"Per farmi accettare, a chi la voleva, la davo!". Questa la cruda e sconcertante notizia che telefonicamente, una di queste mattine, un'ascoltatrice di Radio DJ, senza peraltro far mistero del proprio nome, e portandola a conoscenza della nazione intera, dava all'impassibile conduttore del programma, alla cui domanda:"e sei stata accettata?", la suddetta ascoltatrice rispondeva con un amaro e squallido:"no, ahimè, soltanto usata".
Ciò che mi ha colpito di più come prima cosa è stata la necessità di rendere noto a tutti, senza un minimo di pudore o riservatezza il suo problema. Questa confessione pubblica e il tono della sua voce lasciavano percepire come una necessità di liberarsi di un angoscioso peso, quasi il bisogno di esorcizzare questo suo comportamento rendendone partecipi tutti. Non so, forse nel tentativo di giustificare se stessa. Comunque non intendo minimamente addentrarmi in considerazioni di taglio morale, perchè questa non è la sede più adatta. Sono problematiche che secondo me vanno affrontate solamente a tu per tu per la delicatezza del contenuto.
Voglio invece chiarire cosa si intende per " farsi accettare ", visto che questo sembrava essere il problema dell'ascoltatrice radiofonica. L'accettazione è una situazione relazionale , caratterizzata da tre elementi: la persona che offre, la persona che riceve, e il dono che viene rispettivamente offerto dall'una e accettato dall'altra. L'accettazione può fregiarsi o meno di un marchio di qualità, come si direbbe oggi, e quindi la relazione che c'è alla base può essere di buona o di scarsa qualità, e di conseguenza può essere o non essere di buona qualità il dono in questione, e possono possedere o meno qualità umane e morali le persone in gioco nella relazione. Dopo aver pagato un caro prezzo, Urania, questo il nome di fantasia con cui farò riferimento all'ascoltatrice, si è resa conto che il dono che doveva fare di se stessa non era una parte del suo corpo , ma tutta la sua persona. Nel momento in cui si è riconosciuta come persona, fatta non solo di corpo ma anche di interiorità, ha preso coscienza della sua totalità, rendendosi conto che questo era il dono da offrire perchè venisse accettata da qualcuno che fosse in grado di apprezzarlo perchè capace di coglierne il valore.
Nelle tappe dell'età evolutiva che vanno dalla nascita all'adolescenza, la persona umana acquista la capacità di amare e di farsi amare, se il clima di fiducia e di affetto nei suoi riguardi è stato curato con molta attenzione da parte dei genitori all'interno della famiglia. Solo l'aver superato positivamene questa fase dà all'adolescente prima e all'uomo maturo poi la capacità di accettare innanzitutto se stesso, di accettare l'altro, e farsi accettare in tutta la sua totalità fatta di corpo e spirito. Un comportamento deviato, com'è secondo me, quello di Urania nasce spesso dal non aver ricevuto in famiglia, fin da piccoli, quella cura della persona che fà sviluppare armonicamente tutte le componenti di cui è costituita: corpo, psiche ed interiorità. Il rischio evidente se ciò non è avvenuto è che si scambi la parte per il tutto, e si dà di se o si accetta dagli altri solo la parte più superficiale ed effimera della persona, dal momento che questa non è stata resa di valore e di qualità dalla propria interiorità.
La sprovveduta Urania con molta probabilità non conosceva se stessa, nè il patrimonio della sua interiorità, che rende ricca di valori una persona, e quindi non si piaceva e non si accettava, passaggio obbligato per aspettarsi dagli altri la vera accettazione e non solo l'uso sessuale del proprio corpo. Finalmente poi deve aver scoperto di non essere semplicemente un corpo, ma molto di più, e ha accettato lei stessa per prima il valore della sua persona, un tesoro da poter donare agli altri perchè venga accettato con la dignità che merita, senza fraintendimenti. La storia comunque è a lieto fine, dal momento che la nostra amica ha poi dichiarato di aver trovato qualcuno che si è veramente interessato a lei apprezzandola, tanto da sposarla, facendone una felice moglie e madre di due figli.
4 commenti:
Quanti ragazzi e purtroppo quanti adulti pur di essere accettati si adeguano e scendono a compromessi!
Del resto andare controccorente è difficile e porta all'isolamento !Lo so bene io in prima persona e poi riflesso nei miei figli,che anche loro hanno intrapreso questa strada in salita!Non è facile non adeguarsi!
Provare a dire che non si è mai visto un reality ,un episodio dei "Simpson",si legge dei libri,si va d'accordo in famiglia,si usa il computer non solo per Messenger o per i giochini,si hanno degli hobby e degli interessi diversi,si segue una moda propria.Non è facile !
Capisco questa ragazza anche se ha intrapreso una strada opposta alla mia,comunque non è più facile condividere il proprio corpo che la propria anima?
Cara Vanda, accetto la provocazione della tua domanda finale, rispondendoti che la condivisione di qualche momento del proprio corpo solamente, con un partner,anche se all'interno di una relazione amorosa e non occasionale,senza essere coinvolti pure con la propria intimità, non è affatto più facile,perchè non fa maturare e non arricchisce la relazione, che si esaurisce con l'atto sessuale stesso. Certo donare la propria anima ad un'altro, foss'anche Dio, è più arduo,comporta certamente un esercizio della propria volontà che ci impegna spesso con sacrifici, portati avanti con gioia ma talvolta spesso anche con sofferenza. Ma quando torni a guardarti indietro non rinnegheresti mai nulla di tutto questo perchè è diventato patrimonio irrinunciabile per la crescita della tua interiorità. Molto più semplice ed indolore è invece rinnegare una relazione puramente erotica. Poi lasciami dire una cosa : la donna per sua natura non può dare di se stessa solo il corpo senza impegnare anche la sua anima.
Ti dico che impegnare tutto se stesso in una relazione è il rischio che ci impone la nostra libertà, che è sempre orientata al bene,concludo dicendoti:
VALE LA PENA !
Baffo
Condividere la propria anima e aprire il nostro cuore non solo a Dio ,ma a chiunque è difficile ,arduo e pieno di pericoli!La percentuale di essere feriti o offesi è altissima in proporzione al grado di confidenza.
Bisogna sempre valutare se ne vale la pena molto attentamente!
Cara Vanda, sono d'accordo che bisogna vivere la virtù della prudenza in massimo grado, e valutare bene le persone prima di aprirsi senza riserve, ma non bisogna cadere nemmeno in un atteggiamento costante di chiusura difensiva. Si rischia di essere sempre prevenuti nei confronti del prossimo. Comunque penso che alla fine ne valga sempre la pena,
ciao Baffo
P.S.Oggi é stata una giornata particolarmente impegnativa in rete
ma molto stimolante!
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