Cari papà e mamma approfittando dello spazio che (nonno) Baffo mi ha premurosamente messo a disposizione nel suo blog, sento il bisogno di dirvi, oggi che ho quasi un anno e sto cominciando a capire qualcosa di questo mondo che mi sta intorno, non proprio adatto a noi bambini, che sono felice e particolarmente fortunato di crescere in un ambiente familiare allegro, accogliente e pieno d'amore che voi vi sforzate di costruire , giorno dopo giorno, anche con sacrificio, intorno a me.
Sono orgoglioso di fare parte di questa famiglia e di avere due splendidi genitori come voi.
In questo giorno in cui ricorre il secondo anniversario che ha visto venire alla luce la nostra giovane e bella famiglia, vi dono tutto l'amore che meritate e di cui il mio piccolo cuore è capace,
grazie dal vostro Giulio
In questo giorno in cui ricorre il secondo anniversario che ha visto venire alla luce la nostra giovane e bella famiglia, vi dono tutto l'amore che meritate e di cui il mio piccolo cuore è capace,
grazie dal vostro Giulio
3 commenti:
Grazie, piccolo! Sei la nostra gioia! Con affetto,
papà e mamma.
Caro nipotino,
sperando che possa già vedere dalla mensola la statuetta che lo zio d’America ti regalò prima che fossi concepito… ho pensato a te quando ho letto questa paginetta, e siccome i tuoi genitori sono intelligenti e ti fanno fare i compitini, te la mando, così te la leggi… L’ha scritta un certo signor Guareschi, tanti anni fa (ma molti meno di quelli del nonno Baffo), in un libro che si chiama La scoperta di Milano, che poi è la città dove hanno vissuto i nonni, con lo zio Marco e un bimbo tedesco che era proprio proprio spiccicato a te, e dove ora ci sta lo zio Alessandro quando non è in giro per il mondo. La storia fa così.
«Un giorno, ritornando a casa dal lavoro (il segreto del successo, in questa straordinaria città, consiste nel ritornare ogni giorno a casa dal lavoro), ho trovato il mio letto invaso da un piccolo arnese sconosciuto. Considerati i precedenti e udite le dichiarazioni di testimoni oculari che avevano assistito all’arrivo dello strano personaggio, conclusi che mi trovavo al cospetto di un figlio di sesso maschile.
La dolce signora che divide con me le gioie e i dolori del mio stipendio fece emergere la testa dalle lenzuola. “Ebbene?” mi chiese. “Non dici niente?”
Domandai se c’era posta. Poi, avendo compreso dagli sguardi severi e raccolti nei paraggi che non ero stato espansivo come avrei dovuto, mi avvicinai a mio figlio e gli picchiai una buona manata sulla spalla esclamando molto giovialmente: “Be’! Come va, vecchio mio?”
Quattro o cinque urla esprimenti indignazione, riprovazione, dolorosa meraviglia, commentarono il mio gesto. Quindi due mani robuste mi spinsero energicamente fuori dalla porta. Andai a passeggiare per la città…».
Tantissimi auguri ai tuoi genitori PISIRIDDO ;)
Un abbraccio da una testimone
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