- (nonno) Baffo racconta
- Palermo, Italy
- Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !
venerdì 25 luglio 2008
Cicco & Sasà : " la premiata ditta " .
Niagara Falls : " mi scappa la pipì " !
Fig.- Grayhound bus


Fig.2-Ristorante Howard Johnson'S
Fig.3- Niagara Falls
martedì 22 luglio 2008
" B2 ha fatto proseliti "
News dal mondo:
Germania: bimba di 3 anni parte dalla Germania su triciclo e arriva in Olanda,
17:11:51 - 21 Jul2008
A mo' di favola : " Un ghiro cerca casa "
Fig.1-Noccioleti di Polizzi Generosa


domenica 20 luglio 2008
Washington D.C. : " un amico di colore " e " il presidente degli Stati Uniti " !


Anni dopo nel 1968 feci questa riflessione, se volete banale: che la vita non fa distinzione fra "bianco e nero", infatti J.F. Kennedy (Dallas 1963) e M.L. King Jr (Memphis 1968) finirono la loro generosa esistenza al servizio degli altri entrambi assassinati.
Ed ecco che la storia a 50 anni di distanza esatti, renderà forse reale il sogno di M.L.K.Jr sulla parità razziale ( "I have a dream" ), dando agli Stati Unuti il prossimo Novembre il suo primo presidente di colore!
" Auguri per la vostra avventura insieme "
La giovane e simpatica collega nissena Cinzia insieme al suo Giovanni, giorno 28 luglio, inizieranno il cammino della loro vita matrimoniale.Baffo,sempre sensibile al formarsi di una nuova famiglia, augura alla giovane coppia di sposi affettuosi auguri per un avvenire gioioso e ricco di momenti felici.sabato 19 luglio 2008
Album di famiglia : " con un feeling particolare "
Il nonno materno Nino, dirigente del Genio Civile di Palermo, con un lavoro che lo occupava soltanto la mattina, disponeva del pomeriggio libero che gli permetteva di dedicarsi al piccolo Marco (B1) per il quale aveva una vera passione. Era nonno al cento per cento.Lui uomo costituzionalmente buono, si prendeva cura di mio figlio con disponibilità e dedizione dettate da un tenero affetto. Il loro affiatamento era perfetto. Passava il tempo raccontandogli le sue prime favole, lo portava alla villa, credo il Giardino Inglese, e da più grandicello a vedere i cartoni animati al cinema. Soddisfaceva pazientemente tutte le curiosità di Marco, il quale ve lo assicuro, a 3 anni era una mitragliatrice di domande , e una spugna nell'apprendere.Quando ci trasferimmo a Milano, B1 aveva circa 2 anni e mezzo, e rimase per qualche mese a casa dei nonni a Palermo, per il tempo necessario a noi per trovare casa e sistemarci. Così nella primavera del '69 lo accompagnò insieme alla nonna a Milano, con un viaggio in wagon-lit, che Marco ricorda come un fatto per lui eccezionale, un letto sopra un treno era il massimo. Dopo circa un mese i nonni rientrarono a Palermo per gli impegni di lavoro di mio suocero, il quale soffrì molto per questo distacco; gli era stato tolto il suo piccolo compagno di quelle semplici ma intense avventure quotidiane. La coppia si ricostituiva ogni estate per le nostre vacanze, e si riunì definitivamente al nostro rientro a Palermo nel '71. Il nonno riebbe il suo nipotino di 5 anni e potè ricominciare con molto entusiasmo a prendersi di nuovo cura di lui. venerdì 18 luglio 2008
B3 : " Un trasloco improvvisato " .
" Il I° anniversario " .
giovedì 17 luglio 2008
La mia famiglia : " dal maschile al femminile " .
