La saggezza, dal punto di vista dell'etica, consiste nel riconoscere la differenza tra ciò che è bene e ciò che è male, e nello scegliere di conseguenza l'azione che è volta al bene.
Alcune sere capita che non avendo trovato un buon film da guardare alla TV, vai in cerca di un talk-show, di cui sono ricchi i palinsesti serali, e in cui l'argomento in discussione ti possa in qualche modo interessare. Pigi il tasto del tuo telecomando e si apre lo scenario su un unsieme di persone vocianti che si scontrano su di un argomento futile e di nessuna importanza; dopo un pò ne hai abbastanza, e allora pigi di nuovo, ed ecco un altro gruppo di personaggi che, in un'atmosfera tesa, litigano su di un altro argomento, questa volta però un pò più interessante; ma la confusione che regna nello studio televisivo , dove un sedicente moderatore modera un bel niente, ma invece si adopera subdolamente ad aizzare, i partecipanti al dibattito, allo scontro verbale, e non solo. In conclusione la scena è la copia conforme di quella del talk-show precedente; a questo punto fai un ultimo tentativo su di un'altra emittente, ma ahimè la zuppa è sempre la stessa, ed allora sconfortato ti dai per vinto, spegni la TV, e ti leggi un bel libro o ascolti della buona musica in santa pace, e così hai salvato la serata in extremis.
Allora mi chiedo come sia possibile che ogni sera, in qualsiasi canale TV, di qualsiasi connotazione esso sia, ti trovi davanti un gruppo di persone, che a rotazione sono sempre le stesse, e che sembra che abbiano come unico scopo nella vita quello di mettere in atto uno scontro verbale che diventa fine a se stesso, dal momento che spesso perde di vista l'argomento preso a pretesto del dibattito. Penso allora che debba esserci un'associazione esclusiva, non meglio identificata, e a numero tassativamente chiuso, che definirei COMT (Club degli Ospiti di Mestiere ai Talk-show). Pare che a questi personaggi sia stata data una particolare patente, che li abilita a dibattere su qualunque argomento, sul quale pare sappiano tutto, ma che guarda caso è giusto l'opposto di quell'altro tutto che sa il suo collega e compare al gioco. é un vero gioco delle parti , di stile pirandelliano, dal momento che alla fine è l'incomunicabilità a farla da padrona.
Il malcapitato teleutente, da queste folcloristiche e spesso sconcertanti serate, deve attingere il nutrimento che gli viene offerto su di un determinato argomento, per poterlo, facendolo suo, usare come una delle linee guida della sua vita. Tutti questi ospiti appartengono ad un gruppo molto eterogeneo di persone, quanto al loro ruolo nella società civile: dall'intellettuale in genere, al filosofo, al politico, fino al transessuale, o alla pornostar, con tutto il rispetto per la sua persona ma non certo per il suo infame mestiere, passando per tutta una serie intermedia di variegate professioni. Bene tutti costoro dicono la loro, danno opinioni, sono quindi opinionisti, o megio, direi pseudo-opinionisti, perchè l'etichetta di opinionista verace può essere appannaggio solo di chi ha studiato e si è formato su una ben determinata disciplina e dibatte specificamente su quella: il medico sulla medicina, il filosofo sulla filosofia, lo scrittore sulla letteratura e via dicendo. L'altra etichetta di pseudo-opinionista invece è appannaggio di tutti gli altri, i quali danno le loro illuminate e definitive sentenze in campi di cui non sanno e non possono sapere nulla, come per esempio la star del cinema sulle cellule staminali, lo stilista di grido sul matrimonio dei preti, il calciatore su come si insegna l'educazione sessuale nelle scuole, e quant'altro essendo tali e tanti gli accoppiamenti possibili fra il tipo di professione e il problema affrontato. Poco importa se l'argomento sia la moda , la morale, la religione, lo sport, o la fame nel mondo. Tutti costoro pare siano in grado di dissertare con pieno diritto su qualunque cosa ed essere un'autorità in merito. E' proprio il caso di parlare di appropriazione indebita. Ecco che nasce così in maniera quasi spontanea e naturale la figura del "tuttologo", per cui giusto per fare due esempi emblematici ed illuminanti : ci viene proposto il parere sull'indissolubilità matrimoniale da un filosofo che ha 3 o 4 matrimoni falliti alle spalle, o il parere sulla castità nel sacerdozio da parte della pornostar di cui accennavo prima. E così torno al titolo del post, chedendomi ma dov'è il saggio o chi è il saggio ? E' forse uno di questi personaggi che ha avuto la patente di tuttologo da parte di un ente mediatico non meglio identificato ?
