bontà del vino avuto in regalo. Adesso ci troviamo in una pasticceria al centro di Messina, la famosa "Irrera", rinomata fra l'altro per la sua granita al caffè guarnita di abbondante panna.Al mattino tra gli avventori che consumavano la gustosa specialità, c'era sempre qualcuno che,delicatamente spintonato dall'impunito "mattacchione", finiva col viso sulla panna. La scena era esilarante: lo zio da un lato che si profondeva,bugiardamente mortificato,in scuse e il consumatore fra il sorpreso e lo stizzito con la faccia imbiancata dalla soffice panna.
Non so se è il caso di continuare, perchè posso veramente dire: " che una ne pensava e cento ne faceva". Io in quei frangenti ero il suo pubblico preferito e credo proprio che recitasse quella parte per farmi divertire.
Dimenticavo di dire che è un ottimo cuoco e intenditore di pesce fresco. Quando ero a pranzo a casa sua, dove adesso purtroppo vive da solo, era una vera goduria per il palato.
Il suo affetto verso noi nipoti è veramente grande e forse non abbastanza ricambiato da parte nostra, almeno dal punto di vista della frequentazione abituale. Questi brevi appunti vogliono essere un sentito augurio per il tuo ottantaduesimo compleanno, il 30 luglio prossimo.
Scusami zio, e grazie per tutti i bei momenti che mi hai regalato!
Nella foto pubblicata, in un primo momento, volevo togliere il cane occhialuto (Cichita), anche lei bersaglio di un suo scherzo, ma poi ho pensato che avrei tolto uno degli elementi che ben caratterizza la personalità dello zio Valentino: il suo fare "l'istrione" per rendere la vita divertente e allegra agli altri!

martedì 8 luglio 2008

Album di famiglia :" Ciccia " tata di tre generazioni !

Francesca, ma per tutti noi "Ciccia", spese più di 50 anni della sua vita nella nostra famiglia,allevò infatti mia madre, me e i miei fratelli, e cominciò a farlo con mio figlio fino a quando ci trasferimmo a Milano. Posso dire a ragione che fu per me ua "seconda mamma", dall'infanzia fino a i miei 22 anni, quando mi sposai e andai via da casa dei miei. Mi chiamava abitualmente col vezzeggiativo di "Giugiù". Si , seconda mamma, essendo mia madre impegata nella conduzione dell'attività commerciale della famiglia, che la teneva fuori casa quasi tutto il giorno. Ed eccomi lasciato fin da piccolo alle cure dell'amata Ciccia.
Era devota del " Santo Padre" , così da noi a Palermo chiamiamo San Francesco di Paola, alla cui chiesa , poco distante da casa nostra , puntualmente si recava la domenica mattina alle 7 per la S.Messa . Era attaccatissima a me e mi proteggeva sempre . Non poche volte fu raggiunta involontariamente dalle botte a me destinate da piccolo da mia madre per qualche mia malefatta , perchè era dietro di lei che andavo a rifugiarmi in quelle occasioni . Mi ricordo in quei frangenti la sua frase in dialetto, in mia difesa : "pi sta vota, u lassassi stari o picciriddu".Ricordo ancora che come si usava un tempo, si recava alle 6,30 del mattino, a prendere il turno dal mio dentista , poco distante da casa mia, dove io arrivavo ben riposato alle 8,30, orario di inizio delle visite. E da lei che ho appreso alcuni modi di dire dialettali, pieni di saggezza popolare,che mi capita ancora di usare tutt'ora. Spesso era vittima dei miei scherzi che lei accettava sempre , per affetto , senza prendersela : sia quando mi nascondevo , dopo alcune ripetute scampanellate alla porta di casa , che lei andava ad aprire ogni volta , e non trovando nessuno, richiudeva pazientemente brontolando; che quando, avendo lei un pò di pancia che le sussultava quando si agitava, al mio : "balla panza"! , non poteva trattenersi dal ridere a questa allegra esclamazione provocando appunto questo comico movimento.Quando si ritirò dal lavoro, vista la sua età già avanzata, negli anni '70, andò a vivere col figlio vedovo e la nipote. L'ultima volta che la rividi assieme a mia moglie, fu nell'estate dell'80.La trovai molto malata, a letto, e ormai quasi completamente cieca. Mi riconobbe dalla voce e ci abbracciammo, e nel mio cuore sentii una fitta di dolore!
Morì il 5 febbraio dell'81, più che ottantenne dopo una vita dedicata totalmente agli altri. Voglio pensare che al momento di andarsene abbia sussurrato, come era suo solito:
" accussì voli u Signuruzzu " !
La fotografia di " Ciccia " è del settembre 1966 giorno del battesimo di Marco.

