"Grandfather", "granpère", "großvater", questi i vocaboli con cui si definisce la parola nonno, ovvero "granpadre", rispettivamente in inglese, francese, tedesco e per aggiungere anche un tocco di esotismo "büyükbaba" in turco , dove büyük significa appunto grande. Come è ben evidente la parola papà è sempre preceduta nei rispettivi idiomi dall'aggettivo grande. In queste come in altre lingue non ci si è preoccupati di ricorrere ad una parola specifica per definire il nonno. Era per così dire naturale attribuire l'aggettivo grande alla parola padre per definire in modo efficace la figura e il ruolo di un nonno. Oggi che come ben sapete sono nonno di Giulio, mi ritrovo a condividere pienamente questa scelta da parte della tradizione linguistica delle nazioni citate e di tante altre. Non volendo inoltre considerare il fatto che sono anche il padrino di battesimo di mio nipote; Giulio mi viene spesso affidato dai genitori, ritenendomi capace non solo di badare ma anche di provvedere alla formazione del loro bambino nel tempo che trascorre con me. Quindi mi prendo carico insieme a loro della della sua crescita sia fisica che soprattutto morale, incarico che mi conferisce una grande responsabilità, che cerco di assolvere al meglio delle mie possibilità.
Io che ho allevato insieme a mamma E.R ben sei figli, penso di aver acquisito una discreta esperienza; ma i tempi sono cambiati considerando che Baffer-One ha 42 anni e Baffer-Six 23, e quindi i contenuti e il modo di trasmetterli a mio nipote devono essere rapportati alla realtà di oggi. I contenuti, cioè i valori e il modo di trasmetterli, cioè il modo di educare, per mantenere la stessa valenza che hanno avuto con i miei figli, hanno però bisogno, per essere accettati e resi appetibili da un bambino di oggi, da parte di chi se ne fa carico, che questa persona sia stata attenta ai cambiamenti della realtà sociale e si sia appropriato via via delle nuove dinamiche che condizionano la vita dell'uomo contemporaneo. Bisogna che questa persona abbia arricchito il suo bagaglio culturale rendendolo competitivo nel confronto colle nuove mode, senza rimanere, come si dice oggi fuori dal mercato. Il rischio che altrimenti si corre è che quei valori , ancora pienamente validi e fondamentali per l'educazione, vengano ritenuti obsoleti, per il solo fatto che non si è stati capaci di adeguarli, senza snaturarli, ai nuovi tempi che viviamo. Il tempo è trascorso ma il nostro essere autorevoli, nel senso di cui dicevo in un post precedente, agli occhi della nuova gioventù deve rimanere sempre un nostro obiettivo prioritario per il loro bene.
Tutto ciò per dire che se fossi stato convinto che con l'aver conseguito sul campo la mia "laurea di genitore" con buoni voti, ritenendomene definitivamente appagato e soddisfatto, avrei senz'altro fallito, se non mi fossi attivato per conseguirne sempre sul campo un'altra , quella di "livello avanzato", cioè quella che si chiama oggi in ambito universitario "laurea magistralis", che mi ha permesso di stare al passo coi tempi. Ed ecco che se prima ero solo padre, ora sono nonno, cioè due volte padre, avendo potenziato le mie capacità per affrontare le nuove sfide educative che mi si presentano oltre che per i miei figli, soprattutto per mio nipote Giulio e per gli altri che il Signore vorrà loro concedere.
Così si spiega la mia preferenza per la dizione di "granpadre", piuttosto che semplicemente di nonno, che mi sembra riduttiva e non colga tutto il potenziale che gli viene conferito dalle lingue parlate nelle altre nazioni !
2 commenti:
Screwball invece che fare un
commento sul blog per questo post, ha preferito farlo in maniera più riservata con una mail,visto che esprimeva un apprezzamento lusinghiero su ciò che ho scritto.
Io che ormai, vista la mia età, ho superato alcuni rispetti umani, lo ringrazio invece pubblicamente, anche se non so se meritassi tanto,dal momento che le sue parole mi hanno veramente commosso.
Grazie Baffer-one dal tuo Granpà-Baffo
Educare è incarnarsi. Per incarnarsi bisogna rinascere. Granpà tu sei rinato!
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