Felice la famiglia nella quale la convivenza è allegria,
la separazione nostalgia,
e il ritornarvi una gran festa.
- (nonno) Baffo racconta
- Palermo, Italy
- Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !
mercoledì 24 febbraio 2010
venerdì 19 febbraio 2010
La mia casa: una gabbia sempre aperta...
Qualche giorno fa ho visto per caso in una vetrina di un negozio di accessori per animali una gabbia per uccelli dalle porte aperte, e trovandomi in questi giorni a vivere al contempo la vigilia della partenza per gli Stati Uniti di baffer-4, si è fatto spazio nella mia mente questo pensiero: che la gabbia senza porte poteva ben essere la metafora della nostra casa, o meglio della nostra famiglia.
In questa gabbia riscaldata dall'amore di papà baffo e mamma e.r sono venuti alla luce e cresciuti in un ambiente confortevole ed allegro i sei baffers. C'è stato un momento in cui la gabbia era affollata e gli uccelli che vi abitavano intersecavano i loro voli, entrando e uscendo attraverso la porta sempre aperta, ma la notte tutti vi facevano ritorno. Da un certo momento in poi il numero degli uccelli che rientravano si andava assottigliando, avendo preso ognuno il volo verso mete più o meno lontane, dove le loro libere scelte li avevano condotti, sempre accompagnati dall'affetto e dal ricordo della loro famiglia. Ogni tanto qualcuno di loro faceva un fugace ritorno, per poi tornare alla vita che aveva scelto. La loro gabbia di origine è comunque stata sempre il loro punto costante di riferimento. Come dicevo all'inizio, adesso anche baffer-4 prende il volo verso gli States, e soltanto baffer-6 rimarrà insieme a noi, e penso non ancora per molto. Ogni figlio andato via ha comportato per me e mamma e.r lo strappo di un pezzetto del nostro cuore. Questo ha portato certamente sofferenza, poi le ferite si sono poco alla volta rimarginate, e rimangono le cicatrici a testimoniare il vuoto lasciato da ognuno dei nostri figli. Questo distacco sempre doloroso, ha comunque ceduto il posto ad una serenità gioiosa , nella convinzione che mettendo da parte ogni nostro egoismo, avevamo dato la possibilità ad ogni figlio, con un buon uso della loro libertà a cui li avevamo educati, di costruire la loro gabbia in cui continuare la loro vita. Per noi genitori, continuando nella metafora, l'educarli è stato un modo per irrobustire le loro ali perchè potessero poi spiccare un volo sicuro e libero verso i cieli di tutto il mondo. La loro famiglia è stato il luogo dove hanno arricchito la loro intimità, per poterla poi condividere all'esterno con gli altri, e farne anche liberamente dono a Dio.
Sono comunque convinto che ciò che da loro la forza di andare avanti, nel loro volo da soli, è la certezza che da qualche parte c'è una gabbia con le porte sempre aperte a cui poter fare ritorno, in caso di necessità, e pronta ad accoglierli: la loro famiglia.
In questa gabbia riscaldata dall'amore di papà baffo e mamma e.r sono venuti alla luce e cresciuti in un ambiente confortevole ed allegro i sei baffers. C'è stato un momento in cui la gabbia era affollata e gli uccelli che vi abitavano intersecavano i loro voli, entrando e uscendo attraverso la porta sempre aperta, ma la notte tutti vi facevano ritorno. Da un certo momento in poi il numero degli uccelli che rientravano si andava assottigliando, avendo preso ognuno il volo verso mete più o meno lontane, dove le loro libere scelte li avevano condotti, sempre accompagnati dall'affetto e dal ricordo della loro famiglia. Ogni tanto qualcuno di loro faceva un fugace ritorno, per poi tornare alla vita che aveva scelto. La loro gabbia di origine è comunque stata sempre il loro punto costante di riferimento. Come dicevo all'inizio, adesso anche baffer-4 prende il volo verso gli States, e soltanto baffer-6 rimarrà insieme a noi, e penso non ancora per molto. Ogni figlio andato via ha comportato per me e mamma e.r lo strappo di un pezzetto del nostro cuore. Questo ha portato certamente sofferenza, poi le ferite si sono poco alla volta rimarginate, e rimangono le cicatrici a testimoniare il vuoto lasciato da ognuno dei nostri figli. Questo distacco sempre doloroso, ha comunque ceduto il posto ad una serenità gioiosa , nella convinzione che mettendo da parte ogni nostro egoismo, avevamo dato la possibilità ad ogni figlio, con un buon uso della loro libertà a cui li avevamo educati, di costruire la loro gabbia in cui continuare la loro vita. Per noi genitori, continuando nella metafora, l'educarli è stato un modo per irrobustire le loro ali perchè potessero poi spiccare un volo sicuro e libero verso i cieli di tutto il mondo. La loro famiglia è stato il luogo dove hanno arricchito la loro intimità, per poterla poi condividere all'esterno con gli altri, e farne anche liberamente dono a Dio.
Sono comunque convinto che ciò che da loro la forza di andare avanti, nel loro volo da soli, è la certezza che da qualche parte c'è una gabbia con le porte sempre aperte a cui poter fare ritorno, in caso di necessità, e pronta ad accoglierli: la loro famiglia.
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mercoledì 17 febbraio 2010
Una tavolozza con i suoi colori...
Dopo il libro di Alessandro, che usa come filo conduttore il colore come metafora, mi è venuto in mente che la mia famiglia può essere paragonata alla tavolozza di un pittore, sulla quale ognuno di noi è rappresentato da un determinato colore, e quel colore è unico ed originale. Per dipingere il quadro che rappresenta la vita della nostra famiglia, il pittore ha intinto e continua ad intingere il suo pennello nei colori della tavolozza, passando dall'uno all'altro, e dalla mescolanza dei vari colori, viene fuori sulla tela un nuovo colore. Questo nuovo colore unico ed irrepetibile è il risultato del contatto intimo di due o più colori che si compenetrano l'uno nell'altro. In queste nuove tonalità di colore vedo le relazioni interpersonali fra i vari componenti la nostra famiglia, relazioni che mettono in rapporto le intimità di ciascuno, creando nuovi legami umani unici ed a volte misteriosi. Guardando con attenzione questo quadro che si veniva formando, non riuscivo a capire cosa fosse che dava unicità e bellezza ai vari colori amalgamandoli fra di loro, poi, poco alla volta, mi sono reso conto che si trattava di un colore non percepibile a prima vista ma costantemente presente come sottofondo ed avvertito solo dal mio cuore, ed era il colore del rapporto di ognuno di noi con Dio.
domenica 14 febbraio 2010
Intervista al Prof 2.0 a 360° !
Sì, è proprio un'intervista con domande a 360°, pacatamente e volutamente provocatorie, quella su Radio 3 nel corso della rubrica Fahrenheit, (Libro del giorno), del 2 febbraio, nel corso della quale il Prof ha dato le sue risposte, anche lui a 360°.
A voi, come sempre, il giudizio !
A voi, come sempre, il giudizio !
Il link al sito Rai non è più disponibile, mi sto dando da fare per trovarlo altrove. Abbiate pazienza!
Eccomi! Grazie all'aiuto di una lettrice del mio blog che aveva fatto il download dell'intervista per tempo, allego il link per poterla scaricare anche voi, in pochi minuti:
http://jumbomail.libero.it/r?
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