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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

venerdì 27 giugno 2008

Il periodo milanese: sotto la protezione della "Madunina"


All'inizio del '69 io e la mia giovane famiglia, composta da me, Rita e il piccolo Marco di 2 anni e mezzo, ci trasferimmo a Milano dove rimanemmo per 3 anni a motivo della mia specializzazione in Odontoiatria presso quella prestigiosa Università.Sono stati 3 anni che oso definire fantastici, anche se portati avanti con parecchi sacrifici.
L'anno dopo la famiglia è aumentata con l'arrivo di Fabrizio.
Abitavamo in Corso di Porta Romana, nel centro storico di Milano , in un mini appartamento di appena 60 mq, vicino alla Clinica Universitaria.
Il quartiere dove vivevamo, nonostante ciò che si dice sul carattere freddo dei milanesi,era a misura di persona, e ci siamo subito ambientati, condividendo ottimi rapporti con vicini e fornitori, i quali , per dirne una, la mattina mi salutavano con un accogliente: "bongiorno sur duttur"!
C'è da dire che il momento storico che stava vivendo l'Italia e Milano in particolare non era dei più felici : il '68, la contestazione studentesca, la lotta fra estremisti di destra e di sinistra, gli scontri fra polizia e dimostranti in via Larga nella zona dell'Università vicino a dove abitavamo,e poi ancora la morte dell'agente Annaruma e la strage alla Banca dell'Agricoltura in Piazza Fontana.Comunque abbiamo superato anche questo. Mi ricordo quel 12 dicembre:mentre ero al lavoro, arrivò la notizia della strage, erano circa le 5 del pomeriggio,e sapevo che mia moglie a quell'ora andava a prendere Marco a scuola ,che era poco distante dal luogo dell'attentato .
Ero molto preoccupato e non riuscivo a raggiungerla per via telefonica, visto l'intasamento delle linee. Solo a sera rientrando seppi che mia moglie con Marco avevano attraversato Piazza Fontana 5 minuti prima dell'esplosione.Ecco perchè ho premesso: "sotto la protezione della Madunina".
Come dicevo i sacrifici furono molti: eravamo giovani e con pochi soldi. Mi ricordo che Rita annotava su di un'agendina le spese giornaliere (per esempio francobolliL.50, frutta L.500, giornale L.25, ecc...) per essere sicura che restassimo all'interno del budget previsto. Mi cercai un'occupazione fuori dall'orario di frequenza della Clinica ( ore 9-13 e 14-16,30). Trovai un posto al pronto soccorso odontoiatrico notturno a due passi da Piazza Duomo. Mi recavo lì la sera alle 20 e vi rimanevo fino a mezzanotte e a volte anche oltre.Venivo remunerato con 120.000 lire al mese.Non era tanto ma ci consentiva di tirare avanti dignitosamente. L'anno dopo un collega più anziano della Clinica mi offrì la possibilità di lavorare a percentuale nel suo secondo studio alla periferia di Milano, e precisamente alla Bicocca, vicino allo storico stabilimento della Pirelli, quartiere abitato ancora da milanesi veraci. Accettai e così ogni pomeriggio dopo l'Università mi recavo in quello studio.
La situazione economica migliorò e ci permettemmo cose che prima non potevamo.Ecco allora qualche film, qualche spettacolo teatrale, qualche weekend fuori Milano.Mi ricordo le gite in Valdaosta e in Svizzera, a Lugano.
Con i colleghi di specializzazione, circa 15 da ogni parte d'Italia, si stabilì da subito un rapporto di amicizia cordiale e sincero; spesso ci incontravamo fuori dalla Clinica,e andavamo a pranzo o a cena insieme, ognuno raccontando della propria città.
Bene ,per farla breve , gli anni milanesi per me sono stati anni di crescita umana e professionale, e hanno rinsaldato ancora di più le relazioni all'interno della famiglia.
Alla fine del '71, passati 3 anni, sono rientrato a Palermo, dove mi attendeva lo zio Totò,parente di mia moglie,(una persona dolcissima di nome e di fatto, visto che il suo cognome era Dolce), che aveva la necessità di un collaboratore per portare avanti il suo studio odontoiatrico.
Così cominciai subito la mia professione a Palermo con passione ed entusiasmo.
Ma quì comincia un'altra storia di cui parleremo un'altra volta.
La storia che vi ho raccontato forse per qualcuno sarà stata banale e non entusiasmante, ma ciò che la rende "importante" è che tratta di un "pezzo di vita",di quattro persone che si vogliono bene profondamente, vissuta intensamente, sia nei momenti belli che in quelli difficili.

P.S. Sono sicuro che B1 vi parlerà delle scorribande ai Giardini della Guastalla,
delle passeggiate all'Idroscalo e di tante altre cose amene.










17 commenti:

Anonimo ha detto...

