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Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

venerdì 24 ottobre 2008

" Visitare gli infermi "

Visitare gli ammalati è un' opera di misericordia corporale e quindi un obbligo morale di carità per un buon cristiano; ma per non generare l'equivoco che chi non crede ne sia esentato, voglio ricordare che esiste anche un obbligo morale di solidarietà a cui tutti indistintamente siamo chiamati. Ed ecco che la visita ad un ammalato è qualcosa che ci riguarda come laici, come uomini cioè che vivono in mezzo ad altri uomini, indipendentemente dal confessare o meno la fede. Ma c'è il rischio che ciò che ho detto sembri e resti pura teoria, un'affermazione da omelia della domenica.
Ecco allora che vi propongo ancora una volta un esperimento: prendete cara e penna, e con calma e serenità cercate di fare mente locale sulle persone di vostra conoscenza che in questo momento sono afflitte da una malattia. Innanzitutto pensate alle persone più vicine, cioè parenti ed amici intimi, per poi passare ai conoscenti in genere. Questo breve esame ci deve portare a stilare un elenco, che ci consentirà poi di essere operativi concretamente nei riguardi di queste persone. Adesso cerchiamo degli spazi vuoti nella nostra giornata, e se non ci sono creiamoli. Dopodichè riflettiamo su cosa fare per ogni singola persona sofferente: da un semplice sms col cellulare, ad una telefonata, ad una lettera se sitrova in un'altra città, fino alla cosa più efficace che è quella di una visita personale. Usando questi mezzi ho scoperto la tremenda solitudine e talvolta emarginazione affettiva che vive un ammalato, e della gioia che prova nel ritrovarsi a poter parlare del più e del meno, o anche lamentarsi se ne sente il bisogno con un conoscente che lo ascolti dedicandogli il suo tempo con disponibilità. La gratitudine di queste persone la coglierete nei loro occhi nel momento in cui vi congedate da loro.
Se poi siamo anche credenti, è nostro dovere di buoni cristiani, ricordarci delle opere di misericordia spirituale, come: consolare gli afflitti e pregare per i vivi, interessandoci quindi oltre che del corpo pure dell'anima di queste persone, non foss'altro che con una breve preghiera rivolta al Signore per la loro guarigione corporale e anche se necessario spirituale.
Perdonatemi se mi permetto di pubblicare questo post provocatorio, ma vi invito a verificare se il proposito che avete fatto lo avete portato o lo porterete a compimento anche se vi è costato o vi costerà farlo. Sono sicuro che la serenità che sentirete dentro di voi dopo sarà la risposta certa che avete fatto una cosa umanamente e spiritualmente meritevole.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie per quanto tempo ci hai dedicato, e poi a pensarci viviamo tutti in condizioni di "relazioni infermi", cercherò di metter in pratica i tuoi preziosi consigli.
Grazie, grazie.
L'aquilone.