Ogni sabato mattina nella piazza e nelle strade adiacenti casa mia si espande a macchia d'olio un caratterisico mercatino rionale. Una volta accettati i disagi dovuti all'ingorgo del traffico e all'inquinamento acustico dovuto al vociare ( "abbanniare" in dialetto ) dei rivenditori, in fondo è un pittoresco affresco di tempi ormai passati; rappresentano gli antenati dei centri commerciali che hanno ormai invaso tutti i centri urbani, dove il rapporto venditore-consumatore ha perso ormai i suoi connotati di comunicazione a misura d'uomo. Questa mattina , come mi capita di fare ogni tanto, ho dedicato un pò del mio tempo aggirandomi fra le bancarelle di questo colorito insediamento settimanale, osservando cose e persone che riportano alla mia memoria sensazioni e piacevoli ricordi di tempi orma passati, e che mi trasmettono una certa allegria anche se velata da un pò di nostalgia. In questo mio girovagare senza il preciso scopo di fare acquisti di vestiario o di derrate alimentari, sono stato attratto da un cartello infisso , in bella mostra, con una canna su di una grande catasta di carciofi, che venivano svenduti a dire dell'ambulante a 40 centesimi di euro l'uno. Io che sono "antico", come dicono le mie figlie, ho l'abitudine di fare automaticamente una conversione mentale in lire, e ho realizzato che lo spinoso vegetale veniva offerto a 800 lire al pezzo (no comment).
Questo ha fato scattare im me il ricordo di un aneddoto degli anni '70, quando la mia famiglia era composta da sole quattro persone, avendo allora solo due dei sei figli attuali. Tornavamo da una delle nostre abituali gite di fine settimana in campagna, sulle pendici delle Madonie, e sul ciglio della strada statale (allora non c'era autostrada), che attraversava i rinomati carciofeti della piana di Cerda, dove ogni anno si celebra una sagra ad hoc, stazionavano alcuni agricoltori locali che offrivano, ad un prezzo conveniente, all'occasionale automobilista di passaggio, fasci di carciofi appena raccolti. Mia moglie mi suggerì di accostare con l'evidente intenzione di acquistarli. Il contadino offriva mazzi di 30 carciofi per la cifra di 2000 lire. La mia consorte che è stata sempre abile nel trattare con i fornitori, come si usava un tempo, vedendo che gli erano rimasti gli ultimi due mazzi da vendere, propose al villico una transazione forfettaria di 1500 lire al mazzo, che andò felicemente in porto. Ci ritrovammo con l'angusto vano portabagagli della nostra mitica miniminor stipato di 60 grossi carciofi acquistati per 3000 lire. Passata la soddisfazione per il conveniente acquisto effettuato, fece capolino, con un pò di apprensione non dicharata, nella mente di ognuno di noi , il pensiero di come avremmo fatto a consumare i vegetali acquistati in quanità industriale. Fu così che a casa nostra ebbe inizio quello che fu definito e viene ancora ricordato come " il mese del carciofo ". Riuscimmo a consumarli tutti, preparati e serviti in tavola per circa trenta giorni, con sapiente maestria e soprattutto con grande creatività gastronomica da parte di mamma e.r. Fu la sagra del carciofo della Baffer's house. Avremmo potuto pubblicare un volumetto dal titolo: " 100 modi originali per cucinare un carciofo ". Ci venne proposto ora come antipasto, ora come condimento per la pasta, come secondo piatto , o come contorno. Un'unica eccezione: noi suoi consumatori abituali ci salvammo che ci venisse spacciato anche come dessert. Adesso che è divenuto un bene di lusso dell'alimentazione come altri prodotti similari , quelle poche volte che abbiamo in tavola carciofi, verso i quali devo dire nessuno di noi ha maturato una particolare avversione dopo quell'episodio, ci viene subito in mente quel famoso mese degli anni '70 in cui la mia famiglia si sfamò unicamente di questo prodotto di madre terra e non risciamo a trattenere le risa degli altri 4 figli, allora non ancora nati, che vennero esentati dal festival del carciofo.