Il saggio dei tempi passati nei suoi pronunciamenti faceva riferimento a valori fondanti ed assoluti, validi per l'uomo di tutti i tempi, che analizzava e proponeva con molta prudenza ed umiltà ai suoi discepoli, il tuttologo invece fa riferimento ad ambiti cui da impropriamente il rango di valori, non più assoluti ma relativi, che allora è più proprio ed onesto definire come disvalori, dispensati al prossimo come verità sacrosante a cui fare riferimento . Colui che fruisce e si nutre delle opinioni di questi ultimi è il povero teleutente spesso portatore di una cultura, come quella odierna, approssimativa e superficiale, appresa da fonti mediatiche per lo più manipolate, che facendo sue queste massime di saggezza ne fa un manuale da seguire per la sua vita quotidiana, e si trincerano dietro un: "ma questo lo affermano Tizio e Caio".
I sette savi della scuola di Atene da Talete a Misone, passando per Pittaco, penso che siano nelle loro tombe a rivoltarsi presi da acute crisi convulsive. "Il saggio" si connota per delle caratteristiche tipiche, alcune delle quali sono: la competenza profonda di ciò che vuole insegnare, il modo di comunicarlo pacato e sobrio, usando la prudenza e l'umiltà, sapendo bene che ciò che si è proposto oggi come valido, potrebbe non esserlo il giorno dopo, e non ci si è sforzati di migliorarsi in un arricchimento personale continuo, per la responsabilità che si ha verso gli altri di ciò che si insegna. "Il tuttologo", il cui esemplare abbiamo ogni giorno la possibilità di vedere ed ascoltare sul piccolo schermo, al contrario non è sempre competente di ciò di cui parla o straparla, comunica in maniera spesso astiosa, dialettica e spesso litigiosa, usa poco o nulla la prudenza reagendo d'istinto e senza riflettere a quelle che ritiene solo provocazioni, e non è affatto umile ritenendosi onniscente ed onnipotente. Il peccato che lo caratterizza è quello tipico dei nostri giorni: "la vanità intellettuale".
Per concludere e sintetizzare il mio pensiero prendo due esempi a caso: da Vittorio Sgarbi e Margherita Hack ascolterei con grande interesse ed attenzione , una lezione di Storia dell'Arte e di Astrofisica rispettivamente, essendo entrambi delle autorità competenti nel loro campo, l'arte e l'astronomia, ma nessuno mi potrà mai obbligare ad accetterli come saggi ed autorevoli maestri della mia vita pratica e morale !
P.S. Perdonatemi se in qualche passaggio di questo mio post ho peccato anch'io di "tuttologia", ma si sa che chi pratica lo zoppo può rischiare anche lui di zoppicare !
Mi scuso con coloro di cui non ho pubblicato l'immagine, è stato per pura sobrietà, erano veramente tanti per metterceli tutti !
2 commenti:
Il tempo è così poco... La tv se ne merita una minima parte. Io preferisco un libro. Quasi sempre.
YOBAILYSUno dei tratti più salienti della nostra cultura è la quantita di stronzate in circolazione.Liti,parole volgari frasi inutili infestano discorsi e dibattiti televisivi.Tutto questo costituisce un problema serio per noi ma sopratutto per i ns ragazzi.Questi talk show sono veramenti pericolosi perche minano la capacità di distinguere la verità dalla menzogna facendoci sprofondare in un mondo virtuale sommerso da notizie infondate ma ben confezionate.Sono daccordo con la lettura di un buon libro... ma possibile che non esiste la possibilità di vedere un programma gradevole sano di cultura nella nostra tv.PENSO CHE LA COLPA NON SIA DEI NUOVI TUTTOLOGI MA NOSTRA... CHE CONTINUIAMO A SEGUIRLI AD ACCENDERE LA TV A PAGARE IL CANONE ....!!!!!!!CIAO ELEDA
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