
La maturità dell'uomo, cioè il suo rapporto con gli altri, la si raggiungeva per vie naturali passando rispettivamente dall'io infantile, al tu adolescenziale per conquistare il noi dell'età adulta, quella delle relazioni. Il rapportarsi con gli altri, oggi, ha stranamente portato le persone adulte ad appropriarsi delle cose e anche degli affetti, facendo un percorso a ritroso per passare dal noi al tu per rinchiudersi infine in una sorta di infantilismo possessivo ed egoista che ha ridotto le relazioni ad un atteggiamento formale privo di qualsiasi calore umano.Del resto viviamo in piena era di globalizzazione, cioè tutto alla portata di tutti, che se può aver un qualche significato in campo economico-sociale, è per altri versi il vero suicidio dell'intimità della persona, unico luogo della sua interiorità, dove risiede quel patrimonio di valori autentici da condividere col prossimo in una reciproca e feconda comunicazione.
Ed ecco perchè mi sento di affermare che viviamo un momento storico in cui non è più possibile rinunciare e rinviare il necessario farsi carico del ruolo di promotori di una vera umanità, di una umanità cioè che attraverso i canali dell'amicizia e della confidenza, instauri un rapporto di genuina affettività verso gli altri, in sintesi: promotori di una fraternità, visto che comunque la si pensi siamo tutti figli di un medesimo padre, capace di sostituire negli uomini d'oggi il surrogato di una pseudo-solidarietà che si nutre solo di cose materiali, con la vera solidarietà che ha le sue radici più profonde nel cuore e nello spirito della persona. Solo così, a mio modo di vedere, si potrà creare con coloro che ci stanno intorno un vero clima di delicata attenzione e di interesse sincero per l'altro, che ci porterà per un cammino di gratificante felicità.
4 commenti:
wow, Dad, ti sei dato alla filosofia...
Una piccola aggiunta al mio post:
voglio che sia chiaro, per non essere frainteso, che con
"fraternità" non intendo lo slogan "volemosetantobene" che ci coinvolge in maniera superficiale e
transitoria stimolando soltanto la nostra emotività, ma un modo di essere che impegni la nostra persona in maniera permanente e in tutta la sua totalità, mettendo a disposizione degli altri la nostra
sfera più intima che attiene all'amore e alla volontà.
Caro anonimo non mi sono dato alla filosofia, ma ho soltanto lasciato il mio cuore libero di esprimersi,
Dad
Noi, tu, io invece di Io, tu, noi. Interessante questa lettura "regressiva" delle relazioni.
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