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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

sabato 7 febbraio 2009

" Globalizzazione e persona "























Il titolo dato a questo post è forse un pò pretenzioso da affrontare da parte di uno che come me non è nè un soiologo, nè un economista, nè uno psicologo, nè un antropologo, ma soprattutto per uno che non è un "tuttologo", ultima nuova professione di cui oggi un qualsiasi sedicente intellettuale si è appropriato. Le mie sono semplici considerazioni sulla realtà che viviamo e una riflessione personale attenta e un pò preoccupata su di essa, cioè da parte di un uomo di 65 anni, medico in pensione, marito, padre e uomo felice che conduce una vita colle sue problematiche quotidiane in maniera semplice e normale, ma ricca di contenuti. La mia riflession parte dalla domanda che mi pongo sempre più spesso: se cioè mi trovo a mio agio a spendere la mia esistenza nel mondo in cui mi trovo a vivere. Purtroppo devo ammettere che mi sentivo più a mio agio prima che adesso. Strano, no ! Oggi che ci dicono che stiamo meglio sia economicamente che logisticamente, nel significato più ampio del termine, oggi che possiamo dire di vivere nel benessere, oggi che possiamo permetterci di soddisfare più desideri di una volta, anche perchè ci siamo creati delle nuove esigenze per nulla necessarie alla nostra vita. Oggi insomma che siamo più "comodi" nel senso più ampio. Questo vivere da persone soddisfatte, sia economicamente che emotivamente, come mai ci vede così spesso scontenti ? Ci siamo decisaente impigriti, atrofizzati nel pensiero e nella volontà, in una parola ci siamo "disamorati". Il mondo globalizzato ci offre tutto ciò che possiamo desiderare, e allora mi chiedo " perchè non siamo felici? ".
Le persone oggi si preoccupano solo di avere qualcosa in più e se non l'hanno vivono frustrati ed infelici, non sono più capaci di godere di se stessi in ciò che sono, cioè del patrimonio della loro interiorità. L'uomo di oggi si preoccupa solo di avere e non di essere. La globalizzazione che avrebbe dovuto creare persone felici ed appagate, ha fallito il suo compito, poichè non curando l'individuo nella sua unicità e originalità si è solo preoccupata di mettere solo prodotti a disposizione di tutti e nient'altro. Anche se stranamente il fenomeno della povertà mondiale ha toccato oggi il suo apice. La globalizzazione è la logica ed inevitabile conseguenza di questa nuova filosofia di vita, accettata da quasi tutti e voluta solo da pochi. L'uomo nella ricerca affannosa della felicità, è divenuto ogni giorno sempre piùmeno felice, perchè questa felicità la ricercata fuori da se stesso, dimenticandosi di cercarla dentro di sè, che è l'unico posto dove possiamo trovarla. Questo mondo globalizzato ha dato all'uomo quasi esclusivamente cose da consumare che soddisfacessero fino all'esasperazione i suoi cinque sensi , appagando così : la sua vista, con qualunque tipo di immagine fotografica, televisiva e cinematografica; il suo olfatto, con centinaia di essenze e profumi griffati; il suo udito , con sonorità portate fino all'esasperazione di assordanti decibel; il suo gusto, con i cibi più ricercati ed esotici, per esempio il cioccolato dai cento sapori; il suo tatto, con tessuti morbidi sulla pelle e con apparati tecnologici spesso inutilmente sofisticati, come computers, cellulari, impianti Hi-Fi, piacevoli da maneggiare; per non dire di quello che io definisco il "sesto senso" dell'uomo di oggi, quello "erotico" che viene appagato in tuttele sue fantasie fino alla perversione. Si è però dimenticato di fornirgli anche cose che nutrissero di più la sua intelligenza e il suo cuore. L'uomo di oggi ragiona meno e sembrerà paradossale ama anche meno. Il mondo globale cerca di soddisfare sempre più l'uomo nel suo avere e non nel suo essere.
Ci si sta dimenticando che la persona per crescere non ha bisogno solo di nutrire i suoi cinque sensi, ma anche la sua interiorità che a questi dà dignità umana e valore. La globalizzazione ha portato l'uomo a comunicare in rapporto ai prodotti e non in rapporto ai valori fondanti la persona. Di una persona si può riuscire a globalizzare le esigenze più o meno giuste della sua corporeità non certamrente quelle della sua intimità.
Oggi capita spesso che qualcuno, equivocando, dia alla nostra società globalizzata l'attributo di progredita. Da cui lequazione: Globalizzazione = Progresso. Chi dunque da un un giudizio negativo su questo fenomeno viene ritenuto "retrogrado", come se negasse che vi sia stato un progresso dell'essere umano e della qualità della sua vita. Essere contrario alla globalizzazione, o meglio non accettarla totalmente prendendo di essa solo ciò che c'è di buono, non vuol dire non ammettere che vi sia stato un progresso scientifico e culturale della persona, ma prendere atto di un suo appiattimento in una massificante uniformità che nutre l'umanità di conquiste effimere sul piano della crescita della sue qualità morali.
Che fare ? Rientrare in noi stessi, nutrire la nostra mente e il nostro cuore di quei valori irrinunciabili per l'uomo, che arricchiscano e facciano crescere la sua interiorità. Solo così saremo capaci di usare i nostri cinque sensi al meglio usufruendo dei prodotti che la globalizzazione ci mette a disposizione come mezzo e non come fine della nostra esistenza. Cercare in ultima analisi di sanare la frattura che si è determinata nell'uomo fra la sua crescita in rapporto alle cose e la sua crescita in rapporto a se stesso. Solo così il fare acquisti al "megastore" della globalizzazione potrà avere senso, perchè avrà come avventori non individui massificati alla ricerca di prodotti effimeri, ma persone che si serviranno di questi prodotti per raggiungere una migliore qualità di vita non nell'avere ma nell'essere.
Mi corre l'obbligo da credente di una pur mia considerazione conclusiva: l'uomo che aveva a disposizione l'unica forma di umanità globalizzata possibile all'altezza della sua dignità, che è quella di essere tutti figli di uno stesso Dio, mai come oggi che si parla di mondo globale, gli essei mani sono stati così divisi ed estranei fra loro. L'unica speranza che ci resta è quella di ricordarci che esiste " una sola razza al mondo che è quella dei figli di Dio".
Il paradosso: un palestinese ed un ebreo che si odiano visceralmente, e che non passa giorno che non si lancino missili l'uno contro l'altro, si sfamano con lo stesso hamburger Mc.Donald's, si dissetano con la stessa CocaCola, si spostano colla stessa Toyota, e navigano in rete con lo stesso PC rendendo sempre più ricco Bill Gates e la sua Microsoft. Questo è oggi globalizzazione !



