( 1° episodio con riferimento al post : - A mo' di favola :
" Un ghiro cerca casa "- del 22 luglio 2008)
Fin dal giorno del nostro arrivo in campagna, non appena ho aperto l'imposta della finestra della mia stanza, ho trovato ancora una volta raggomitolato su se stesso e avvolto nella sua lunga coda, l'amico ghiro di un anno fa ( foto), che a quanto pare ha preferito trovare rifugio nella sua vecchia tana scavata con i suoi robusti e taglienti incisivi nel legno della persiana ( foto), piuttosto che abitare in una casetta per ghiri prefabbricata in serie. Le sue visite si ripetono ogni notte, e la mattina seguente, essendo di indole non aggressiva, si lascia prendere da me docilmente, e trasferire nella verde vegetazione circostante la casa.
Dei suoi aguzzi incisivi, purtroppo, ho fatto dolorosa esperienza una mattina, quando prendendolo per l'ennesima volta, ma devo ammetterlo, in maniera maldestra forse per un eccesso di confidenza, per procedere al trasloco di prassi in aperta campagna, ha reagito in maniera improvvisa ed imprevista, affondando, con grande dolore da parte mia, i suoi dentoni da roditore in un morso, profondo fino all'osso, al dito indice della mia mano. I miei immediati tentativi per liberarmi dalla dolorosissima morsa facendo pressione con la mano libera sulla sua forte mandibola, cercando al contempo di non arrecargli danno, non sortivano l'effetto sperato, tanto che mentre ni aggiravo per casa sopportando stoicamente il dolore, qualcuno ha avuto anche il tempo e l'idea di scattare la foto dell'evento, qui allegata. Alla fine sono riuscito ad avere la meglio sulla forza muscolare del ghiro, staccandolo dal mio dito, che ha cominciato a grondare sangue e a pulsare con fitte lancinanti, ed ho provveduto a lanciarlo, devo ammetterlo, in mala maniera, in mezzo agli alberi. Pensavo che questa esperienza negativa e poco piacevole per entrambi preludesse ad una cessazione delle sue visite notturne alla tana. Ma così non è stato, qualche mattina dopo infatti nll'aprire l'imposta interna della finestra, tra il vetro e la persiana si è ripresentata ai miei occhi l'immagine del "testardo roditore", che si apprestava a fare ritorno ancora una volta a quello che ritiene essere di diritto il rifugio che si è conquistato a forza di denti. Ho avuto il tempo di scattare la foto che allego, poichè mi ero premunito lasciando a portata di mano la photo-camera pronta all'uso, dal momento che speravo fin dal giorno del morso che si rifacesse vivo, com'è puntualmente avvenuto.
Penso proprio che la fedeltà del ghiro nella frequentazione della nostra casa non la si possa mettere più in dubbio, e contento del suo ritorno l'ho pertanto immediatamente e definitivamente battezzato col nome di " ghirigoro ", il ghiro di famiglia.
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