Non penso proprio di dire qualcosa di contestabile se affermo che la società contemporanea si nutre di una cultura edonistica. L'uomo di oggi, nella realtà che lo circonda, cerca e vuole solo ciò che da piacere, ignorando e cancellando tutto ciò che invece provoca disagio, sia fisico che psichico. Un esempio per tutti: il crocifisso lo si vuole togliere dalla vista, non tanto perchè si creda o meno in Dio, ma più semplicemente perchè richiama alla mente un evento doloroso da sopprimere e che bisogna comunque rimuovere perchè fastidioso. Gli adulti pensano di esorcizzare gli eventi che arrecano sofferenza, sotto qualsiasi forma, rifugiandosi in un mondo ovattato che li isola dalla realtà, per poterla sfuggire. C'è da augurarsi che questa realtà, che li circonda e dalla quale cercano in qualche modo di isolarsi, non abbia mai ad incrinare ed infrangere, con eventi negativi facenti comunque parte della normalità della vita, la campana di vetro sotto la quale si sono rifugiati. Non ci si può sempre isolare in un mondo utopico, che tutti vorremmo, esente da contraddizioni e sofferenze. In un'epoca dominata dal consumismo, molti di questi adulti sono anche i genitori di oggi, che distratti dal ritmo frenetico di una vita che ha come fine non " l'essere " ma " l'avere ", trascurano l'educazione dei loro figli, non formando la loro volontà e la loro capacità di affrontare e di accettare il sacrificio e la sofferenza qualora si presentassero nelle loro esistenza. Non cadiamo nella trappola affettiva che ci porta a proteggere i figli da eventi negativi, convinti di fare il loro bene. Anche se sazi e ricchi di cose da consumare, nel momento in cui si fa presente una contraddizione o un dolore, non sono caratterialmente attrezzati per affrontarlo e superarlo, e ne viene fuori quel disagio esistenziale, quell'angoscia interiore che li porta spesso a rifugiarsi nella'anoressia, nella depressione e talvolta nella droga, con la quale cercano di far tacere il loro malessere, nascondendosi in un mondo artificiale, che li condanna ad una fuga continua dalla realtà. L'uomo è nato per essere felice, ed è alla continua ricerca di cose belle, che imparerà ad apprezzare meglio se saprà dare il giusto valore anche a quelle meno belle che dovessero capitare nella loro vita. Quindi lontano da me l'intenzione di voler impersonare il ruolo di una Cassandra contemporanea, di un profeta di sventure. Il mio post non vuole essere affatto pessimista, ma vuole solo invitare a riflettere che nel quotidiano, accanto a tante cose gradevoli ce ne sono anche di meno gradevoli, e non possiamo accettare solo le prime, ignorando le seconde. Solo se avremo messo nel conto della nostra vita anche le cose che non ci piacciono, accettandole e facendocene una ragione, saremo in grado di vivere più sereni e trasmettere questa serenità ai nostri figli, che affronteranno la loro crescita con una visione positiva e realistica di ciò che li circonda, senza tentare inutili fughe che non portano da nessuna parte.
Abbiamo quindi il coraggio di essere noi genitori, con un atto di volontà consapevole, a rompere il vetro della campana che abbiamo costruito a protezione della nostra famiglia, isolandola dalla realtà, ed evitare che sia un evento esterno ed imprevisto ad infrangerlo, trovandoci del tutto impreparati ed incapaci ad affrontarlo.
Abbiamo quindi il coraggio di essere noi genitori, con un atto di volontà consapevole, a rompere il vetro della campana che abbiamo costruito a protezione della nostra famiglia, isolandola dalla realtà, ed evitare che sia un evento esterno ed imprevisto ad infrangerlo, trovandoci del tutto impreparati ed incapaci ad affrontarlo.
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