
Accettate il consiglio e buona lettura, poi fatevi sentire per darmi il vostro parere a cui tengo molto.
La vita è un meraviglioso viaggio da condividere con gli altri
dalla pagina delle offerte d'impiego:
A proposito di " abbronzatura " !
Col riavvio del nuovo computer il video si è cancellato, riporto qui di seguito il link da cliccare per poterlo vedere, scusatemi per il disguido, Baffo.
Da giorno 9 ottobre quando ho portato per la prima volta Giulio alla villa ad oggi le nostre passeggiate si sono ripetute più volte. Prendo sempre più gusto a queste ore passate in serenità col mio nipotino lungo questi viali in mezzo al verde. Riesco a lilassarmi come non mi accadeva da tanto tempo e a godere della innaturale e silenziosa tranquillità del posto, ben tenuto e coltivato, e turbato soltanto dall'abbaiare degli esponenti della razza canina e dai richiami dei loro padroni. Non mi è certo mancato il tempo per riflettere ed osservare. Cos'è accaduto in questi 30 e più anni che non ho più frequentato i parchi pubblici. Invero sono cambiate molte cose. Quando portavo i miei figli alla villa la popolazione infantile che la affollava era numerosa e allegramente chiasosa. Era un incrociarsi di carrozzine che trasportavano spinte dalle loro mamme piccoli neonati, un rincorrersi di bambini più grandicelli e dalle guance arrossate, un volteggiare nell'aria di palloncini colorati. Insomma una folla di persone che rappresentavano uno spaccato di serena e gioiosa umanità. Oltre ai molti bambini appunto , dai neonati a quelli più grandetti, numerose tate, molte mamme, qualche papà, parecchie nonne e nonni e gli immancabili pensionati. E poi anche allora qualche cane al guinzaglio. Oggi l'ambiente è completamente cambiato, non più il naturale vociare di bambini, perchè non ce ne sono quasi più, nessun capannello di tate ciarliere, perchè pare siano estinte, rare mamme con carrozzine, pochissimi nonni, assenti i pensionati. E pensare che ero convinto che avrei stretto nuove e simpatiche relazioni con altri nonni come me pensionati al seguito dei loro nipoti. In compenso sono accerchiato da un nutrito numero di cani di tutte le taglie, abbaianti e scodinzolanti ininterrottamente, accuditi con molta cura ed attenzione da amorevoli padroncini che li richiamano con buffi vezzeggiativi, che li accarezzanoe che li nutrono con prelibati bocconcini contenuti in apposite sacche. I proprietari di questi per lo più innocui animali sono costituiti in maggior numero da donne di media e giovane età, da qualche anziana signora, e da ragazzi e tante ragazze. Si fanno notare ancora per la loro assenza i pensionati. A questo punto mi faccio le seguenti domande: dove sono finiti i bambini ? Che ci fanno non dico le anziane signore ma quelle giovani con i loro cani e a quell'ora del giorno ? Sono mamme oppure no ? E se lo sono dove sono i loro figli? E tutti quei giovani che ci stanno a fare in orario scolastico, universitario o lavorativo con i loro fidi animali ? Ed ultima e intrigante domanda che mi pongo, ma i pensionati e i nonni di cui l'Italia si dice sia intasata, dal momento che siamo una nazione di vecchi e ad alta denatalità, dove sono andati a finire ? Le risposte cercherò di darmele poco alla volta nelle prossime passeggiate alla villa, non avendo ancora capito cosa è esattamente successo; e lo stesso invito rivolgo anche a voi. Fatemi conoscere il vostro parere con numerosi commenti a questo post. Il problema a me pare inquietante. Una cosa è certa, e lo dico agli ambientalisti, stiano tranquilli, poichè abbiamo risolto l'annoso problema del verde pubblico, non serve più, non ne abbiamo più bisogno, mancano i clienti, quelli di razza umana almeno, ne godono in compenso quelli di razza canina. Lasciatemi dire, passatemi il termine, e avendo premesso che a me questi quadrupedi sono simpatici, mondo cane !
Visto che Mamma E.R. ha pubblicato ieri in un suo post delle notazioni interessanti sui nonni, alla cui categoria ora mi pregio di appartenere, ho approfittato, col suo permesso, per riportarle senza alcuna modifica sul mio blog, per questo la ringrazio e buona lettura a voi tutti !
Carissimi,
Premetto di non essere Baffo, ma persona a lui vicina. E di essermi introdotto, nella notte e a sua insaputa nel suo blog. Se leggete le mie parole, probabilmente, vuol dire che le potete leggere. Intanto io magari subisco la pena della Sharia in fondo a una cella buia. Vediamo a noi, all'oscuro della lampada notturna :
A casa di Baffo tutti o quasi ormai riposano. Sono stati giorni intensi, è nato Giulio e abbiamo rifatto la cucina di casa.
La cucina, Baffo e consorte, se la progettano e rifanno assieme da se, come sempre, come la loro vita, mamma cuce le tende, papà le monta, l’economia domestica oltre la soglia della pensione esige di coniugare l’euro con il gusto. Il tandem funziona, come sempre ha fatto, e le cucine durano trent’anni senza perdere in bellezza e stile. E poi si rífà, come dicono a Milano e si ricomincia.
Tanto per cambiare, mamma ha fatto ripartire per l’ennesima volta la sua scuola e tenuto le sue prime conferenze: ogni passaggio di un figlio da casa è per lei una segreta occasione per raccogliere i semi di scienza che un tempo ha piantato, lasciando a noi bambini i suoi sogni di architettura, lettere, filosofia. Ma anche noi, di nascosto, trascriviamo appunti che diventeranno sostanza delle nostre lezioni universitarie, dei nostri progetti, dei consigli per gli amici più cari e ovviamente materiale per il nostro dormiveglia. La nostra non è interazione ma relazione. Quanto a Baffo, nel suo nuovo ruolo risponde alle chiamate che gli giungono (a titolo di nonno) dai novelli genitori con manuale e occhiali e si prepara al suo imminente futuro di padrino cattolico nella società postmoderna delle relazioni liquide. Senza strafare, come l’esperienza gli ha insegnato. Negli spazi di libertà, smista le chiavi delle macchine di casa soddisfacendo gli impegni sempre inderogabili di ciascuna delle figlie, più imprevedibili delle trattative Alitalia. E così, finisce per usare l’autobus.
Marta ha subito una festa a sorpresa per i suoi 23: i suoi dolori incompresi sono stati più che compensati da regali e da affetto, ma la sorpresa se l’è proprio cucita addosso da se (vedi alla voce Sitcom); Elisabetta divide la sua testa psichiatrica tra il parrucchiere e la contemplazione del bimbo. Conseguenza: adesso una frangia le copre metà della faccia. Quello che c’è dietro (la faccia), lo sappiamo invece in pochi. Palola e io abbiamo confezionato un cd intitolato Ninna Nanna per Giulio, che è venuto proprio bene e che domani sarà un piccolo regalo di noi zii al nipotino. Purtroppo il nostro Zefiro mancherà all’appuntamento, e questo sarà un vuoto grande per noi zii e per lui. Da addebitare agli alunni di Prof 2.0.
Finite queste righe, andrò anch’io a dormire, nell’appartamento contiguo, dove vive la nonna (mia), novella bisnonna.
L’ho trovata molto cambiata. Praticamente una bambina. Meno. Il limite di energia per tenere in vita una donna, la sostanza minima perché ci sia un’esistenza al di qua della soglia. Quel che è necessario per essere presenti al mondo. Lei, fino a poco tempo fa indipendente, attiva, in movimento. Oggi, mi ringrazia nella sua immobilità forzata; debole, vede, lei sempre così impaziente, solo le cose belle, il bene della vita e delle persone, degli affetti, dei legami sinceri. Li sente più che vederli. Ma è un sentire pienamente umano, non una reazione. Ringrazia e chiede perdono. Domanda se è stata una buona moglie, madre, nonna. Tra le sue mani fragili e trasparenti vedo agitarsi le manine esigenti di Giulio; Giulio che domani comincerà quella vita soprannaturale che lei si avvia a concludere su questa terra. Non chiede, ha dato. Anche stasera, ho baciato quella sua fronte secca, riarsa, cosa che mai prima di questi giorni avevo fatto: pudore, discrezione? L’ho detto, mia nonna è cambiata, è diventata un esempio, una testimonianza vivente e consapevole, convinta che la pazienza di ogni giorno avesse un senso. Una pazienza sporca, stanca, umiliante. Una pazienza che non aveva mai capito. Sono convinto che è un regalo per Giulio, per noi nipoti, per i suoi figli. Lei è l’ultimo baluardo della sua generazione. Noi ci passiamo responsabilità a secchi.
I lunghi discorsi quotidiani con lei: le mie parole non so dove finiscono, perché dopo pochi istanti le ha già dimenticate. Ma da qualche parte, per vie tortuose, ma capillari, arrivano a un fondo, come l’acqua penetra il terreno arido, scompigliato della nostra isola di sterpi bruciati. Acqua nascosta, che fende e rimescola, che dal nulla apparente fa comparire come d’incanto un albero. Diceva San Josemaría che in Sicilia tutto è grande, le piante, la frutta, i fiori. Così anche le persone, le loro anime, i loro cuori. Siamo gente complicata, inturciuniata, stirpe di mercanti e di olivi alla ricerca disperata della luce o dell’acqua, altalenanti tra il biondo normanno e l’olivastro saraceno, ma il nostro cuore è a misura della larga costa di Balarm, tutto porto, grande abbraccio, celeste, azzurro, verde, blu intenso, capace di accogliere e custodire tutti e ognuno. Senza fretta, senza forza. Mangiandoti le tue due salme di sale per farti un amico con il quale condividerai il silenzio. Unica regola: mai pressare, costringere; piuttosto, fare attenzione, ammirare con distacco, percepire il bagliore nella pupilla, lo spostarsi di un sopracciglio su una fronte abbronzata, un piccolo servizio reso nella salutare omertà che resiste a declinare le proprie particolarità, lasciandole nel vago; piuttosto distinguere la profondità riposta in fondo a una voce rauca o il sollievo balsamico di un attacco di sivo, che rende umani i movimenti ineluttabili di noi, antichi dèi greci e santi scolari del corano. Devi saper vedere orbite umide cerchiate di rosso, impercettibili movimenti del viso che oscillano tra la tristezza e il sorriso. Devi capire ciò che un Baffo sa comunicare, il sussurro di un Padrino buono e affettuoso.
Scusa papà dell’intrusione e grazie ancora di tutto
Fig.1- L. Da Vinci