La famiglia di Baffo e Mamma E.R. ha cambiato nel corso di questi 43 anni in maniera non prevedibile ed originale la sua composizione. Dal '66 al '77 erano nati Marco, Fabrizio ed Alessandro, quindi eravamo in casa 4 uomini e Mamma E.R., dal '81 al '85 nacquero Maria Elisabetta, Paola e Marta, quindi 4 uomini e 4 donne. Col passare degli anni i maschi hanno via via lasciato casa, e la famiglia è rimasta nella sua attuale composizione di Baffo e 4 donne. Cosa è cambiato ? Potrei dire tutto e niente. Niente: perchè il clima familiare è rimasto sempre lo stesso con la sua vita quotidiana fatta di momenti felici e meno felici, affrontati sempre con lo stesso spirito. Tutto: perchè innanzitutto c'è stata la contrazione del numero dei componenti da 8 a 4. Ma questo è il meno. Ciò che è veramente cambiato è il mio rapportarmi con un mondo "al femminile". La mia non vuole essere minimamente una notazione di tipo maschilista, ma ho dovuto seriamente fare i conti con un gruppo familiare in cui il mio confronto è stato con una "psicologia" di tipo femminile. E' indubbio affermare che il modo di essere e di sentire di una donna è notevolmente diverso da quello di un uomo. Spesso all'inizio di questa nuova fase mi trovavo spiazzato perchè non capivo certi atteggiamenti e comportamenti delle mie figlie. Quindi gli attriti erano inevitabili. Ma l'essere un genitore comporta accettare i figli e farsi accettare da loro idipendentemente dal sesso. Aiutato da mia moglie, con la quale questo tipo di processo era già stato superato negli anni con un'accettazione reciproca, ho cominciato a sintonizzare la mia mente e il mio cuore sulla frequenza d'onda delle mie figlie. Le cose sono cominciate a migliorare, anche se questo processo è in divenire e bisogna adeguarsi giorno dopo giorno in maniera positiva a queste relazioni con molta pazienza e ottimismo. Bisogna innanzitutto conoscere qual'è la realtà del mondo femminile, fatta di maggiore delicatezza, maggiore attenzione ai particolari, maggiore attenzione agli altri, ma anche di un modo di pensare più istintivo e più immediato che porta a vivere e a valutare le cose con uno spirito più creativo e con maggior libertà interiore. Se hai capito questo allora ti rendi conto che le tue figlie non sono complicate, ma vivono la tua stessa vita, in maniera diversa, seguendo "percorsi psicologici" anch'essi diversi. Diverso è il modo di percepire la realtà, ma la percepiscono; diverso è il modo di agire, ma agiscono, diverso infine è il modo di dare affetto, ma lo danno. Alla fine ti rendi conto che se l'accettazione dell'altro è fondata sull'amore, è con questa cifra che si ricompone la convivenza familiare, e che una famiglia è solo e comunque famiglia indipendentemente dalle diverse psicologie che si relazionano. Rita, Maria Elisabetta, Paola, Marta vi voglio bene, e grazie per la pazienza !
mercoledì 16 luglio 2008
Album di famiglia : Baffo " sotto canestro " .
lunedì 14 luglio 2008
" Miami cop "
Fig.2-cop
Fig.3-Miami
( Stati Uniti 1° puntata )
Agosto 1960. Mentre soggiornavo a New York, ospite dei miei lontani cugini Charles e Malina,nel Bronx, quando era ancora un quartiere vivibile abitato da immigrati di origine italiana. Giunsero in vacanza da Miami,dove abitavano, Arline col marito Mike e due splendidi bambini:Deborah di 5 anni e Richard di 1. Mi invitarono ad andare a Miami come loro ospite e accettai senza farmelo dire due volte. Pensate, io nella mitica Florida.La settimana seguente dopo un volo di circa 3 ore su di un jet della United Airlines, mi ritrovai in Florida nella splendida Miami, dove fra le altre cose svolsi pure il ruolo di baby-sitter dei due deliziosi bambini. Mike, il papà, era un "cop"(fig.2), cioè un poliziotto, di quelli che vanno di pattuglia, ogni giorno in turni diversi,con la sua auto completa di sirena e lampeggiatori colorati (fig.1), indossando la sua tipica ed impeccabile uniforme nera, ornata dei classici accessori di metallo luccicante e con una grossa pistola alla cintura; il tutto ne faceva ai miei occhi una persona importante, un vero"sceriffo". Ebbene un giorno, con mia sorpresa, nel suo turno della mattina, mi prese con se in macchina (cosa chiaramente proibita dal regolamento) e mi portò in giro di ronda per Miami.La mia emozione fu grandissima, mi sembrava di vivere in uno di quei telefilm che erano di moda a quel tempo alla TV italiana. Posso dire di aver vissuto Miami dal di dentro, dai quartieri latino-cubani , a quello dei grandi alberghi sull'Oceano Atlantico (fig.3) , all'esclusivo quartiere delle favolose ville dei "vips". Rallentavamo ogni volta che c'era qualcosa di sospetto, e ricordo che ci fermammo ad un incrocio dove Mike , sceso dall'auto, sedò una rissa fra due automobilisti , intervenne poi nel risolvere un grande ingorgo stradale , cosa che i poliziotti americani di pattuglia fanno di routine, il culmine comunque di quella avventura poliziesca fu per me l'arresto di un ubriaco che tentava un furto dopo aver frantumato la vetrina di un negozio di liquori.L'uomo ammanettato,fu caricato nella parte posteriore dell'auto, con modi, devo ammetterlo,un pò bruschi da parte del mio parente, che lo condusse al vicino posto di polizia del distretto.Penso che basti ! Mi sono proprio sentito investito del ruolo di " Miami cop ".
