Dopo il libro di Alessandro, che usa come filo conduttore il colore come metafora, mi è venuto in mente che la mia famiglia può essere paragonata alla tavolozza di un pittore, sulla quale ognuno di noi è rappresentato da un determinato colore, e quel colore è unico ed originale. Per dipingere il quadro che rappresenta la vita della nostra famiglia, il pittore ha intinto e continua ad intingere il suo pennello nei colori della tavolozza, passando dall'uno all'altro, e dalla mescolanza dei vari colori, viene fuori sulla tela un nuovo colore. Questo nuovo colore unico ed irrepetibile è il risultato del contatto intimo di due o più colori che si compenetrano l'uno nell'altro. In queste nuove tonalità di colore vedo le relazioni interpersonali fra i vari componenti la nostra famiglia, relazioni che mettono in rapporto le intimità di ciascuno, creando nuovi legami umani unici ed a volte misteriosi. Guardando con attenzione questo quadro che si veniva formando, non riuscivo a capire cosa fosse che dava unicità e bellezza ai vari colori amalgamandoli fra di loro, poi, poco alla volta, mi sono reso conto che si trattava di un colore non percepibile a prima vista ma costantemente presente come sottofondo ed avvertito solo dal mio cuore, ed era il colore del rapporto di ognuno di noi con Dio.
Ultimo banco 201. La via del tramonto
18 ore fa
5 commenti:
Ecco da chi ha preso, il sangue non è acqua...;-))
Itala Greco
Mi sa che qui ci scappa un altro romanzo ..... !
Adriana Dolce
Buon sangue non mente...;-)!
che bello quello che dici...
Screwball
Che bello se ognuno di noi riuscisse a riscoprirlo ogni giorno nella propria famiglia!
Pietro Genovese
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