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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

mercoledì 6 agosto 2008

1961 : " Sul cocuzzolo della montagna "

Fig.1-Saas Fee - Fig.2-Vallese-Alpi Svizzere





















Fig.3-Allalinhorn - Fig.4-Vie dirette alla vetta


















Fig.6-Il Ghiacciaio dell'Aletsch


Fig.5- Io, Marion e Willie

Prendo a prestito il titolo di una vecchia canzone di Rita Pavone per dare lo spunto ad un ricordo dell'estate del 1961. Quell'anno, avevo 17 anni, passai le mie vacanze in Svizzera, ospite dei miei amici di Zurigo, la famiglia Reinhard, con i quali poi mi recai nel mese di agosto nel Cantone del Vallese, per trascorrere qualche settimana in montagna, e precisamente a Saas Fee, un delizioso paesino delle Alpi Svizzere a 1800 m. di quota, caratterizzato dai tipici chalet in legno, con rossi gerani nelle fioriere dei balconi. Il traffico motorizzato era vietato, per cui si viveva in un'atmosfera silenziosa e a misura d'uomo, dove tutti incontrandosi per le pittoresche stradine si scambiavano il saluto nelle lingue più diverse.
Solo un passo indietro nel tempo per dirvi della mia amicizia con questa famiglia zurighese. Fin dall'età di circa 10 anni mi recavo ogni estate con i miei nonni materni a Montecatini, mio paese natale, dove si dedicavano alle cure termali. Lo stesso motivo portava lì ogni anno la famiglia Reinhard che alloggiava nella stessa nostra pensione. Facevano parte del nucleo familiare oltre ai genitori e all'arzilla nonna materna, i due figli Ernestalex, della mia stessa età, e il fratellino Dany, un simpaticissimo bambino di 5 anni dai capelli rossi e lentigginoso. L'amicizia fra me e la famiglia si rinsaldò negli anni e fu così che mi ritrovai in vacanza insieme a loro nel Vallese in quell'agosto del 1961.
Le attività che svolgevamo erano tipiche di un paese alpino: marce in alta quota lungo i sentieri di montagna da un rifugio all'altro, con attraversamento del ghiacciaio dell'Aletsch, il più lungo d'Europa con i suoi 23 km. ; scuola di arrampicata in sicurezza, con funi e imbracature, con i maestri rocciatori della valle. Si decise di fare la scalata dell'Allalinhorn, la cima più alta del luogo, di 4027 m. Contattammo la guida che doveva accompagnarci, e così, un pomeriggio del mese di agosto, partimmo da Saas Fee io, Ernestalex, Marion, una ragazza olandese che abitava nel nostro stesso albergo, e la guida Willie, un uomo asciutto, alto ed abbronzatissimo, molto somigliante all'attore Gary Cooper, che ci fece subito capire che chi comandava era lui, atteggiamento che gli competeva visto che era il responsabile della nostra incolumità in un'impresa che comunque comportava un qualche rischio. Da quota 1800 raggiungemmo verso il tramonto il rifugio base la Langfluh-Hutte a 2890 m. Dopo aver cenato in una sala affollata da altri escursionisti, siamo andati a dormire alle 21 circa. La sveglia fu alle 3 del mattino, poichè bisognava attraversare il ghiacciaio prima del sorgere del sole quando la neve era ancora dura e compatta. Legati in cordata con in testa Willie inizziammo l'ascensione. L'atmosfera era surreale: silenzio, il rumore dei nostri passi e i secchi comandi della nostra guida, alla quale ubbidivamo prontamente. Ogni tanto ci fermavamo per riprendere fiato e per mangiare un pezzo di cioccolata o una zolletta di zucchero. Cominciava ad albeggiare e si intravedeva la vetta che dovevamo raggiungere. Cosa che avvenne verso le 6.30 in coincidenza con i primi luccicanti raggi di sole che si riflettevano sulla candida neve. Il panorama di tutte le cime alpine, nitide in quella limpida mattina, e illuminate dai bagliori del sole era uno spettacolo che difficilmente dimenticherò. Dopo una sosta in cima di circa mezz'ora, riprendemmo il cammino in discesa verso il rifugio base. Da lì raggiungemmo verso l'ora di pranzo il nostro albergo, dove, i componenti la spedizione, fummo accolti calorosamente dalle famiglie in attesa. Non era certo il tetto del mondo che avevamo raggiunto, ma per noi giovani e improvvisati scalatori fu come se lo fosse stato !

2 commenti:

Screwball ha detto...

Intanto mi associo agli auguri per il giovane zio...

Prof 2.0 ha detto...

Niente come la cima di un ghiacciaio... Neanche il mare... E so cosa dico!