B1: " bagliori nella notte " .




















Marzo 1971:abitavamo allora a Milano col piccolo Marco di 4 anni e mezzo, il quale come già detto nel commento di un post precedente, sapeva già leggere; e questa per lui era diventata una vera passione, tant'è che se non giocava con i soldatini , lo trovavi sempre con un libro di favole per bambini o con l'inseparabile Topolino. Adesso passo a raccontarvi qualcosa di"divertente"legato a ciò che ho appena detto di mio figlio.Io quasi ogni notte ho l'abitudine di alzarmi,al buio per non disturbare gli altri, per bere un bicchiere d'acqua. Una notte mentre tornavo a letto vidi come un fugace lampeggiare nel buio, non ci prestai molta attenzione pensando fosse dovuto ai miei occhi ancora assonnati . La cosa però si ripetè altre volte, e feci caso che questo baluginare di luce proveniva dalla piccola camera di Marco. Allora incuriosito, era già passata mezzanotte , mi avvicinai al suo letto e a tentoni tastando dalla parte del cuscino mi resi conto che le coperte coprivano la sua testa. Alzai con molta delicatezza la coperta temendo di svegliarlo, ma mi si presentò la faccia sorpresa di Baffer I con gli occhi spalancati, un Topolino in una mano e la torcia elettrica accesa nell'altra. Che fare ? Togliere di mano il fumetto, spegnere la torcia , e dargli il bacio della buona notte, senza dire una sola parola, mi parve la cosa più opportuna.
Il resto era meglio rimandarlo al giono dopo !

domenica 6 luglio 2008

Paul Anka - Diana (1957) : il suo best hit !

Diana è una canzone del 1957 che ha scalato le hit, diventata famosa grazie a Paul Anka. La canzone non è stata scritta da Anka, ma è stata da lui migliorata. La canzone venne dedicata ad una compagna di scuola di Anka, Diana Ayoub.
Questa registrazione ha venduto oltre 9 milioni di copie.
Tenne un concerto a Palermo nell'aprile del 1958.

sabato 5 luglio 2008

1960 : da solo a 16 anni negli States !

Fig.1"Vulcania"













Fig.3 New York skyline
Fig.2 Statua della Liberà

( puntata 0 )