Alla prossima...
domenica 13 luglio 2008
Un amico per tutte le stagioni !
Imera e Altavilla : hanno rifatto " il look " !
I Centri Scolastici Imera e Altavilla, sempre più attenti alle esigenze di genitori e alunni, si sono calati sempre più nel tessuto della realtà cittadina per dare risposte concrete ai bisogni della famiglia in campo educativo, mai così, come oggi, disattesi dalle istituzioni competenti.venerdì 11 luglio 2008
B2 : " sparizioni e fuga da casa ".
Fig.1-il triciclo Fig.2- B2 a 8 mesi
Fabri fin da piccolo , prima di un anno,mostrava le sue caratteristiche di"piccola peste",già a circa 8 mesi combinò la prima, voglio credere non intenzionalmente. Era sdraiato nel suo infant-sit adagiato sul pavimento del soggiorno della nostra casa di Milano; io e Rita eravamo nel cucinino attiguo, quando al ritorno non trovammo più il piccolo B2.Più sorpresi che spaventati iniziammo le ricerche. L'appartamento era molto piccolo, 65 mq. appena, 2 stanze più accessori,eppure le prime immediate ricerche furono infruttuose. Cominciammo ad entrare in apprensione.Le ricerche continuarono, e non sapendo più dove cercare, mi venne istintivamente, senza molte speranze, di alzare il bordo del copriletto del lettone perfettamente in ordine, e guardarci sotto.Ed ecco la sorpresa: "il ricercato" era lì, in silenzio, e col faccino serafico e sorridente.Capimmo che con una manovra a spinta sui talloni e rinculando si era trasferito dal soggiorno alla nostra camera finendo sotto il letto. Non restò a me e mia moglie che guardarci in faccia e metterci a ridere. Adesso siamo già verso i 2 anni e mezzo a Palermo, dove B2 era rimasto nella cameretta che condivideva con Marco, da solo a giocare. Ad un certo momento lo chiamammo per fare merenda ma non ottenendo nessuna risposta, andati in camera non c'era. Ecco che ancora una volta iniziò la sua ricerca; l'appartamento era molto più grande del primo e in più Fabrizio era autonomo e quindi in grado di spostarsi.Niente da fare,lo chiamavamo a turno sempre più forte,e guardammo dappertutto, ma zero assoluto. Ad un certo punto non so perchè mi venne di aprire l'armadio rosso della sua stanza, e lì ritto impalato in religioso silenzio, e questa volta consapevole di quello che aveva fatto, c'era nascosto "il ricercato", con un sorriso questa volta da furbetto.Non gli venne risparmiato un solenne scapaccione!Andiamo alla fuga da casa: anni 3 e mezzo circa, eravamo alla fine della cena quando non ricordo il motivo del contendere, Fabri " prese cappello " e offeso e determinato disse: " me ne vado da questa casa ", e alla domanda "e dove vai ? ", rispose tranquillamente " dalla nonna ". Io lì per lì accettai, più per scherzo che seriamente, la sfida. B2 andò nella sua stanza , prese un sacchetto, vi mise dentro il pigiama, le pantofole, qualche giochino e lo spazzolino da denti (era pur sempre figlio di un dentista), se lo mise in spalla, montò sul suo triciclo e si presentò a me dicendomi determinato di aprirgli la porta di casa.Ebbene lo feci,volle chiamata l'ascensore dove entrò pedalando, e mi disse di rinviarlo al piano terra. Obbedii, volevo proprio vedere fino a dove si sarebbe spinto. Io presi immediatamente l'altro ascensore che mi ero premurato già prima di chiamare al piano, e arrivai quasi contemporaneamente a lui al piano terra; si stava già avviando verso l'uscita dell'androne,dove il portiere, il signor Fanale,stava per chiudere, erano circa le 20,30. Senza farmi vedere dal"fuggitivo", gli feci cenno di lasciarlo passare senza dire nulla. Il signorino con molta disinvoltura prese lo scivolo di cui era munito il nostro