A chiamata rispondo, in breve, per poi aggiungere nel week-end qualche altra cosa: Milano è stata qualcosa di serio, anche perché nel mio futuro personale, ci sono tornato per l'università e oltre (abitando per cinque anni di fronte alla stessa casa dove abitavamo, riincontrando, durante il militare vecchi compagni d'asilo, il Robi ad esempio), tanto che Milano è la città in cui ho abitato più tempo nella mia vita... oramai una comparazione relativa.
In ogni caso, per aggiungere qualche piccolo particolare: sì, probabilmente c'erano pochi soldi, ma io al cinema ci andavo di pomeriggio, proprio sotto ce n'era uno dove davano i film di Walt Disney. Mi ricordo che guardavo la TV, nel 1969 (come ci riuscivo a distanza, per come era piccolo il televisore non lo so) disteso su un divano letto ancora in uso nella casa di Polizzi e allora andavano molto i pupazzi animati di Velia Mantegazza e il gioco delle cose, di Marco Dané. La mia stanza confinava con il letto, e aveva spazio solo per due cesti con i giochi: ogni volta che mamma usciva mi portava anche un piccolo giocattolo, in genere soldatini, e forse questo, nella costanza e nella piccolezza, non mi ha fatto mai percepire la situazione generale. Però avevo tre anni, andavo all'asilo, avevo un'amica che si chiamava Cinzia, e mi piaceva fare le passeggiate dietro via Commenda fin dove lavorava papà. Proprio lì una volta il suo capo mi fece trovare un plastico di un trenino: ero contento del plastico, effettivamente molto bello, ma ancora di più del fatto che mio papà era così "importante" che il suo capo mi regalava un trenino... che non funzionava e andò cambiato. Oltre a giocare, imparai presto a leggere (attitudine che fino alla fine delle medie, contrariamente a quanto tutti possono pensare, dedicai esclusivamente ai fumetti) grazie al metodo Bimbo legge, una serie di cartelle con cui si componevano frasi che con mamma spargevamo sul tappeto dell'immenso soggiorno. Dico immenso anche se poi, rivedendo alcune foto, mi sembra che vivessimo in un posto ben arredato ma minuscolo. Per un caso, ho scoperto che il medesimo appartamento è ora lo studio della ginecologa di quella che fu la mia ultima collega in università...non chiedetemi come lo so, comunque non c'è niente di piccante.
A parlare, imparai da solo e credo fu una condanna per chi viveva con me. Della vita con papà dirò più avanti. Però in quei mesi, anni, la mia compagna di giochi più assidua era mia madre, che mi ricorda tantissimo la B5 di adesso e che era una ragazzina simpatica che manco sembrava una madre. Poi c'erano appunto la Cinzia, il Robi e vari altri. Però la presenza di mamma rimane lì in fondo, non so che cosa vuol dire, non voglio dire che è bene che una madre si dedichi solo alla famiglia o altro, però per me è stato bello... e ora, il sonno prevale, a presto,e ciao a tutti,

mi fa molto piacere che gli altri, da B3 in poi, possano conoscere queste storie, che sicuramente sono il fondamento di tante cose che sono venute dopo. Chissà senza i sacrifici di quegli anni, soprattutto dovere ascoltare per tutta il tempo il figlio unico che parlava, parlava, parlava

Ma mamma ha sempre raccontato poco di questo e spero che lo faccia, a me piacerebbe e le sarei grato

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Non so se è un'omissione voluta ma non viene citato un certo Fabrizio che nel fine Agosto '70 venne a
disturbare la primogenitura.
E B1 dovette cominciare a fare i
conti con B2.

ciao Pà

Anonimo ha detto...

E' bello vedere che tanti componenti di una famiglia ricordino, ciascuno, frammenti dell'esperienza familiare.
Curiosità: qualcuno di voi ha per caso un diario su cui ha l'abitudine di annotare episodi di vita vissuta o fate affidamento esclusivamente alla memoria? (perchè in questo caso B1 ne ha da vendere... beato lui!solo che a volte secondo me dà per scontato che i lettori, familiari e anonimi, riescano a comprendere il suo filo del discorso che tende però ad aggrovigliarsi)
E se non è così, avete mai pensato di trascrivere queste memorie dal blog al foglio di carta?
Anonimo curioso

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Ad Anonimo curioso: penso proprio che andiamo a memoria. Ma devo dirti che è un'esperienza bellissima ripercorrere la propria vita sul filo dei ricordi che riaffiorano, e come rivivere le situazioni passate con nuova freschezza e con il distacco che gli conferisce il tempo.
Forse qualcuno di noi prima o poi
scriverà su carta.
Quanto a B1 bisogna perdonarlo,di
mestiere fa il professore di Filosofia Etica all'università.
Grazie comunque dell'attenzione
che ci concedi, a presto

Baffo

Screwball ha detto...

Giusto alcune piccole precisazioni.

Noi filosofi non facciamo corsi speciali di mnemotecnica. In più ti ricordo che hai un figlio storico...

quanto a trascrivere, ora basta il taglia e incolla, e per la memoria, beh, ci sarebbero tante cose da inserire in mezzo... quindi datevi da fare

io farò la mia parte...

e poi, ci sono un sacco di cose che non so, in fondo ho passato più tempo fuori che in casa... anch'io sarei curioso


signori, rimboccatevi le maniche, e grazie anonimo curioso. In fondo siamo solo una normale famiglia di matti.