Nell'estate del 1959 vennero in visita dalgli Stai Uniti alcuni lontani parenti newyorkesi del mio nonno materno. Erano delle persone molto simpatiche, ed io che avevo studiato inglese sia scuola, che al British Institute of Language per 3 anni, approfittai della loro presenza per esercitare la conoscenza della lingua. Più volte proposero ai miei genitori che l'estate successiva mi mandassero negli Stati Uniti per impadronirmi ancor più dell'inglese. Non pensavo che i miei pigliassero sul serio la proposta. Se ne cominciò a parlare e poco alla volta l'ambizioso progetto prese consistenza, e fu così che l'anno successivo, 1960, alla fine del I° liceo a 16 anni e qualche mese mi ritrovai il 28 di Maggio sera sullo storico transatlantico "Vulcania" in partenza per gli Stati Uniti , dove giunsi dopo 6 giorni di navigazione, per rimanervi per circa 4 mesi.
Lasciai sul molo del porto di Palermo una famiglia molto emozionata ed in lacrime. Anch'io però non appena le luci della costa scomparvero dalla vista sentii una gnan solitudine e un senso di vuoto per quello che mi sembrava essere un salto nel buio; ma un pò alla volta mi tranquillizzai perchè mi resi conto che se i miei genitori mi avevano lasciato partire, avevano dovuto ritenermi all'altezza , anche se a 16 anni, di questa avventura. New York mi accolse con la Statua della Libertà in una soleggiata mattina di giugno.
Questo l'antefatto, e visto che la narrazione di quei fantastici 4 mesi, per un ragazzo così giovane,comporterebbe una lunga esposizione, ho deciso di raccontarvi per il momento soltanto alcuni aneddoti vissuti in terra americana, ognuno legato ad una diversa città fra quelle da me visitate,senza scendere eccessivamente nei particolari turistici dei luoghi della mia permanenza.
A questa prima puntata 0, introduttiva, ne seguiranno nei giorni successivi altre 5. Vi farò vivere per qualche giorno: a Miami, Washington D.C. , Buffalo, New York e dintorni, insieme a me.
Spero che le storie ed i luoghi siano di vostro gradimento.
Alla prossima...

venerdì 4 luglio 2008

Album di famiglia :a Giada la nipotina car(nic)a !

Fig.1 Giada a 12 anni
monta Dedra .
Visto che ci sai stare, cerca di rimanere "in sella" ora che devi decidere sul tuo futuro. Auguri da tutta la truppa palermitana per la tua conquistata maturità.



P.S. Spero che un giorno verrai a trovarci. Noi ti aspettiamo.
Credimi non è poi così male !

Una giornata in compagnia dell'Angelo Custode !


A quasi tutti da bambini al catechismo o in famiglia è stato insegnato l'Angelo di Dio, quellabreve preghiera all'angelo custode, forse recitata con maggiore fraquenza appunto da piccoli,con lacertezza che saremmo stati protetti e aiutati nei nostri bisogni. Col passare degli anni, divenuti adolescenti, e quindi capaci di autonomia e con istanze di indipendenza, abbiamo via via lasciato per strada questo fedele amico d'infanzia fino a perderlo competamente di vista, convinti della nostra autosufficienza. Divenuti adulti e messi di fronte a maggiori responsabilità e alle difficoltà della vita quotidiana abbiamo cominciato a cercare qualcuno, un tu, che condividesse e ci aiutasse a risolvere i nostri problemi. Abbiamo cercato questo aiuto: in un amico, in un genitore, in un sacerdote e qualcuno, perchè no, nel suo angelo custode,che abbiamo ritrovato ad aspettarci lì dove lo avevamo lasciato tanto tempo prima.
Questo è ciò che è successo a me verso i vent'anni. Da allora è divenuto il fedele compagno di tutte le mie giornate. La mattina appena alzato lo trovo lì pronto e gli dico di guidarmi e custodirmi in tutte le vicissitudini che si presenteranno nella giornata. Comincio col chiedergli semplicemente che il bus che prendo per andare al lavoro sia puntuale,e quasi sempre lo è, o se vado in auto che mi faccia trovare facilmente un posteggio in centro, e il più delle volte lo trovo puntualmente ed anche vicino al posto di lavoro. In studio gli affido con un accenno di richiesta ogni paziente che si siede nella mia poltrona di dentista affinchè le cure non abbiano complicazioni e siano di beneficio alla persona che si è affidata alle mie mani. Se poi mi trovo in qualche posto pubblico o in qualche ufficio per il pagamento di qualche bolletta o per la richiesta di qualche documento , gli chiedo che i turni d'attesa non siano lunghi o che non ci siano intoppi burocratici.
Nella maggior parte dei casi le cose vanno liscie. Ed ecco di nuovo il traffico al rientro a casa la sera, e alla mia richiesta di aiuto spesso la strada si libera dall'ingorgo. Ma soprattutto mi rivolgo a lui nei momenti di difficoltà personale o nella malattia perchè mi sostenga e mi dia la capacità di sopportare i momenti di sfiducia. Altre volte chiedo dei momenti di pausa perchè possa dare spazio alla mia mente e al mio cuore per riflettere su me stesso e fare il punto di come ho vissuto durante la giornata il mio rapporto con Dio. L'aiuto a concentrarmi in una breve preghiera arriva puntualmente. Adesso sono a letto e prima di dormire lo disturbo per l'ultima volta, lui che non dorme mai, perchè vegli sul mio riposo. Buonanotte amico buono e fedele, a domani !
Tutto ciò che ho detto potrà sembrare scandaloso a qualcuno, infantile a qualcun altro, o semplice bigotteria, ma vi posso assicurare che non è nessuna di queste cose, chiedetelo a chi mi conosce un pò; e solo che ho la certezza interiore di aver trovato qualcuno che si prende cura di me e che mi protegge, del resto è il Signore che gli ha affidato questo delicato incarico.
Provate a crederci anche voi, ma a crederci veramente, non ci si rimette niente !
Per chi avesse dimenticato,ecco la preghiera all'Angelo di Dio:
Angelo di Dio,
che sei il mio Custode,
illumina, custodisci,
reggi e governa me,
che ti fui affidato dalla Pietà Celeste.
Così sia.

