- (nonno) Baffo racconta
- Palermo, Italy
- Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !
lunedì 19 dicembre 2011
Natale 2011
martedì 8 novembre 2011
sabato 1 gennaio 2011
sabato 18 dicembre 2010
Santo Natale 2010
“Ancora una volta Gesù Bambino si offre indifeso ed inerme agli uomini, lasciandoci liberi, nel pieno rispetto della nostra libertà, di accoglierlo o meno nel nostro cuore. Non lasciamoci sfuggire l’ennesima opportunità di corrispondere a questo inestimabile dono “
Auguri per un Santo Natale
nonno Baffo
mercoledì 10 novembre 2010
Chi imita chi?
O è al contrario?
In prestito dal blog: "Pensar por libre", di un caro amico di Spagna.
martedì 9 novembre 2010
Un regalo in rete...
venerdì 5 novembre 2010
Coll'entusiasmo del primo giorno...
domenica 3 ottobre 2010
Il Santo Padre a Palermo...
sabato 2 ottobre 2010
2 ottobre: festa dei nonni !
(nonno) Baffo augura a tutti i colleghi di ruolo una serena e felice festa in compagnia dei loro splendidi nipoti...
mercoledì 29 settembre 2010
lunedì 13 settembre 2010
mercoledì 8 settembre 2010
mercoledì 1 settembre 2010
mercoledì 30 giugno 2010
Un racconto africano...
Passati alcuni mesi, il contadino guardò preoccupato le lunghe ali di quell'uccello maestoso che, pur potendo, non aveva imparato a volare, perchè era rimasto sempre chiuso in un pollaio. Il buon uomo si pentì di quello che aveva fatto e decise di lasciare l'aquila in libertà. La tirò fuori dal pollaio, la prese dolcemente fra le braccia e la portò in una collina. La sollevò in alto e le disse: "Sei un'aquila. Appartieni al cielo, non alla terra. Apri le ali e vola!". Ma l'aquila non si mosse. Guardò dalla collina le galline che mangiavano e cominciò a saltellare per tornare con loro. Il contadino ripetè senza stancarsi: "Non possiamo farti crescere come le galline che non sanno fare altro che azzuffarsi per beccare i grani che stanno per terra. Apri le tue ali, vola!". Ma la giovane aquila era semre più confusa davanti a una cosa così difficile. Tremava tutta e mostrava di voler tornare nel luogo protetto dove era cresciuta.
Il contadino non si scoraggiò. Il giorno seguente, di buon'ora, la portò su un monte molto alto. Giunto in vetta, la sollevò e, con le braccia tese in alto, le fece guardare il sole brillante del mattino. "Puoi percorrere enormi distanze e giocare nel vento. Non avere paura! Prova! Apri le tue ali e vola!". Allora l'aquila, attratta da tanta luce, si sollevò elegantemente, aprì le grandi ali e, con un grido di trionfo, cominciò a volare, sempre più in alto, fino a che non la si potè più scorgere all'orizzonte...
"Chi è nato con le ali, deve usarle per volare", pensava il contadino mentre scendeva dal monte cantando.
"Libertà vissuta con la forza della fede" - Jutta Burggraf
sabato 22 maggio 2010
venerdì 21 maggio 2010
martedì 18 maggio 2010
...non sono solo...
giovedì 13 maggio 2010
il principio di Incarnazione...
Riporto una parte di un'intervista ad Alessandro, che esprime con lucidità un'intuizione davvero coraggiosa.
(...)
Uno dei motivi per cui ho deciso di diventare insegnante è stato padre Pino Puglisi (il sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993, ndr), che ho avuto come prof a Palermo. Liceo pubblico: eravamo in 1500, un caos. Noi, tra un’occupazione e l’altra, eravamo convinti di avere il mondo in mano. Guardavo questo sacerdote piccolino, magro, sempre sorridente, e dicevo: «Ma figurati!». Poi, quando è morto, poco prima della seconda liceo, ho capito la differenza fra noi (e gli altri prof) e lui: lui le parole che diceva le viveva veramente, anzi c’era morto. Poi vedevo il mio insegnante di Lettere, che era un sognatore davvero: a 65 anni ancora balbettava nel raccontare Dante. Infine, un film: L’attimo fuggente. L’ho visto e ho detto: voglio fare questo. A poco a poco, quella figura l’ho ridimensionata, perché è abbastanza pericolosa: Keating porta i ragazzi a se stesso, mentre il sognatore porta Leo a Leo. Cioè, aiuta Leo a diventare più Leo. Io sono un nemico assoluto del professore “amicone” e un sostenitore sfegatato dell’asimmetria del rapporto. Ma credo che la luce guida per ogni insegnante sia il principio di Incarnazione.
D. In che senso?
D’Avenia:
Nostro Signore, per spiegarci chi è l’uomo, si è fatto uomo: ha dovuto provare la fame, la sete, sudare, addormentarsi sulla poppa di una barca in tempesta... Lui è Maestro perché si è immerso in maniera sconvolgente in quello che siamo noi. Non ha rinunciato ad essere Dio: è perfetto Dio e perfetto uomo. E proprio per questo ci viene a tirare su: sposa tutte le contraddizioni del nostro cuore, però rimane Dio. Questa è la luce che mi guida nell’insegnamento: per me, non è altro che partecipare a questo aspetto di maestro, che c’è in Dio. Mi devo in qualche modo incarnare nei miei alunni. Il che non significa mai smettere di essere un adulto, ma sposi le loro contraddizioni. Mi ha scritto un ragazzo di 17 anni: «Grazie per questo libro, perché c’è dentro tutto quello di cui abbiamo bisogno. Ci comprende, ma non ci fa sconti». Per me è stata la critica più bella. In classe, sono molto esigente, ma allo stesso tempo provo a non dimenticare tutto ciò che è successo a quell’età. Sono un adulto disposto ad accompagnarti in questo viaggio: se hai bisogno, sai che io ci sono e che mi metto in gioco. Certo, trovare la giusta distanza in un lavoro di incarnazione è difficilissimo: a volte sbagli, perché esageri. Però ci provi. (...)
p.s. l'intervista completa a questo link:
http://www.tracce.it/defau
lunedì 26 aprile 2010
Maggio: con lo sguardo a Maria...
Santa Maria, donna dei nostri giorni,
liberaci dal pericolo di pensare
che le esperienze spirituali vissute da te
duemila anni fa
siano improponibili oggi per noi...
Facci comprendere che la modestia, l'umiltà,
la purezza sono frutti di tutte le stagioni della storia,
e che il volgere dei tempi non ha alterato
la composizione chimica di certi valori
quali la gratuità, l'obbedienza, la fiducia,
la tenerezza e il perdono.
Sono valori che tengono ancora
e che non andranno mai in disuso.
Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri a tutti
l'edizione aggiornata di quelle grandi virtù umane
che ti hanno reso grande agli occhi di Dio.
(don Tonino Bello)