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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

sabato 27 settembre 2008

Di sgarrubbo...

Carissimi,

Premetto di non essere Baffo, ma persona a lui vicina. E di essermi introdotto, nella notte e a sua insaputa nel suo blog. Se leggete le mie parole, probabilmente, vuol dire che le potete leggere. Intanto io magari subisco la pena della Sharia in fondo a una cella buia. Vediamo a noi, all'oscuro della lampada notturna :

A casa di Baffo tutti o quasi ormai riposano. Sono stati giorni intensi, è nato Giulio e abbiamo rifatto la cucina di casa.
La cucina, Baffo e consorte, se la progettano e rifanno assieme da se, come sempre, come la loro vita, mamma cuce le tende, papà le monta, l’economia domestica oltre la soglia della pensione esige di coniugare l’euro con il gusto. Il tandem funziona, come sempre ha fatto, e le cucine durano trent’anni senza perdere in bellezza e stile. E poi si rífà, come dicono a Milano e si ricomincia.
Tanto per cambiare, mamma ha fatto ripartire per l’ennesima volta la sua scuola e tenuto le sue prime conferenze: ogni passaggio di un figlio da casa è per lei una segreta occasione per raccogliere i semi di scienza che un tempo ha piantato, lasciando a noi bambini i suoi sogni di architettura, lettere, filosofia. Ma anche noi, di nascosto, trascriviamo appunti che diventeranno sostanza delle nostre lezioni universitarie, dei nostri progetti, dei consigli per gli amici più cari e ovviamente materiale per il nostro dormiveglia. La nostra non è interazione ma relazione. Quanto a Baffo, nel suo nuovo ruolo risponde alle chiamate che gli giungono (a titolo di nonno) dai novelli genitori con manuale e occhiali e si prepara al suo imminente futuro di padrino cattolico nella società postmoderna delle relazioni liquide. Senza strafare, come l’esperienza gli ha insegnato. Negli spazi di libertà, smista le chiavi delle macchine di casa soddisfacendo gli impegni sempre inderogabili di ciascuna delle figlie, più imprevedibili delle trattative Alitalia. E così, finisce per usare l’autobus.
Marta ha subito una festa a sorpresa per i suoi 23: i suoi dolori incompresi sono stati più che compensati da regali e da affetto, ma la sorpresa se l’è proprio cucita addosso da se (vedi alla voce Sitcom); Elisabetta divide la sua testa psichiatrica tra il parrucchiere e la contemplazione del bimbo. Conseguenza: adesso una frangia le copre metà della faccia. Quello che c’è dietro (la faccia), lo sappiamo invece in pochi. Palola e io abbiamo confezionato un cd intitolato Ninna Nanna per Giulio, che è venuto proprio bene e che domani sarà un piccolo regalo di noi zii al nipotino. Purtroppo il nostro Zefiro mancherà all’appuntamento, e questo sarà un vuoto grande per noi zii e per lui. Da addebitare agli alunni di Prof 2.0.
Finite queste righe, andrò anch’io a dormire, nell’appartamento contiguo, dove vive la nonna (mia), novella bisnonna.
L’ho trovata molto cambiata. Praticamente una bambina. Meno. Il limite di energia per tenere in vita una donna, la sostanza minima perché ci sia un’esistenza al di qua della soglia. Quel che è necessario per essere presenti al mondo. Lei, fino a poco tempo fa indipendente, attiva, in movimento. Oggi, mi ringrazia nella sua immobilità forzata; debole, vede, lei sempre così impaziente, solo le cose belle, il bene della vita e delle persone, degli affetti, dei legami sinceri. Li sente più che vederli. Ma è un sentire pienamente umano, non una reazione. Ringrazia e chiede perdono. Domanda se è stata una buona moglie, madre, nonna. Tra le sue mani fragili e trasparenti vedo agitarsi le manine esigenti di Giulio; Giulio che domani comincerà quella vita soprannaturale che lei si avvia a concludere su questa terra. Non chiede, ha dato. Anche stasera, ho baciato quella sua fronte secca, riarsa, cosa che mai prima di questi giorni avevo fatto: pudore, discrezione? L’ho detto, mia nonna è cambiata, è diventata un esempio, una testimonianza vivente e consapevole, convinta che la pazienza di ogni giorno avesse un senso. Una pazienza sporca, stanca, umiliante. Una pazienza che non aveva mai capito. Sono convinto che è un regalo per Giulio, per noi nipoti, per i suoi figli. Lei è l’ultimo baluardo della sua generazione. Noi ci passiamo responsabilità a secchi.
I lunghi discorsi quotidiani con lei: le mie parole non so dove finiscono, perché dopo pochi istanti le ha già dimenticate. Ma da qualche parte, per vie tortuose, ma capillari, arrivano a un fondo, come l’acqua penetra il terreno arido, scompigliato della nostra isola di sterpi bruciati. Acqua nascosta, che fende e rimescola, che dal nulla apparente fa comparire come d’incanto un albero. Diceva San Josemaría che in Sicilia tutto è grande, le piante, la frutta, i fiori. Così anche le persone, le loro anime, i loro cuori. Siamo gente complicata, inturciuniata, stirpe di mercanti e di olivi alla ricerca disperata della luce o dell’acqua, altalenanti tra il biondo normanno e l’olivastro saraceno, ma il nostro cuore è a misura della larga costa di Balarm, tutto porto, grande abbraccio, celeste, azzurro, verde, blu intenso, capace di accogliere e custodire tutti e ognuno. Senza fretta, senza forza. Mangiandoti le tue due salme di sale per farti un amico con il quale condividerai il silenzio. Unica regola: mai pressare, costringere; piuttosto, fare attenzione, ammirare con distacco, percepire il bagliore nella pupilla, lo spostarsi di un sopracciglio su una fronte abbronzata, un piccolo servizio reso nella salutare omertà che resiste a declinare le proprie particolarità, lasciandole nel vago; piuttosto distinguere la profondità riposta in fondo a una voce rauca o il sollievo balsamico di un attacco di sivo, che rende umani i movimenti ineluttabili di noi, antichi dèi greci e santi scolari del corano. Devi saper vedere orbite umide cerchiate di rosso, impercettibili movimenti del viso che oscillano tra la tristezza e il sorriso. Devi capire ciò che un Baffo sa comunicare, il sussurro di un Padrino buono e affettuoso.

Scusa papà dell’intrusione e grazie ancora di tutto

3 commenti:

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Cara persona a me vicina, la prima reazione a questa tua intrusione notturna nel mio blog e stata di turbamento, ma poi dopo aver letto ciò che hai scritto mi sono andato acquietando fino ad essere gratificato delle cose che hai scritto, ti perdono per il tuo atto piratesco, ti concedo con piacere ospitalità nel mio blog,
e grazie anche a te,

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
cominci a togliere il lavoro a prof 2.0? Arrivederci a presto... ma la prossima volta Giulio devi prenderlo in braccio!

Fabri

Prof 2.0 ha detto...

Baffo adesso che sei diventato "Padrino" ci dobbiamo preoccupare?
L'azione proditoria dell'intruso andrebbe punita con il taglio della mano destra, ma siccome quello che ha scritto è bello assai lo perdoniamo...