martedì 1 luglio 2008

Album di famiglia : Pippo e Maria Concetta consuoceri D.O.C. !




Pippo
e
Maria Concetta













Mio figlio Fabrizio oltre che una buona nuora ci ha regalato anche dei consuoceri umanamente e caratterialmente molto simpatici, cosa oggi molto rara.
Pippo e Maria Concetta una coppia schietta e verace, genitori di tre figli ai quali hanno trasmesso i veri valori della vita.
Pippo, uomo di poche parole, dall'atteggiamento serioso e sornione, lavoratore competente, con l'hobby di navigare in internet, con il pollice verde, dai gusti gastronomici particolari pur nella loro semplicità, con un unico grosso vizio: quello del fumo.
Maria Concetta, donna dal sorriso accattivante, anche lei lavoratrice competente, buona cuoca visto che riesce a sfamare il marito dal palato particolare, nonna premurosa e disponibile, con ottima capacità di comunicare con gli altri.
Una coppia in poche parole a " Denominazione di Origine Controllata " .
Non potevamo sperare di meglio.


P.S. Pippo come chiameremo il nipotino che nascerà tra breve?
Che ne pensi di "Simone" ?

Album di famiglia :" La zia " di tutti !

Da qualche anno ci ha lasciato per andare in cielo la zia Bernardina.Si in cielo, perchè e solo lì che può trovarsi una persona come lei.
Mai come per la zia è valido l'aggettivo di " mitica" .
Era una donna di una bontà infinita: generosa con tutti oltre che con noi nipoti; allegra e sempre disposta al sorriso ; laboriosa: ha diretto per molti anni l'ufficio postale del suo amato paese Castronovo di Sicilia; ottima cuoca, il che non guasta; affettuosa in maniera delicata e profonda; donna di fede con una vita interiore semplice ma robusta (era sempre pronta a recitare il Santo Rosario alla Madonna in qualsiasi momento della giornata).Potrei continuare con una ulteriore serie di aggettivi, tutti positivi, senza timore di cadere in un lezioso panegirico. Ma sarebbe sempre poco per definire il suo amabile profilo. Lascio il resto ai commenti di coloro che la conobbero.
Ha condiviso la sua vita da single, dedicata interamente al prossimo sia in famiglia che fuori, con la sua carissima sorella Concettina, poco più grande, condividendo con lei gioie e dolori di tutta un'esistenza vissuta insieme con amore. Per noi nipoti era una " coppia eccezionale " da prendere come esempio di virtù vissute nel quotidiano.
Provate ad andare al suo paese, ancora oggi, e a chiedere anche adesso che non è più con noi, della signorina Bernardina, scommetto che tutti vi risponderanno senza esitare: chi, "la zia".
Era proprio la " zia di tutti " .