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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

sabato 14 giugno 2008

La festa di san Josemaría il 26 giugno 2008


In tutto il mondo il 26 giugno, festa liturgica di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, vengono celebrate sante Messe in onore del santo.


A Palermo : giovedì 26 giugno alle 19.00, presso la Cattedrale. Celebrante principale S.E.R. Mons.Carmelo Cuttitta,vescovo ausiliare e vicario generale
di Palermo.


Invito i miei amici a partecipare, e a pregare il Santo perchè faccia da intercessore
alle loro intenzioni.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi ricordo il 26 giugno 1975. Io avevo nove anni e mia madre mi mostrò un ritaglio di giornale: è morto un sacerdote che era amico di papà, mi disse e a casa c'era molta tristezza, come quando il fratello di un amico di papà morì perché non si aprì il suo paracadute. Tuttavia, in questo caso, la cosa mi sembrò più strana: io non sapevo nulla di questo sacerdote E mi sembrava strano che mio padre avesse un amico prete. Non so se riesco a spiegarmi. Come si sa, dicevamo il Rosario ogni tanto in macchina. Per il resto, quando stavamo a Mondello, al suono della campana dietro casa, mi mettevo i bermuda e andavo alla messa delle dieci uscendo di casa alle dieci meno uno. E non avevo mai sentito parlare dell'Opus Dei, di cui questo sacerdote era il fondatore. Certamente, avevo visto un allegria particolare a casa e una certa predisposizione a fare cose un po' pazze, soprattutto papà. Ma solo anni dopo avrei collegato che questo aveva a che fare con il legame che papà aveva con questo sacerdote, che penso avrà incontrato solo una volta nella vita. Poco dopo, ricordo, uscì una sua biografia (non di mio padre, quella ancora non esiste) e quello che compresi leggendone spizzichi e bocconi (preferivo i fumetti, ma mi era rimasto impresso quel silenzio, quel giorno) era che Josemaría Escrivá viveva una vita molto riservata a Roma dagli anni quaranta. Che cosa aveva smosso qualcuno come mio padre (diciamo un normale "cattolico della domenica"), e di conseguenza una famiglia e tanti suoi amici, vivendo in un'altra città, con un solo incontro nella vita? Io vedevo, e ho sempre visto mio padre e questi conti tornavano,ma mai questo sacerdote... e quando scoprii che esisteva l'Opus Dei, per me era una cosa che prima di tutto era questa specie di terremoto divertente che si viveva in famiglia, niente che sapesse (con rispetto parlando di incenso o "chiesa" sempre più con rispetto parlando). E se mio padre si era preso delle responsabilità serie facendo quello che faceva, era chiarissimo per noi che si stava giocando la sua faccia,e che non era uno che giocava la partita di un altro... questo mi piacque, e mi sembrò così normale nella sua assurdità, che presto mi dimenticai di tutto questo. Molte pazzie di mio padre si capivano pensando a questo sacerdote che pochi consoscevano. Quello che si vedeva era mio padre e una famiglia che si divertiva... il romanzo era intrigante!

B-1

Anonimo ha detto...

Aggiungo che questo nascondersi e scomparire è stato una norma di vita anche per i miei genitori, che hanno sempre messo davanti ai loro interessi e aspirazioni, le scelte libere dei figli. Certo, possono esserci stati errori, certe volte.
In ogni caso, se in noi figli si sono sviluppate quei progetti che sarebbero stati loro, adesso, quelle infinite ore per aiutarci a capire il greco o la matematica (il mondo terribile dei monomi, che annichilì la mente mia e di Paola), beh poi hanno avuto, anni dopo, la gioia di riprendere, attraverso e con noi, le loro passioni o di scoprirne di nuove. Insomma, nascondersi e scomparire, il motto di San Josemaria, è diventato un po' anche il loro motto...

Screwball ha detto...

Tornando indietro, mi piacerebbe sapere qualcosa di San Josemaría diciamo "dietro le quinte": non una biografia ma che faccia ha un santo.

Oggi è la sua festa, no? E voi vi siete incontrati di persona...

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Anche se con un pò di ritardo mi
sento debitore verso shanà di una
risposta.
Ho avuto la ventura di conoscere
San Josemaria eesattamente il 30
Novembre del 1974, qualche mese
prima del suo transito al cielo.
Lo incontrai intorno a mezzogiorno
tant'è che ho avuto l'opportunità
di recitare l'Angelus insieme a lui. L'incontro durò circa mezz'ora
ma mi limiterò a raccontare solo
due fatti: uno che mi riguarda
personalmente e uno che si rivolge
un pò a tutti trattandosi di un
consiglio da mettere in atto in
una qualsiasi relazione che comporti un insegnamento da proporre a qualcuno.
Il fatto personale riguarda la
morte di mio padre avvenuta la notte del 31 Agosto di quello stesso anno.
Raccontai a don Josemaria come mio padre il pomeriggio di quello stesso giorno entrò improvvisamente
in coma perdendo conoscenza.
Rimasi spiazzato non avendo avuto
il tempo di proporgli e fargli
amministrare i sacramenti necessari
alla salvezza della sua anima.
Mio padre era un uomo buono,retto,
credente ma tutt'altro che praticante, cosa che invece apprezzava molto nei suoi figli.
Nonostante tutto feci arrivare in
tutta fretta don Giancarlo, un mio
amico sacerdote, perchè almeno
impartisse una benedizione.
Mentre si accingeva a farlo mio
padre inaspettatamente e provvidenzialmente usci dal coma
e riprese coscienza. Accettò senza
esitare di farsi confessare, e con
molta difficoltà ci riuscì, e don
Giancarlo potè anche fargli la
comunione. Ebbene passati pochi minuti mio padre sarebbe rientrato
nel coma per non più riprendersi
fino alla morte avvenuta verso
la mezzanotte. Io e tutti i presenti restammo costernati per
l'evento luttuoso avvenuto a soli 58 anni, ma sereni con la sicurezza che il Sigore gli naveva fatto guadagnare il paradiso all'ultimo momento.
Sapete cosa mi rispose don Josemaria senza esitare: "questo è il minimo regalo che il Signore potesse fare a te figlio mio nell'Opera".
L'altro fatto riguarda la risposta alla domanda da parte mia di come dovessi comportarmi con i miei amici nel proporgli di partecipare
a corsi di orientamento familiare o
di iscrivere un loro figlio nel centro educativo che stavamo mettendo sù. La risposta fu pressappoco la seguente:" se proponi ad una persona un qualcosa di formativo, di educativo o di apostolico fallo senza dar l'impressione di mettergli addosso un corsetto che lo costringa in maniera fastidiosa,ma proponigli
di indossare un comodo guanto che
calzi a pennello nella sua mano e
lo faccia sentire a suo agio ,personalizza il tuo intervento con affetto verso l'altro senza coartare la sua
libertà".
Penso che questo sia abbastanza.
Baffo