A me oggi è venuta in mente una semplice equazione sulla quale sto ancora riflettendo:
Gennaio 2009, un carciofo 800 lire = Anni '70, un carciofo 50 lire
( sì perchè 3000 lire diviso 60 fa proprio 50 lire )
Mi dispiace ma i conti non mi tornano !
Così recitava un vecchio adagio di Carosello del secolo scorso: " Contro il logorio della vita moderna, bevete Cynar, l'amaro a base di carciofo", mai slogan pubblicitario fu più profetico!
P.S. Questo post, anche se forse banale per il suo contenuto, è dedicato all'Anonimo lettore del mio blog, che ieri ha commentato sulla mia bacheca che ultimamente Baffo ha raccontato poco, e mi ha stimolato a riprendere la pubblicazione dei miei semplici aneddoti di vita vissuta; e per questo lo ringrazio, perchè così ho l'opportuntità di rivisitare, con un sorriso benevolo, la mia vita.
9 commenti:
solo una piccola cosa: venivamo giù dalla strada di Collesano, e beccammo il buon uomo sulla statale che portava all'autostrada, la quale c'era sì; la transazione avvenne in tre tranches, e noi all'interno della macchina eravamo volta a volta sempre più preoccupati...
era basso, il contadino, con occhi di ghiaccio, e lo vidi sorridere di lato quando ci lasciammo... poi scomparve nel tramonto
Caro Anonimo,l'autostrada c'era si, ma arrivava fino a Termini Imerese,il luogo dell'incontro con l'uomo dagli occhi di ghiaccio, avvenne ma potrei sbagliarmi, alla fine del rettilineo di Buonfornello, vicino a Cerda, perchè è li che si trovano le coltivazioni di carcoiofi.Comunque poco importa, ciò che è sicuro è che costavano 50 lire l'uno e che ne mangiammo per parecchie settimane,
Baffo
Bravissima mamma er !!!Anche io quando,facendo la spesa in internet, trovo un'offerta ne approfitto!
Così quando c'è tanto di un prodotto ,sia alimentare sia non ,in famiglia mi guardano e mi dicono..."Offerta speciale?!?!" ;)
io per fortuna ho scampato l'evento... anche se episodi simili non mi sono mancati. E vogliamo parlare delle volte che mi vergognavo di dover andare a fare acquisti con mamma per gli sconti spudorati che chiedeva...
meno male che non ero ancora nata... magari sarebbe stata l'occasione buona per farmeli andare giù una volta per tutte
marta
il motto di mamma sugli acquisti è: finché contrattano non ci perdono, sennò non lo farebbero. Credo che chi ci soffre di più sia chi l'accompagna.
screwball
come dicevano i Gatti di Vicolo Miracoli sui carciofi... anyway, in questo caso non è stato meno doloroso, gutta cavat lapidem. Forse per questo, quello che vende carciofi, si è piazzato davanti al cancello del nostro condominio: "un yeeuurou". sarà il figlio del contadino madonita.
La positività di Vanda, sulle disavventure dei Baffers, mi lascia perplesso: voi mamme non trovate mai occasioni sulle cose che ci piacciono, quelle guarda caso non esistono mai.
Però mamma ER mi portava sempre un regalo quando glielo chiedevo da piccolo prima di uscire. E, non molto tempo fa, mi ha offerto (incredibile, chissà che affari aveva fatto al mercatino della Noce), la colazione, però con un dolce che si è rivelato essere alla ricotta... alla quale sono allergico. Pazienza. Grazie mà
Vi ricordate quando a Palermo c'era Algelato, in viale Ttrasburgo, accanto al metropolitan,che faceva il gelato al carciofo (anche alle patate). Ci fossimo inseriti nel bisinissi...
lasciamo da parte il povero Massimo, dal cui computer ho inviato il mio messaggio, senza rendermene conto
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