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Palermo, Italy
Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

martedì 4 agosto 2009

"Quei bianchi fiori dalla radice nera !"




































Nel luogo dove ho trascorso alcuni giorni di vacanza al mare, sulle dune sabbiose delle spiaggie della spendida costa sud-occidentale della Sicilia, (vedi immagini del post precedente), molto simili a quelle dell'Africa mediterranea, in mezzo alla tipica vegetazione costituita da cespugli spinosi, tralci di vite selvatica, arbusti di acacie nane e qualche agave svettante verso un cielo dall'azzurro intenso, è facile imbattersi, all'improvviso, in ciuffi di candidi gigli dal fragrante profumo intenso ed esotico, che sembrano completamente fuori posto in una simile flora tipicamente da macchia mediterranea. Allora bisogna fare un passo indietro all'autunno precedente, quando capita di vedere rotolare sul bagnasciuga della spiaggia, portati dalla risacca, dei baccelli molto simili, per forma e dello stesso colore verde, a quelli dell'esostica spezia del cardamomo. Sono poi le folate di vento autunnale a fare il resto, facendoli rotolare verso le dune, dove la generosa terra di Sicilia li accoglie nel suo seno, inglobandoli al suo interno. Ebbene e proprio ad ogni luglio dell'estate successiva, che là dove i baccelli si erano insabbiati, fioriscono questi singolari e candidi fiori di cui ho detto in precedenza. Ciò che sorprende in tutto ciò è che gli stessi fiori si ritrovano nelle coste settentrionali africane sulle dune sabbiose magrebine, di Libia, Tunisia, Algeria e Marocco. La spiegazione di questo singolare fenomeno sembra comunque abbastanza semplice, secondo ciò che mi ha detto un anziano pescatore del luogo: i gigli africani sarebbero all'origine dei baccelli, contenenti i loro semi, che trasportati dalla corrente marina, approdano sulle coste siciliane dove si interrano, dando luogo a dei bulbi dai quali poi germoglieranno e fioriranno i gigli nostrani che adornano le nostre spiaggie, regalandoci il loro inebriante profumo.
Mentre riflettevo su questo ennesimo fenomeno frutto di madre natura, mi sono venute in mente le molte imbarcazioni del Nord-Africa che la stessa corrente marina sospinge quasi quotidianamente, spesso ahimè con scarsa fortuna, verso le nostre coste, col loro carico costituito da migliaia di uomini, donne e bambini di razza africana, disperati e timorosi per il loro incerto e insicuro futuro, che sperano migliore di quello che li attendeva nella loro terra d'origine. Ed ecco che le più fortunate di queste precarie imbarcazioni hanno la ventura, come i baccelli dei gigli d'Africa, di approdare sulle nostre coste, dove vengono accolti da nostri compatrioti preposti a ciò, sicuramente "non" con lo stesso spontaneo abbraccio che la nostra terra offre ai baccelli, ma con una accoglienza di tipo burocratico-istituzionale, che è spesso una solidarietà più politica che umanitaria verso creature meno fortunate di noi. Esseri umani che hanno lasciato una patria, avara verso di loro, nella speranza di venire accettati in un'altra più accogliente e generosa. A questo punto la storie più o meno tragiche di ognuno di loro prenderà cammini diversi le cui orme ci è impossibile seguire. Ognuno giungerà alla meta che il proprio destino gli ha assegnato, ma purtroppo ben pochi avranno la buona sorte di quei gigli, che donandoci il loro profumo, sono stati accolti senza riserve dalla nostra disponibile terra, ma quelli che avremo aiutato ad integrarsi ricompenseranno abbondantemente l'ospitalità ricevuta, col generoso sudore del loro lavoro, e con il calore umano della loro genuina cultura.
In questi giorni di vacanza camminando lungo la spiaggia silenziosa, al calar del sole, non ho potuto fare a meno di vedere dietro ognuno di quei bianchi fiori, un viso nero dai grandi occhi lucidi, spauriti e smarriti ad un tempo, alla disperata ricerca di un po' d'amore.


P.S. Vi chiedo e chiedo a me stesso un piccolo e semplice proposito: prendendo spunto da ciò che ho raccontato , forse vale la pena che da oggi stesso, quando la nostra auto verrà "assaltata" ad un semaforo, da un africano a caccia di qualche soldo per sfamarsi, invece di respingerlo infastiditi, e "mandarlo a quel paese", accettiamo con pazienza il modesto ed ingenuo servizio che usa come pretesto, mettendo con generosità qualche centesimo di euro nelle sue mani, e rivolgendogli magari qualche accogliente parola. Sono certo che quegli occhi che sembrano smarriti e spenti si illumineranno della luce di un grato sorriso di ringraziamento.



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