palazzo di Via L. Da Vinci n.145 (chi vuole può ancora controllare) e con andatura sostenuta si avviò sul marciapiedi in direzione della casa di mia madre non molto distante dalla nostra. Io lo seguivo,non visto, da vicino. E adesso che doveva attraversare la prima strada, che fare? Arrivato alla fine del marciapiedi scese dal suo triciclo rosso della Giordani e si accingeva a scendere in strada. Era già buio. A quel punto dovetti intervenire, lo raggiunsi in tutta fretta, e per non perdere la faccia gli dissi che avevo telefonato alla nonna, ma lei non era in casa e quindi forse era meglio rimandare "la fuga"al giorno dopo.Non del tutto convinto prese il suo mezzo di locomozione e pedalò accanto a me verso casa. Secondo voi chi l'aveva avuta vinta: io o il piccolo "fuggitivo"? E sicuro che da quel giorno capii che avrei dovuto fare molta attenzione nell'educare l'autonomia e l'indipendenza di mio figlio.Posso dirvi adesso, all'età di 38 anni e prossimo a diventare papà, che il suo carattere e la sua personalità sono rimaste sempre quelle di una persona capace di prendere iniziative autonome e di portarle a termine con decisione, ha però ben assimilato che queste non devono arrecare danno ne mettere in difficoltà il prossimo.
E' tutto, che ve ne pare ?
mercoledì 9 luglio 2008
Album di famiglia: " quel mattacchione di mio zio " .
Zio Valentino, "lo scapolone" di famiglia, l'unico dei quattro fratelli ancora vivente. All'età di circa 82 anni ha lo spirito e la verve di un ventenne, nonostante i suoi fastidiosi e molteplici acciacchi.I miei ricordi della vita vissuta insieme allo zio risalgono alla fine degli anni '40 e inizio degli anni'50, quando andavo a trascorrere le mie vacanze estive a Messina,dove abitava la famiglia di mio padre, composta dalla nonna vedova e da 6 fratelli,2 zie e 4 zii.Questo avveniva dai miei 8 ai miei 12 anni. Venivo affidato alle cure del giovane zio, che diventava il mio compagno di scorribande per la città. Andavamo in giro con la sua bicicletta, con me seduto sulla canna, come si usava un tempo con i bambini. Andavamo al mare, al cinema ( ricordo un locale col tetto apribile) , al circo, alla fiera che si teneva in quel periodo, insomma dappertutto. Ci incontravamo con un gruppo di giovani amici suoi coetanei (di circa 24 anni), veri "vitelloni" di felliniana memoria degli anni '50. Ma ciò che mi preme di più di raccontare di questo mio zio, veramente originale, sono gli scherzi, sempre innocui, che organizzava e metteva in atto a ruota continua ai danni di coloro che gli capitavano a tiro. Ecco alcuni esempi gustosi: in questo caso il "malcapitato" era o un ragazzo del bar o un posteggiatore, ai quali, dopo aver preso qualcosa dalla tasca, la metteva in mano alla vittima speranzosa, dicendo a volte: "questo per le sigarette", a volte: "prenditi un caffè", e il tizio si ritrovava in mano rispettivamente o alcuni fiammiferi, o una bustina di zucchero. Altra vittima di turno erano gli "scopini", quelli che un tempo spazzavano le strade con quelle lunghe scope di saggina. Se gli capitava di essere sull' unica auto di famiglia (mi pare una vecchia 500),si fermava spegnendo il motore proprio sulla scopa dell'operatore ecologico, il quale rimaneva sorpreso e col suo attrezzo del mestiere bloccato. Lo zio allora abbassava il vetro del finestrino e simulando un guasto lo invitava a spingere l'auto per liberare la sua scopa. Il poveretto eseguiva ubbidiente e premuroso, e a questo punto Valentino metteva tranquillamente in moto e con un sorriso di gratitudine andava via, lasciando lo scopino a bocca aperta. Altra vittima era il