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Vivo in Sicilia, sono medico dentista,sposato con una moglie eccezionale e ho sei figli.Fra poco diventerò nonno per la prima volta. Il prossimo arrivo di questo nipote mi ha messo davanti a questa nuova tappa del mio viaggio, e mi sono reso conto che devo rimettermi in cammino con più entusiasmo, allegria e spirito giovanile. Alè si riparte! Ad un anno di distanza, come potete ben vedere dalla nuova intestazione del blog e dalla nuova foto, il cammino è stato felicemente intrapreso !

domenica 25 gennaio 2009

Il dono di un sorriso !


E' stata la riflessione sulle numerose testimonianze di affetto che abbiamo ricevuto in questi giorni di lutto, per iscritto e di presenza, da parte delle persone che sono venute in contatto con noi, tutte concordi nel dichiarare di aver percepito un senso di pace e di pacata allegria nei sorrisi dei nostri volti, pur in un momento di così acuta sofferenza, a spingermi a scrivere queste considerazioni. Chi si aspetta, giustificandole, reazioni scomposte, proprie del nostro tempo, di tipo emotivo come l'isteria di un pianto o di una risata nervosa, davanti a situazioni drammatiche, rimane sempre meravigliato invece della calma e della serenità che irradia un volto sorridente.
Il sorriso non è mai fine a se stesso, nè proprietà esclusiva di chi lo ha sul volto, ma ha una sua capacità di comunicazione, donando agli altri qualcosa di se stessi per renderli possibilmente e senza presunzione un pò più felici. E' un dono gratuito che arricchisce chi lo dispensa e fa bene al cuore di chi lo riceve.
Il sorriso è l'espressione del volto di chi è in pace con se stesso e comunica con esso agli altri lo stato d'animo di chi ha risolto in maniera positiva alcuni dei principali conflitti nei confronti della realtà in rapporto alle cose, alle persone e soprattutto a se stesso. E' l'espressione di chi ha raggiunto un equilibrio interiore capace di dominare e di dare il giusto spazio alla propria emotività affettiva. Con ciò non voglio assulutamente dire che la persona capace di sorridere abbia risolto in maniera positiva e definitiva tutti i problemi che la vita gli pone innanzi, e viva in un totale stato di atarssia. Sarebbe senz'altro innaturale oltre che impossibile. Colui che è capace di sorridere è una persona che al contempo lotta sempre per risolvere le conflittualità che gli si presentano ogni giorno, le accetta, le metabolizza con l'intelligenza e col cuore, e ne trae alimento per la sua maturazione umana e spirituale. Per un credente poi, come me, c'è qualcosa di più, e cioè l'avere scoperto, e accettato, negli avvenimenti quotidiani la volontà di Dio, che è padre misericordioso, e permette tutto ciò che ci accade, anche le contraddizzioini, come la sofferenza appunto, per un nostro maggior bene.
Voglio anche aggiungere che un sorriso genuino non può mai essere un bluff, un atteggiamento ipoccrita che assume chi vuol dare agli altri un immagine di se stesso diversa da quella reale. Chi agisce così è una persona che va sempre aiutata a capire che la sua vuole essere una difesa per mettersi al riparo da eventi dolorosi. Così facendo finirà col soffrire di più. Il suo gioco, spesso inconscio, prima o poi viene scoperto, perchè il suo comportamento abituale è incoerente e non corrisponde alla serenità che tenta di comunicare con la falsa sicurezza che ostenta.
La morte in generale, e quella di una persona cara in particolare è uno di quegli eventi con cui ci si deve inevitabilmente prima o poi confrontare. Il mio sorriso e quello dei miei familiari davanti al dolore per la perdita subita, vuol dire semplicemente che ognuno di noi, in maniera del tutto personale, ha maturato positivamente il suo rapporto con l'evento morte. Ecco, concludendo, perchè mi sento di dire che abbiamo il dovere di donare il nostro sorriso, e gli altri il diritto di riceverlo. Un esempio per tutti: i sorrisi che si scambiano una mamma con la sua creatura di pochi mesi, sono totalmente gratuiti e hanno il valore di veri e preziosi momenti di eternità.

3 commenti:

VandaQC ha detto...

Un abbraccio sorridente!

Mi capita spesso di camminare in città e di notare le persone serie e con lo sguardo spento,così mi sono imposta di cercare di sorridere o perlomeno provarci, essendo il sorriso contagioso, spero di coinvolgere altri che a loro volta possano rendere partecipi altre persone!

(nonno) Baffo racconta ha detto...

Cara Vanda, ti rimando alla lettura del mio post del 15 ottobre quando ho messo in atto quella che ho definito "una giornata sperimentale",(è contrassegnato da un sole sorridente), mi accorgo ancora
una volta che trasmettiamo sulla stessa frequenza d'onda,
ciao Baffo

Anonimo ha detto...

un testo così impegnativo merita riflessione: lo condivido appieno, penso di averlo condiviso anche nei fatti, ma vorrei dire qualcosa... spero che questo post abbia una bella eco
cmq mi piace molto e descrive molto quello che è successo, che il sorriso matura nell'interiorità ma anche negli scambi di sguardi di persone vicine e imperfette (che però sanno comunicare). Ci vogliono i sorriso-catalizzatori però, e cmq ci sono forme di sorriso che non sono quelle classiche, bocca leggermente allargata, come ci sono parole che sono dette in silenzio... certe volte il sorriso è negli occhi, nelle mani... bella idea, no?
e per inciso, avete fatto caso, sennò fate l'esperimento, che quando un personaggio dei Peanuts (Charlie Brown & co.), l'ampiezza del sorriso può essere ampia come la larghezza della vita (cioè giù in basso?) C'è anche un motivo, ma rimando tutto a dopo

a presto

ii Grande Fratello