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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

mercoledì 7 maggio 2008

Viaggiando per la città in autobus.


Mi limito a riportare in questo post alcuni brani di un breve racconto scritto dalla mia figlia minore che si muove quotidianamente in bus per raggingere l'università nel centro storico.

........L'autobus è una summa delle situazioni della vita....
Nell'autobus si può compiere l'azione buona della giornata e decidere se essere altruisti o menefreghisti e indifferenti: la vecchietta ha bisogno di una mano per salire, una mamma chiede aiuto per scendere il passeggino...la coscienza mi dice di cedere il posto all'anziano signore di fronte per non essere assalita dai sensi di colpa.......
........Nell'autobus si acoltano pezzi di vita: conversazioni al telefono o confidenze fatte all'amica seduta di fianco, non siamo impiccioni ma neanche sordi, codividiamo piccoli momenti di vita quotidiana, felici e non: Davide ha preso 30 all'esame, Lucia dice ti amo al fidanzato, Mario riceve una cattiva notizia, Serena avverte che arriverà in ritardo a lavoro, ed io chiamo mamma per dirle che torno a pranzo...a un certo momento ti scopri indiscreto, ti sei indebitamente appropriato di un pezzo di vita altrui, diventandone partecipe senza volerlo.........
.......L'autobus è il posto per eccellenza dei luoghi comuni, per il disappunto sulla politica e sui politici di oggi, ma soprattutto per le lamentele perchè la città non funziona e il mondo non è più quello di ua volta......
..........Nell'autobus si parla della vita, dei suoi valori, dei problemi di salute, dei figli, dei fidanzati,degli amici, delle persone che ci piacciono e di quelle che ci hanno fatto arrabbiare, si raccontano episodi divertenti, si ascoltano battute e scketch di quella che sarebbe la puntata di Zelig con lo share più alto,......
...........Nell'autobus ognuno ha un proprio ruolo come ce l'ha nella vita, c'è chi parla, c'è chi straparla, c'è chi ascolta soltanto, come me, ci sono gli anziani che ci trasmettono la loro memoria storica, ci sono gli adolescenti che gridano e scrivono frasi d'amore sulle pareti, ci sono quelli che si fanno i fatti propri, leggono un libro o ascoltano la musica nell'mp3 ( alcuni la fanno sentire pure agli altri )..........
.......... In autobus, per chi di solito lo fa nella vita, si può pregare e si può pregare per persone diverse, guardandole in faccia mentre lo si fa..........

Che dire? Mi limito ad aggiungere soltanto che un'attenta osservazione della " realtà ", che ci sta intorno quotidianamente, è la migliore opportunità che ci viene offerta per l'arricchimento e la crescita della nostra "umanita".
Per chi fosse interessato alla lettura dell'intero racconto si rivolga direttamente a chi lo ha scritto tramite Email: martadavenia@yahoo.it

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dire?
Che sorpresa!!
Mi fa piacere che stavolta hai voluto raccontare attraverso le mie parole..
in fondo questa esperienza di vita ci accomuna, tua figlia maggiore neanche ci salirebbe sull'autobus!!
grazie
marta

biancaneve ha detto...

Anch'io sono una cliente abituale dell'Amat (azienda trasporti, per i non palermitani), e mi piace pensare che gli autobus qui sono al femminile -"la" 101, "la" 106- perchè portano dentro la vita.

Prof 2.0 ha detto...

Anche io ho un passato ricco di umanità respirata su quegli stessi autobus. Adesso mi accoglie la rapida e puntuale metropolitana milanese, in cui la vita che pulsa dentro non è così ricca come lo spaccato palermitano. Qui o si legge o si prepara la riunione di lavoro. E se guardi le persone negli occhi scorgi mondi chiusi in armature. Sul bus palermitano l'umanità è in qualche modo più tenera e nuda.

Anonimo ha detto...