P.S. Il paradosso del paradosso: se andate a guardare attentamene da qualche parte leggerete su questi prodotti una piccola e discreta dicitura: "Made in China". Non posso fare a meno di immaginarmi la sorridente faccia, congli occhi a mandorla, di un cinesino, che è l'unico ad aver capito, traendone beneficio economico, di cosa significhi veramente"globalizzazione".







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5 commenti:

VandaQC ha detto...

Vero e saggio!
Però io odio lo shopping e i centri commerciali.La globalizzazione ha elementi positivi oltre a quelli negativi.Purtroppo gli interessi economici sono troppo elevati e forse molte persone si lasciano tentare dal superfluo ritenendolo erroneamente indispensabile.
Inoltre penso che ognuno di noi ha una cosa superflua per lui indispensabile,ad esempio per me è il computer!Bisognerebbe prima di ogni acquisto pensare se si ha veramente bisogno dell'oggetto o non è solamente cosa quell'oggetto rappresenta a deciderci di comprarlo. "Ne ho veramente bisogno ? Mi accresce come persona?"Perché le persone fanno acquisti a rate ,indebitandosi ,per un televisore enorme,o un callulare di cui non conosceranno mai neanche tutte le funzioni?
Mettendosi in difficoltà nella vita reale per un bene fittizio?
Il fatto di essere tutti figli di un Dio ,può aiutare certe persone a meditare ,ma non molte altre,semmai il fatto di migliorarsi come esseri umani,a prescindere dalla fede.
Un post con ottimi punti su cui pensare!
Mi rendo conto di essere un po' confusa e ho scritto non riuscendomi ad esprimere bene quello che penso!

Prof 2.0 ha detto...

Amaro. Ma l'idea dell'unica vera globalizzazione data dal fatto di essere figli di Dio mi è piaciuta proprio. Grazie. Io senza averti letto scrivevo sugli stessi temi... Telepatia familiare...

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Cara Vanda, innanzitutto ti ringrazio per la pazienza che hai avuto nel leggere il mio forse eccessivamente lungo post, poi noto
con piacere che siamo sintonizzati
sulla stessa lunghezza d'onda.
Può benissimo essere che qualcosa di ciò che ho scritto non sia del tutto esatta, e che qualche altra abbia bisogno di ulteriori approfondimenti, se non fosse così
rischierei di essere il saccente
"tuttologo" di cui ho scritto.
Anch'io sono alla ricerca di maggiore chiarezza sul mondo d'oggi,ed è per questo che scrivo sul blog le mie considerazioni, aspettandomi anche aiuto dai commenti di chi ha la bontà di leggermi,
un saluto, Baffo


Ciao Prof, ti ho risposto con un
commento sul tuo blog in riferimento al tuo post sulla felicità,
ciao Baffopapà

Anonimo ha detto...

Mi trovo per caso su questo blog...dando un'occhiata in giro ho lasciato un piccolo commento sul post del 26 dicembre.
Non potevo non farlo!
Blog energico ed interessante.
Carmen

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Gentilissima Carmen, innanzitutto mi scuso per il ritardo nel risponderti,ma il mio computer sta facendo i capricci; ti ringrazio per gli apprezzamenti sul mio blog,
mi fa sempre piacere che ci siano nuovi lettori con i quali condividere e scambiare pareri,
mi accingo a risponderti sul post del 29 dicembre, a risentirci presto, saluti e buona giornata,
Baffo