portiere di casa sua, originario di un paese vicino, il quale si vantava di essere intenditore di vini(io direi più propriamente bevitore di vino). Lo zio scendeva da casa con un'invitante bottiglia in mano dal colore ambrato contenente una mistura di the', per dare colore, e un pò di vino, per dare il sapore di alcool, e gliela omaggiava dicendo di aver ricevuto il prezioso nettare da non so quale amico che abitava in non so quale zona rinomata per i suoi vigneti. Il colmo era che dopo qualche giorno riceveva un grato ringraziamento da"Calò"(Calogero) il quale gli decantava la bontà del vino avuto in regalo. Adesso ci troviamo in una pasticceria al centro di Messina, la famosa "Irrera", rinomata fra l'altro per la sua granita al caffè guarnita di abbondante panna.Al mattino tra gli avventori che consumavano la gustosa specialità, c'era sempre qualcuno che,delicatamente spintonato dall'impunito "mattacchione", finiva col viso sulla panna. La scena era esilarante: lo zio da un lato che si profondeva,bugiardamente mortificato,in scuse e il consumatore fra il sorpreso e lo stizzito con la faccia imbiancata dalla soffice panna.martedì 8 luglio 2008
Album di famiglia :" Ciccia " tata di tre generazioni !
Francesca, ma per tutti noi "Ciccia", spese più di 50 anni della sua vita nella nostra famiglia,allevò infatti mia madre, me e i miei fratelli, e cominciò a farlo con mio figlio fino a quando ci trasferimmo a Milano. Posso dire a ragione che fu per me ua "seconda mamma", dall'infanzia fino a i miei 22 anni, quando mi sposai e andai via da casa dei miei. Mi chiamava abitualmente col vezzeggiativo di "Giugiù". Si , seconda mamma, essendo mia madre impegata nella conduzione dell'attività commerciale della famiglia, che la teneva fuori casa quasi tutto il giorno. Ed eccomi lasciato fin da piccolo alle cure dell'amata Ciccia.Era devota del " Santo Padre" , così da noi a Palermo chiamiamo San Francesco di Paola, alla cui chiesa , poco distante da casa nostra , puntualmente si recava la domenica mattina alle 7 per la S.Messa . Era attaccatissima a me e mi proteggeva sempre . Non poche volte fu raggiunta involontariamente dalle botte a me destinate da piccolo da mia madre per qualche mia malefatta , perchè era dietro di lei che andavo a rifugiarmi in quelle occasioni . Mi ricordo in quei frangenti la sua frase in dialetto, in mia difesa : "pi sta vota, u lassassi stari o picciriddu".Ricordo ancora che come si usava un tempo, si recava alle 6,30 del mattino, a prendere il turno dal mio dentista , poco distante da casa mia, dove io arrivavo ben riposato alle 8,30, orario di inizio delle visite. E da lei che ho appreso alcuni modi di dire dialettali, pieni di saggezza popolare,che mi capita ancora di usare tutt'ora. Spesso era vittima dei miei scherzi che lei accettava sempre , per affetto , senza prendersela : sia quando mi nascondevo , dopo alcune ripetute scampanellate alla porta di casa , che lei andava ad aprire ogni volta , e non trovando nessuno, richiudeva pazientemente brontolando; che quando, avendo lei un pò di pancia che le sussultava quando si agitava, al mio : "balla panza"! , non poteva trattenersi dal ridere a questa allegra esclamazione provocando appunto questo comico movimento.Quando si ritirò dal lavoro, vista la sua età già avanzata, negli anni '70, andò a vivere col figlio vedovo e la nipote. L'ultima volta che la rividi assieme a mia moglie, fu nell'estate dell'80.La trovai molto malata, a letto, e ormai quasi completamente cieca. Mi riconobbe dalla voce e ci abbracciammo, e nel mio cuore sentii una fitta di dolore!
B1: " bagliori nella notte " .