Carissimi,

prima di tutto complimenti a Marta. E già questo basta. Aggiungo qui, a beneficio comune, i seguenti fatti:

1. A Palermo un autista ci ha fatto scendere dall'autobus perché c'era uno che puzzava.

2. A Milano, a fine corsa alle 12.30 del 1 maggio del 1987, finisce il servizio per la festa del lavoro e l'autista mi chiede dove devo andare (ero a metà strada) e mi accompagna a casa (scendendo io dalla parte opposta del marciapiede, davanti alla Torrescalla)

3. A Londra, un signore negro sulla settantina ha deciso che l'autobus non doveva ripartire perché lui non poteva pagare il biglietto ma non poteva neanche rinunciare al viaggio, e quindi è andato in tilt, e quindi è rimasto seduto per mezz'ora. LA gente non ha avuto il coraggio di farlo scendere, lui non voleva che gli si pagasse il biglietto, ma neanche che partissimo

4. A New York, un bigliettaio pachistano ha buttato giù dal predellino uno che voleva salire e con cui aveva cominciato a litigare

5. A Chicago (sobborghi), un vecchietto avvinazzato si è seduto al posto dell'autista e ha esclamato, ingranando la marcia: "ora ci divertiamo": il bello è che ci ha portati al capolinea.

6. A Roma, 8 ucraini mi hanno isolato dal resto dell'autobus (all'interno di esso) per rubarmi il computer: modello testuggine, solo che io ero seduto in mezzo. LA gente intorno guardava e non sapeva come infilarsi per aiutarmi: ma mi sono salvato



Anch'io quando vado all'estero faccio una o più gite comprando un biglietto giornaliero e salto da un autobus all'altro a seconda dell'ispirazione e seguendo singole persone... per fare così, a New York sono finito in un quartiere mooooolto malfamato, ma guardare la gente e immaginare storie, anche per strada, e magari seguirle, è una delle cose più belle e divertenti: quelli sono i tuoi compagni di pianeta, di tempo, di storia...

Palermo, per finire: chi non ha incontrato mai la signora cicciona con tacco puntuto che rotolando dall'obliteratrice (una), in capo all'autobus, per la scossa della partenza, rotola su se stessa, improbabile ballerina, e finisce inesorabilmente con il tacco tra il tuo alluce e l'indice del piede, tu che stai in fondo all'autobus? Chi non ha avuto un amico che ha sempre fregato, quando non aveva il biglietto, lasciandolo in pasto ai controllori, per scendere alla prossima? Infine, una lode postuma al 175, via Galilei-PiazzaXIII Vittime, linea inutile (c'erano il 7 (rosso e nero), il 2, il 2 barrato, il 16, il 16 barrato), l'autobus della salvezza, piccolo piccolo: nei momenti di crisi, bastava una piccola preghiera (precisa) e ne spuntava uno da dietro il Politeama, fuori corsa e senza passeggeri, in 5 minuti ero sotto casa... sempre, e varie volte ho visto un sorriso nell'autista che sembrava quello di un angelo che stava per mettere le ali! E una campanella contemporaneamente che suonava, ma questa è un'altra storia!

Grazie Marta. Ancora!

Marco

Anonimo ha detto...

Solo una piccola aggiunta: come è buono l'olio della pizza bianca quando un altro te lo scola sulla giacca, mentre la mangia appizzato alla maniglia e leggendo il giornale, del tutto inconsapevole di quello che succede... ho davanti la scena al rallentatore, la goccia fluida che scende nell'aria, inesorabile...

ma i miei sono dati, non è Marta

mraco

Anonimo ha detto...

DOMANDA IN TEMA

Qualcuno sa dirmi perché la bussola si chiama Bussola... da cui "Bussola dietro" e "Bussola al centro", mai "Bussola davanti" (ci sento, grazie!)

PROPOSTA POLITICA:

mettere due obliteratrici nell'autobus!

Prof 2.0 ha detto...

La bussola altrove non esiste. è un'invenzione tutta palermitana. Chissà che cavolo di origini ha...

Anonimo ha detto...

Scopro che la bussola (tecnicamente ora porta passeggeri rototraslante o a espulsione), è definita esplicitamente e senza giri di parole bussola dal Devoto Oli, come infisso mobile, generalmente a soffietto, per imgresso immediato a luogo o mezzo pubblico... altro che inventare, noi conserviamo, capìu el Bossi?
Chi non salta siciliano è

Marco

Anonimo ha detto...

Visto che non sa dove rispondere, la figlia maggiore approfitta di questo spazio per dire che lei "ci salirebbe sull'autobus", come ha già fatto tante volte...e che silenziosamente partecipa ogni giorno dei racconti del papà e del fratello, ma non per questo è distante...ognuno ha i suoi modi, ognuno ha i suoi tempi...la farfalla comunque è arrivata a destinazione e ha lasciato il segno.
grazie papà