PS.: se dovevo passare a Fabrizio... avevo detto che avrei solo cominciato, e poi lui è a un convegno, non si parla male delle persone non in rete: questa è etica!
Ora vi lascio, ho lezione di flamengo...

Prof 2.0 ha detto...

Questo post è molto bello. Risalta. Si sente la vita che c'è dietro. E soprattutto apre uno squarcio su anni di cui non so nulla. Non sapevo della connessione con Piazza Fontanta, della nota delle spese e tanti piccoli dettagli che racconti. Mitico! Comunque l'importante è che siate tornati in tempo per farmi nascere a Palermo...

Screwball ha detto...

Preciso, infine, che B2 nacque nel 70 e io qui mi fermo ad alcuni flash fino al '69. Ma poi, l'unica informazione che potrei aggiungere su questo tema, me l'hanno raccontata, io devo averla rimossa. Urge un'intervento di emergenza dell'ambulanza, anche sugli altri temi...

Posso dire che negli anni che seguirono, la rivalità con un fratello che mi superava in tutto, benché quattro anni più piccolo, il che quando tu ne hai sette è frustrante, si scontrò con una dura realtà: "mamma, dissi, ma un giorno Fabri e io, andremo d'accordo?" "Certo, quando lui farà cinque anni". Aspettai quel giorno con ansia, e poi venne un altro giorno, e un altro e un altro... dovemmo arrivare ai 18 (miei e 14 suoi) per avere una tangibile dimostrazione di affetto. Mi offrì uno spongato da un bar ricavato sotto casa dentro un autobus svuotato, che fallì poco dopo. Era il 24 settembre del 1984. Venne anche Ale. L'indomani partivo per Milano... Fabri avrebbe preso, primo di una lunga serie, la mia stanza, la mia bicicletta, i miei libri di filosofia (non credo gliene importasse più di tanto), il Subbuteo (che in parte aveva già venduto). Insomma lo spongato ebbe il suo costo. E poi il giorno dopo, di mattina presto partii. Ma sono sicuro che lui era sincero in quel momento...

ma ritornerò su Milano

Anonimo ha detto...

Senza saperlo il blog sta facendo un'ottima storia orale, ci sta facendo ri-scoprire le radici, cioè il passato, condizione necessaria per avere un futuro!

Fab2ri

p.s. W lo spongato... però non mi sono mai accorto di aver superato in tutto un fratello di quattro anni più grande!

Screwball ha detto...

E non solo perché avevi la piccola Dino con le ruote piene e io la graziella, e nelle gare in bici a Mondello vincevi sempre... ti tuffavi, parando tutto, SUL CEMENTO, hsi cercato di insegnarmelo e mi stavo rompendo un braccio... a botte, quando mettevi il turbo, vincevi tu...
sono cose che segnano

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Anch'io ho havuto una sorella minore,che ben conoscete, la
quale ha frustrato col suo caratterino la mia infanzia di
bambino (dicono)buono.

Baffo

Screwball ha detto...

Fabri mi è sempre stato superiore nello sport, tranne che nel nuoto...
ma i paragoni è meglio lasciarli da parte

Anonimo ha detto...

Nonostante facciamo parte della stessa famiglia qualcuno può vantarsi di avere vissuto a Milano e qualcuno di avere trascorso le vacanze estive a Polizzi Generosa...non so se il confronto regge...ma in fondo l'estate polizzana non è da meno e questa è tutta un'altra storia..la piscina, le partite di ping-pong, di bocce(notturne) e di pallavolo, le sfilate, le schiacciate di cicco e sasà, le proiezioni serali di film, la messa in campagna (età media 80 anni) la mangiata di ferragosto ecc....
B6

Screwball ha detto...

Beh, B6, qualcuno ha anche fatto le vacanze a Malta, a Ustica, e qualcun altro a Gibilrossa... nella vita i conti tornano, prima o poi

quante cose non si sanno (Gibilrossa è una grande storia! innanzitutto qualcuno sa dov'è?)

isabel ha detto...

Allora è possibile? Rimanere vivi a Milano intendo... e tornare sani a Palermo.

Screwball ha detto...

Yep,

basta non pensare di DOVER TORNARE a Palermo

isabel ha detto...

Dicesi morte civile...

Screwball ha detto...

Dicesi SOPRAVVIVENZA. A me è successo con Roma. E poi Milano, anche se non ha il mare, è una città che ha molti pregi e dove si vive bene...

L'importante comunque è non fissarsi su questo punto, il mondo gira e magari tra tre anni siete a Chicago... In ogni caso, la sera che sono arrivato a Roma (da Milano) ho capito molto meglio che cosa significa sposarsi (per sempre) e che sarai sepolto in quella città. Ancora non mi sono abituato. Ma Mamma Er potrebbe raccontarti la storia di Nonna ER e Castronovo, che ti tirerebbe molto su...