Marzo 1971:abitavamo allora a Milano col piccolo Marco di 4 anni e mezzo, il quale come già detto nel commento di un post precedente, sapeva già leggere; e questa per lui era diventata una vera passione, tant'è che se non giocava con i soldatini , lo trovavi sempre con un libro di favole per bambini o con l'inseparabile Topolino. Adesso passo a raccontarvi qualcosa di"divertente"legato a ciò che ho appena detto di mio figlio.Io quasi ogni notte ho l'abitudine di alzarmi,al buio per non disturbare gli altri, per bere un bicchiere d'acqua. Una notte mentre tornavo a letto vidi come un fugace lampeggiare nel buio, non ci prestai molta attenzione pensando fosse dovuto ai miei occhi ancora assonnati . La cosa però si ripetè altre volte, e feci caso che questo baluginare di luce proveniva dalla piccola camera di Marco. Allora incuriosito, era già passata mezzanotte , mi avvicinai al suo letto e a tentoni tastando dalla parte del cuscino mi resi conto che le coperte coprivano la sua testa. Alzai con molta delicatezza la coperta temendo di svegliarlo, ma mi si presentò la faccia sorpresa di Baffer I con gli occhi spalancati, un Topolino in una mano e la torcia elettrica accesa nell'altra. Che fare ? Togliere di mano il fumetto, spegnere la torcia , e dargli il bacio della buona notte, senza dire una sola parola, mi parve la cosa più opportuna.
Il resto era meglio rimandarlo al giono dopo !
domenica 6 luglio 2008
Paul Anka - Diana (1957) : il suo best hit !
Diana è una canzone del 1957 che ha scalato le hit, diventata famosa grazie a Paul Anka. La canzone non è stata scritta da Anka, ma è stata da lui migliorata. La canzone venne dedicata ad una compagna di scuola di Anka, Diana Ayoub.
Questa registrazione ha venduto oltre 9 milioni di copie.
Tenne un concerto a Palermo nell'aprile del 1958.
sabato 5 luglio 2008
1960 : da solo a 16 anni negli States !
venerdì 4 luglio 2008
Album di famiglia :a Giada la nipotina car(nic)a !
Fig.1 Giada a 12 anni
monta Dedra .
Visto che ci sai stare, cerca di rimanere "in sella" ora che devi decidere sul tuo futuro. Auguri da tutta la truppa palermitana per la tua conquistata maturità.
Una giornata in compagnia dell'Angelo Custode !

A quasi tutti da bambini al catechismo o in famiglia è stato insegnato l'Angelo di Dio, quellabreve preghiera all'angelo custode, forse recitata con maggiore fraquenza appunto da piccoli,con lacertezza che saremmo stati protetti e aiutati nei nostri bisogni. Col passare degli anni, divenuti adolescenti, e quindi capaci di autonomia e con istanze di indipendenza, abbiamo via via lasciato per strada questo fedele amico d'infanzia fino a perderlo competamente di vista, convinti della nostra autosufficienza. Divenuti adulti e messi di fronte a maggiori responsabilità e alle difficoltà della vita quotidiana abbiamo cominciato a cercare qualcuno, un tu, che condividesse e ci aiutasse a risolvere i nostri problemi. Abbiamo cercato questo aiuto: in un amico, in un genitore, in un sacerdote e qualcuno, perchè no, nel suo angelo custode,che abbiamo ritrovato ad aspettarci lì dove lo avevamo lasciato tanto tempo prima.
martedì 1 luglio 2008
Album di famiglia : Pippo e Maria Concetta consuoceri D.O.C. !
Pippo
e
Maria Concetta
Mio figlio Fabrizio oltre che una buona nuora ci ha regalato anche dei consuoceri umanamente e caratterialmente molto simpatici, cosa oggi molto rara.
Pippo e Maria Concetta una coppia schietta e verace, genitori di tre figli ai quali hanno trasmesso i veri valori della vita.
Pippo, uomo di poche parole, dall'atteggiamento serioso e sornione, lavoratore competente, con l'hobby di navigare in internet, con il pollice verde, dai gusti gastronomici particolari pur nella loro semplicità, con un unico grosso vizio: quello del fumo.
Maria Concetta, donna dal sorriso accattivante, anche lei lavoratrice competente, buona cuoca visto che riesce a sfamare il marito dal palato particolare, nonna premurosa e disponibile, con ottima capacità di comunicare con gli altri.
Una coppia in poche parole a " Denominazione di Origine Controllata " .
Non potevamo sperare di meglio.
Album di famiglia :" La zia " di tutti !
Da qualche anno ci ha lasciato per andare in cielo la zia Bernardina.Si in cielo, perchè e solo lì che può trovarsi una persona come lei.















