(nonno)Baffo spegne il computer, saluta tutti, e va in vacanza !
Ultimo banco 265. Annunciazioni quotidiane
1 giorno fa
La vita è un meraviglioso viaggio da condividere con gli altri
I vivaci commenti e i tanti interrogativi suscitati dal " mio Cappuccetto Rosso ", mi spingono a scrivere questa appendice al post, secondo me necessaria a chiarire il mio punto di vista, e a completare il mio racconto. Il "vissero felici e contenti" fa riferimento al fatto che la conclusione delle favole mette l'animo di tutti in pace, ristabilendo con la sua morale ilgiusto ordine al contenzioso che solleva fra buoni e cattivi. Ma a parer mio lo fa con una morale di tipo legalistico, spesso limitatativa, che alla fine fa prevalere nella favola appunto la giustizia, anche se questa non è quasi mai bonaria ma si tinge spesso anche di una gratuita violenza, decisamente immorale, ma giustificata dal fatto di far prevalere comunque i buoni sentimenti. Vedi alcuni esempi come : il cacciatore che uccide il lupo in Cappuccetto Rosso; la morte di Grimilde, matrigna di Biancaneve, provocata dagli atroci dolori dovuti al fatto che, al matrimonio del principe Azzurro, le vengono fatte calzare, per ballare, come punizione, delle pantofole di ferro rese incandescenti; e le cruente mutilazioni delle dita dei piedi e dei talloni a cui vengono sottoposte le sorellastre di Cenerentola nel vano tentativo di calzare la scarpina di cristallo per poter sposare il bel principe. Bene, io ho invece impostato la mia favola e quelle che negli anni ho inventato per i miei figli, su di una morale che fa riferimento all'amore, che per affermarsi non ha bisogno di fare giustizia sommaria dei cattivi, ma che si afferma per la sua intrinseca bontà. La naturale amabilità di Cappuccetto ha la meglio sulla cattiveria del lupo, senza bisogno dell'atto punitivo da parte del cacciatore. Ed essendo l'amore contagioso di per sè, il cacciatore viene spinto ad una azione benevola, risparmiando la vita del lupo. Ecco perchè mi sta bene l'attributo di neotestamentario, col quale qualcuno di voi mi ha qualificato. Penso sinceramente che in tempi come quelli odierni vi sia necessità di tornare ad educare i figli ad una "morale del perdono", mettendo da parte quella ormai abituale "dell'occhio per occhio,dente per dente", e a non mandarli in giro col coltello fra i denti, pronti ad aggredire il prossimo come un potenziale nemico da cui difendersi, perchè d'ostacolo, per un qualsiasi motivo,anche il più banale.
Questo quadro, di scuola naif, appeso da tantissimi anni, ed anche in vero un po' dimenticato, alla parete della stanza dei ragazzi nella nostra casa di campagna,ha richiamato, lo scorso fine settimana, nuovamente la mia attenzione,stimolandomi a scrivere scherzosamente, attingendo anche un po' alla realtà, la seguente improbabile favola: