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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

sabato 28 giugno 2008

Album di famiglia: i miei genitori .




















Oggi ricorre l'Anniversario di matrimonio dei miei genitori, infatti il 28 Giugno
del '42 Maria e Nino celebravano le loro nozze, che diedero origine a quella
famiglia nella quale ho avuto la fortuna di nascere e crescere.
Purtroppo oggi non sono più con me, come è quasi naturale che sia, ma conservo
di loro tantissimi ricordi, qualcuno dei quali ho già raccontato e tanti altri di cui
cercherò di raccontare in seguito. Sono ricordi in massima parte belli e qualcuno
un pò meno di cui è intessuta una normale esistenza condivisa fra persone che si
vogliono bene. Non intendo per nulla dilungarmi, ma ricordarli con serenità e
gratitudine, dedicando loro la canzone cui erano molto legati.
Ciao mamma, ciao babbo.

4 commenti:

Prof 2.0 ha detto...

Mi sarebbe piaciuto davvero conoscere il nonno!

Screwball ha detto...

Credo che stavolta mi viene chiesto un compito improbo, perché siamo veramente al confine delle mie competenze, e credo sia opportuno parlare del nonno, perché probabilmente della nonna può parlare chi mi ha seguito...

Quando il nonno ci ha lasciati, avevo otto anni, ma tenete a mente che tre e mezzo li avevo trascorsi a Milano (ovviamente non da solo).

La mia percezione, forse per contrasto con l'altro nonno, che aveva un carattere opposto, ma non meno forte e allo stesso tempo dolce, è sì, che fosse una persona molto brillante, generosa e forte.
Il tratto della brillantezza credo sia stato trasmesso geneticamente ai figli...
Quando ero piccolo, mi riempiva di regali, specialmente quando passava da Milano, credo fosse evidente che capiva le ristrettezze economiche, e quindi spesso ci portava vagonate di roba da mangiare (dai viaggi in Svizzera) e ci portava in Val d'Aosta, per passare qualche giorno di vacanze, e fare qualche pranzo, specialmente a Chatillon, in un ristorante tutto in legno con un cortile esterno di pietrisco bianco, oppure sul lago di Lugano, al ristorante Gandria, dove tornammo in visita molti anni dopo.
Quando andavo a casa sua, a Palermo, ricordo che mi inseguiva per casa, era in estate, a torso nudo. Finivamo inevitabilmente sul lettone, dove mi riempiva di morsi (vero), spacciandosi chissà perché, per un arabo saudito (non saudita).
Una volta mi portò al cinema, a vedere la riduzione del Pinocchio di Comencini, quello con la sigla che fa rabbrividire Betta, e, nonostante l'avessi visto in tivu, mi misi a piangere quando vidi la balena a tutto schermo, e lui fu costretto a portarmi fuori.
Orgoglio: lui era molto orgoglioso dei suoi figli, questo era evidente. E si fece carico dei suoi numerosi fratelli e sorelle, alla morte prematura e tragica di suo padre, trasferendosi da Messina a Palermo, e poco a poco chiamandoseli dietro ... Credo che diversi di noi, e sicuramente Baffo e zii, presero da lui quel senso di famiglia che per lui dovette essere sacrificio serio. E tutti gli rimasero riconoscenti ed erano orgogliosi di lui. Ma di questo racconterà qualcun altro, perché è un vero romanzo. Passò la guerra in marina a La Spezia, dove molti anni dopo, corsi e ricorsi della storia, io mi sarei congedato nella stessa arma.
Il suo vero orgoglio era sua moglie: mi limito a una piccola storia. Quando ero piccolo, mi insegnò Mariù, poco dopo la sua morte, morì anche De Sica, e inun ciclo televisivo di film del regista, quella canzone fu scelta come sigla di fondo, reinterpretata da Mal. La nonna era commossa e non si perse un film. Molti anni dopo, guardando la foto del nonno che aveva incorniciata sul suo letto, ripeteva spesso: tuo nonno era una persona splendida, una persona brillante, fuori dal comune... Parlando di canzoni comuni e canticchiava sempre quella canzone, che era la "loro" e parlo di 25 anni di distanza. Credo che adesso, nonostante molte, anche grottesch difficoltà, siano sepolti assieme, con romantica vista sul mare...
Il nonno passò il suo tempo per la sua famiglia... ma un tumore al fegato lo portò via prematuramente..., ricordo l'ultima visita che gli feci, la faccia gialla per l'ittero... morì pochi giorni dopo, ma prima il Signore gli aveva regalato il dono di una Fede che forse aveva praticato a tratti.

Beh, questo è questo che ricordo al momento, e so che c'è molto da rivedere, integrare e correggere...


Nephew-1

Screwball ha detto...

Approfitto di questa data anche per aggiungere un "piccolo" punto, che intreccia varie storie e due concernenti i nonni... e mi scuso se prendo un po' di spazio per me.

Il 29 giugno 1975, San Pietro e Paolo, cioè una domenica di 33 anni fa, facevo la Prima Comunione.
è una storia dosotievskiana che potrebbe essere intitolata "umiliati e confusi"

Ecco gli eventi:

a) dovevo fare la comunione nel turno dell'1 giugno, poi fui spostato al 15, indi al 29, per manifesta insufficienza di preparazione

b) a mia difesa e senza nessuna accusa, devo dire che allora il libro del catechismo parlava della responsabilità per l'inquinamento e cose simili: non mi era chiaro del tutto che cosa c'entrava con quell'ostia, forse era sterilizzata

c) ci fu insegnato un canto che invocava pace nella scuola e nella fabbrica, nella politica e nello sport, pace in famiglia, pace in automobile. Nonostante tutti i buoni propositi, le immagini che mi venivano in testa mi sembravano surreali, specialmente nel contesto palermitano e francamente continuavo a non capire che cosa c'entrasse il tutto

d) mi sembrava assurdo vestirmi (sempre con rispetto parlando) come una bambina, con una tunica bianca

e) fui scelto per leggere la prima lettura: si parlava della festa degli azzimi, e io dicevo sempre azzími. Passai tutto il sabato ad esercitarmi e alla fine pronunciai nel modo sbagliato

f) nella seconda lettura, san Paolo parla del suo sangue sparso in libagione, il che mi sembrava una parola assurda: evidentemente non era il mio linguaggio

g) nonostante le infinite raccomandazioni, dimenticai la busta con il contributo per la parrocchia, e dovetti tornare indietro, sotto gli occhi adirati della capa catechista



in positivo:

1) sabato pomeriggio andai a comprare i vestiti che avrei indossato, una camicia a quadri molto aderente, pantaloni a zampa e sandali alla francescana: erano gli splendidi anni settanta. La nonna Baffo, che allora passava le vacanze con noi, che ci accompagnava, mi regalò i cannoni sparanti della Atlantic, che desideravo da tempo, e fu un regalo extra. A rivedermi in una foto di quel periodo, la festa del mio compleanno, vestito con gli stessi indumenti della prima comunione, oggi mi considero un cretino. La foto è in mio possesso assieme a quella di carnevale vestito da zorro, mi dispiace Baffo (diciamo che questo è un episodio che a parte il regalo della nonna, rientrerebbe bene nella sezione precedente)

2) come quello che segue: il giorno dopo, 30 giugno, avevo capito qualcosa in più e scrissi in un foglio a quadretto di un quaderno ad anelli che cosa significava in pratica la mia comunione. L'appesi a un poster in camera mia dove c'era una scimmia seduta su un water. Diciamo non uno dei migliori auspici. Fabrizio contribuì a vanificare i miei propositi e mia madre mi rimproverò dicendo che non avevo capito nulla... E allora perché l'avevo fatta, se non reggeva neanche un giorno e le insidie del demonio, in quel caso impersonato in Fabri? Quante cose dovevo capire...
Però mi ricordo che quando scrissi e appesi quel foglio, pensai, chissà perché, a mio nonno paterno: è vero, mi ricordo l'immagine precisamente e probabilmente vuol dire che lui era lì accanto a me, era scomparso un anno prima. Forse fu il vero avvenimento spirituale che riuscì a percepire, anche se ovviamente la comunione da sola bastava, ma lì ero ancora un po' confuso.

3) Il vero beneficio che a quell'età potei immediatamente percepire fu che, quando andavo a trovare papà in studio, alla fine lo accompagnavo nella chiesa vicina per la Messa, c'era una statua di San Giuseppe e del bambin Gesù che lavoravano insieme. Poi mi portava al bar vicino e mi offriva una coca "col limone". Mi interessava di più la comunione o la coca col limone? Ma era toco andare con papà al bar... Credo che Baffo spesso abbia sperimentato qualcosa di simile con suo padre

Insomma, molto di quello che era successo lo capii più tardi. Come anche mi resi conto ex post di alcune figure determinanti nella mia vita, che allora, non avendo alcuna passione per tonache e preti, non avevo notato

a) il parroco che mi preparò, padre Castiglione, era un santo sacerdote

b) feci la comunione tre giorni dopo la morte di san Josemaría

c) il seminarista che ci faceva alcune lezioni (quelle non sull'inquinamento del catechismo) mi riapparve in un filmato al telegiornale, dietro Rosaria, la vedova di Vito Schifani, della scorta di Giovanni Falcone, era adesso il sacerdote che la sosteneva nella famosa scena del perdono ai mafiosi

d) e in tema di mafia, il mio prof. di religione al ginnasio si chiamava padre Giuseppe Puglisi... ma queste sono veramente altre storie...


Chiudo, chiedendo scusa per la solita logorrea o prolissità

Anonimo ha detto...

Mi dispiace di non avere conosciuto e goduto dei miei nonni...credo di avere capito che fossero delle persone eccezionali e carismatiche.
guardando la foto del nonno capisco da dove viene la verve
di papà

B6